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Alberto Figliolia. “Marc Chagall. Una storia di due mondi” 
Al MUDEC di Milano fino al 31 luglio
30 Giugno 2022
 

Nonostante tutti i problemi del nostro mondo, nel mio cuore non ho mai rinunciato all’amore nel quale sono stato cresciuto né alla speranza nell’amore. Nella vita, proprio come nella tavolozza di un artista, c’è un solo colore che dà senso alla vita e all’arte: il colore dell’amore. (Marc Chagall)

 

Un immane trionfo di colori. Un’esplosione di energia. Un universo di ricordi, di nostalgia vitalistica. Una rivisitazione fiabesca del mondo e della sua incessante quotidianità. Malinconia e gioia, dolore e speranza, senso della storia, crocevia di culture e valori archetipici... Quante cose è Chagall, quante suggestioni sa evocare e veicolare con la sua pittura e la multiforme arte che lo contraddistingue! Chagall è un artista meraviglioso e ben meritata è la sua fama mondiale e l’ammirazione che da sempre lo circonda. Avvolti dai suoi turbini di significato e dai suoi racconti, dalle magie del segno e da quelle cromatiche, dalle variegate interpretazioni e dai simbolismi, innanzi alla sua arte si è colti da una splendida vertigine.

Marc Chagall. Una storia di due mondi” è la magnifica mostra visitabile sino al 31 luglio al MUDEC di Milano. Dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme è arrivata una serie di capolavori della produzione grafica (e non solo) dell’artista di Vitebsk, allora Impero russo, ora Bielorussia,

Curata da Ronit Sorek, la mostra dedicata dal MUDEC al Maestro, morto 98enne nel 1985, è di una sbalorditiva bellezza, in primis per quel che concerne la produzione grafica ed è, altresì, perfetta nel valorizzare la superba valentia delle sue tecniche creative. Chagall ha peraltro attraversato ere storiche dai grandi sconvolgimenti, come la Rivoluzione Russa o i due conflitti mondiali, dovendo confrontarsi anche con lo spettro dell’antisemitismo, gramigna inestirpabile, ma sapendo riscattare, con la meraviglia della sua fantasia, ogni bruttura, in una rielaborazione capace di portare in infiniti altri spazi, in dolci dimensioni, nel Paese dei sogni belli.

Prodotta da 24 ORE Cultura, promossa dal Comune di Milano-Cutura e con il concorso dell’Israel Museum di Gerusalemme (allestimento a cura dell’Architetto Anselmi), la mostra rifulge delle 100 opere che il museo israeliano ha ricevuto in dono dai familiari e dagli amici di Chagall. Un corpus eccezionale di lavori, anche a tema specifico.

La parte del leone la fanno i lavori grafici del Maestro nell’ambito della sua attività di illustratore editoriale: per i libri Burning Lights e First Encounter dell’adorata moglie Bella, dedicati ai ricordi della sua vita nella comunità ebraica della città natale (le radici, l’amore: Il suo silenzio [di Bella] è il mio. I suoi occhi sono i miei. Mi sembra che mi conosca da sempre, la mia vita presente, il mio futuro: come se mi mi guidasse dall’alto, indovinando il mio intimo essere sebbene sia la prima volta che la vedo. Io so che è lei, mia moglie); per la Bibbia, per Le anime morte di Gogol’, per le Favole di La Fontaine, opere originariamente commissionate dall’editore Ambroise Vollard.

I lavori esposti riflettono dunque l’identità poliedrica dell’artista, che è al tempo stesso il bambino ebreo di Vitebsk; il marito che correda di immagini i libri dell’amata moglie; l’artista che illustra la Bibbia, volendo rimediare così alla mancanza di una tradizione ebraica nelle arti visive; e infine l’originale pittore moderno che, attraverso l’uso dell’iconografia cristiana, piange la sorte toccata nel suo secolo al popolo ebraico”. In esposizione sono anche oggetti rituali utilizzati nelle funzioni religiose ebraiche, spesso riprodotti nelle opere chagalliane.

La prima sezione della mostra s’intitola Cultura ebraica e Yiddish. A Vitebsk risiedeva una folta comunità ebraica, numerose erano le sinagoghe e si parlava yiddish, una lingua germanica scritta in caratteri ebraici. Lo yiddish era una manifestazione identitaria, nonché la lingua madre di Chagall. Seguono le sezioni Nostalgia (sentimento fecondo, di ritorno, di memoria), Fonti di ispirazione e Francia, la nuova patria. “Il ricco cromatismo che si suole associare ai dipinti e alle stampe di Chagall emerse solo nel momento in cui egli lasciò la Russia per la Francia. Stabilitosi a Parigi, Chagall abbracciò la sua nuova colorita patria assimilando tutte le risorse culturali che essa gli offriva. Il paesaggio e la cultura francesi divennero parte della sua nuova vita, e Chagall li incorporò nei dipinti e nelle illustrazioni di scene bibliche e di classici della letteratura, come le Favole di La Fontaine”.

E perdiamoci in questo delizioso labirinto, nell’immaginifica trama, nello stupendo intrigante intrico di disegni, incisioni, litografie, fra coppie di innamorati e fiori, galli volanti e violini (strumento che Chagall amò sempre), personaggi letterari o biblici (Mosè che riceve le Tavole della Legge, Davide, Betsabea, Abramo, Sara), interni di sinagoghe, la casa del nonno, animali, vie, barche, chiese, negozi, ebrei in preghiera, ma anche una dura immagine pittorica a richiamare i pogrom Gouache, china, acquerello, olio, acquaforte, puntasecca, pastello a cera... Uno spettacolo inesauribile di “artigianato” senza pari e di sensibilità straordinaria. Chagall, davvero sublime.

 

Alberto Figliolia

 

 

Marc Chagall. Una storia di due mondi. MUDEC, via Tortona 56, Milano. Fino al 31 luglio 2022.

Orari: lun 14:30-19:30; mar, mer, ven e dom 9:30-19:30; gio e sab 9:30-22:30.

Infoline: tel. 0254917 (lun-ven 10-17); sito Internet mudec.it, e-mail c.museoculture@comune.milano.it.

Catalogo edito da 24 ORE Cultura.


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