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Francesco Cecchini. “La Voz Perdida” di Marcelo Martinessi, regista paraguayano
17 Novembre 2016
 

Le nostre classi dominanti hanno sempre fatto in modo che i lavoratori non abbiano storia, non abbiano alcuna dottrina, non abbiano eroi e martiri. Ogni lotta deve iniziare di nuovo, separata dalle lotte precedenti; l'esperienza collettiva si perde, le lezioni sono dimenticate. La storia sembra così quella della proprietà privata, i cui proprietari sono proprietari di tutto".

Rodolfo Walsh

 

 

 

Il regista paraguaiano Marcelo Martinessi ha presentato alla ultima mostra di Venezia il cortometraggio La Voz Perdida e ha vinto il primo premio della sezione Orizzonti.

In una decina di minuti Martinessi fa ascoltare la voce che nemmeno i mezzi di comunicazione ascoltano: quella dei famigliari dei campesinos di Curuguaty assassinati o, innocenti, condannati.

Marcelo Martinessi riguardo a quanto accaduto nel 2012, quando lo sgombero di terre occupate a Marina Kue perché venissero incluse nella riforma agraria causò la morte di 11 campesinos e di 6 agenti di polizia, ha dichiarato: «Fu uno scontro fondamentale nella storia recente del Paraguay e mai si ascoltò la gente che occupava quella terra e sempre furono criminalizzati. Il massacro fu una provocazione, quello che sto dicendo non è fantasia, perché vi sono prove, vi sono prove che fu un massacro del quale si potesse incolpare l’allora presidente Fernando Lugo per destituirlo».

La giustizia paraguaiana ha condannato campesinos e campesinas fino a 35 anni di detenzione, per la morte degli agenti di polizia mentre la morte dei campesinosnon è stata nemmeno investigata.

La Voz Perdida dura 10 minuti ed è in spagnolo e in guaraní. La campesina protagonista del corto non fu presente in Marina Kué, luogo del massacro, ma sì i suoi figli e nipoti. La donna racconta di quando ascoltò il rumore degli elicotteri e di come, a poco a poco, venne a conoscenza di quello che stava succedendo.

Marcelo Martinessi è impegnato con la campagna internazionale SOY OBSERVADOR DE CURUGUATY di monitoraggio delle drammatiche vicende di quel massacro.

Inoltre è stato nel 2012 tra i primi firmatari della versione italiana della lettera da Barcellona di Fabricio Arnelia, militante per la libertà dei prigionieri politici di Curuguaty, della Gioventù Comunista e del Fronte Guasù assieme a persone come Hugo Blanco Galdós, Jorge Agurto, Aldo Zanchetta, Gaia Capogna, Lidia Menapace, Annalisa Melandri, Vicente Brunetti e molti altri.

Marcelo Martinessi è stato direttore di TV Publica de Paraguay dalla sua creazione, a metà del 2010, fino alla rimozione di Lugo ed il golpe di Franco a metà 2012. In armonia con la politica di Lugo che affermò: Basta con ladictatura de la prensa e cercò di valorizzare i diritti dei cittadini anche attraverso i mezzi di comunicazione come le radio comunitarie. TV Publica de Paraguay, sotto la direzione di Marcelo Martinessi, svolse un ruolo importante di informazione e democratizzazione dell’informazione. Un solo esempio: questa televisione informò in libertà e autonomia circa il massacro di Curuguaty dove morirono 17 persone. Dopo pochissimi giorni dal massacro trasmise in diretta la veglia cittadina a Plaza de la Democracia ad Asunción, mentre in studio invitati speciali vennero intervistati su quanto realmente accaduto alla estancia Morombi. si dimise da direttore e lasciò TV Publicaper protesta con la manovra del governo Franco di snaturarla, anche attraverso licenziamenti di massa. Oggi TV Publica de Paraguay chiama Paraguay TVe assomiglia alle televisioni che trasmettevano durante la dittatura di Stroessner, pure porta voci di un governo autoritario che uccideva libertà e uomini.

Marcelo Martinessi è autore di corti, documentari importanti per capire il Paraguay, che grazie anche a lui è meno una isla rodeada de tierra, isolata e sconosciuta.

Karai Norte (Uomo del nord) è un cortometraggio di Marcello Martinessi. Ha vinto molti premi. Nel 2010, alla trentaseiesima Jornadas de Cine Glauber Rocha, a Bahia, ha vinto il primo premio e molti altri. In Italia, nel 2011, vinse il premio Maestrale, città di Cagliari. È parlato in guaraní con sottotitoli in spagnolo. Sono 22 minuti che meritano di essere visti. Il corto si basa su un racconto, Arribeño del nortedi Carlos Villagra Marsal, che proviene dalla ricca tradizione orale del Paraguay. Questa con Marsal diviene letteratura ed ora, con Marcelo, cinema. Oltre le immagini, in un bianco e nero essenziale, ha un ruolo importante quello che queste fanno intuire: i saccheggi e le ingiustizie che feriscono anche a morte il Paraguay di oggi ed il suo popolo.

I temi dei film di Marcelo Martinessi sono principalmente sociali, in relazione alla società paraguaiana. Calle ultímadello sfruttamento di bambini ed adolescenti di strada; Partida è sui diritti delle lavoratrici domestiche; Mevesparla dei crimini della dittatura di Stoessner. Come documentarista ha prodotto lavori basati sull’identità culturale paraguaiana: Paraguay inventado por Bartolomé Meliá Los paraguayos. suo cortometraggio, El Baldio, è tratto da un racconto di Augusto Roa Bastos. In un’intervista rilasciata ad E’a, periodico de información y analysis, il 2 novembre del 2012, Marcelo ha affermato: «Come paraguaiano o paraguaiana, è assurdo evitare di non guardare al mondo dal punto di vista delle minoranze. Vivere in un paese con tanta diseguaglianza e, peggio, in una società tanto indifferente è un’esperienza molto forte. I nostri musicisti, poeti, scrittori, pittori e qualcosa della scarsa produzione cinematografica nazionale, trattano di queste diseguaglianze da oltre un decennio. A volte con uno sguardo compassionevole e nostalgico, poche altre con un atteggiamento più coraggioso, prendendo posizione. Ho avuto la fortuna, da sempre, di essere coinvolto in progetti di ordine sociale…»

 

»» Qui il trailer de La voz perdida

 

Francesco Cecchini


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