Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Calamaro gigante
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Bruna Spagnuolo: Fiaccola olimpica in manette. Il Tibet piange 2
08 Maggio 2008
 

Il giovane barone Pierre Fredi Da Coubertin ha fatto rivivere i Giochi Olimpici (morti e sepolti sin dal 393 a. C.). Molti erano stati i tentativi falliti (1859 / 1870 / 1875), prima che lui riuscisse nell’impresa. Gli sforzi dei vari sognatori si erano infranti tutti contro la mancanza di strutture adeguate (che avevano relegato i giochi nel ruolo di gare rionali). Da Coubertin diede al suo sogno ali robuste, spendendo buona parte del suo patrimonio, viaggiando da un angolo all’altro del mondo e tessendo le trame dei consensi internazionali necessari alla dimensione ‘ecumenica’ dei Giochi Olimpici. Riuscì, infine (nel 1892), ad ottenere l’approvazione dell’Unione Francese per gli Sport Atletici e, successivamente, a far approvare la Prima Olimpiade dell’Era Moderna da parte del Congresso Internazionale di Parigi. Era il 1894, il miracolo di resuscitare le Olimpiadi era stato un successo!

Atene, nel 1896, fu la prima città-casa di quei ‘Giochi’ che non le erano estranei. Il re Giorgio 1° di Grecia lanciò da quel pulpito prestigioso l’idea che tutte le Olimpiadi future si tenessero in Atene. Da Coubertin e il CIO decisero, invece, che i Giochi Olimpici, allo scadere dei quattro anni di rito, onorassero la Francia (Parigi- 1900), al turno successivo gli Stati Uniti d’America (1904) e, di volta in volta, sempre una nazione diversa.

Il mondo tornò ad unirsi attorno ai Giochi Olimpici. La loro fiaccola ricominciò a far sognare e ad ispirare ideali nobili e belli. Le vie delle miserie umane sono infinite, però, e, purtroppo, s’imparentano con quelle della tracotanza, non risparmiando neppure i vessilli dei sogni. Le Olimpiadi conobbero una pagina buia, servendo al nazismo (1936) per celebrare (a Berlino) lo spirito nazionalista, militarista e razzista che, alla base del tristemente noto pangermanesimo, avrebbe segnato il mondo con indimenticabili orrori.

Pierre Fredi Da Coubertin, che morì l’anno dopo, fece in tempo a subire il grande dolore di vedere quell’undicesima edizione dei Giochi Olimpici trasformarsi in una farsa amara dei valori che egli aveva sognato di veder sventolare al di sopra dei confini-barriere tra i popoli e di veder diffondere attraverso l’atletismo (ispirato al sacrificio, alla disciplina e alla responsabilità del singolo-creatura dotata di capacità decisionali/autonomia e libertà).

Le Olimpiadi di Pechino di questi valori hanno fatto piazza pulita, escludendo Pistorius, l’atleta che li incarna al di sopra di tutti; appoggiando la piattaforma dei ‘Giochi’ dei tempi di pace sull’oppressione del Tibet, ove il ‘singolo’, sia come individuo che come membro della collettività, è schiacciato nella sua libertà individuale e persino eliminato dalla faccia della terra. Le Olimpiadi 2008 ricordano quelle del 1936 e faranno rivoltare Da Coubertin nella tomba, checché ne dica Pechino, perché il suo parere è di parte e non è sincero.

 

Capisco i sacrifici degli atleti e gl’interessi mastodontici che sciamano nell’ombra, dietro le varie edizioni dei Giochi Olimpici, ma capisco anche che si dovrebbero salvare gl’interessi senza affossare il significato di una così alta manifestazione (che non può e non deve ‘passare il Rubicone’ letteralmente disseminato di ‘cadaveri’). Io non ho antipatia per la Cina, anzi l’amo, ma amo il suo popolo e la sua cultura e disapprovo la politica della violenza. Chi non la disapprova? I cori in tal senso sono unanimi, ma Pechino si mette la maschera e ne inventa ‘di cotte di crude’, per giustificarsi in modo puerile. Ha invaso e oppresso per decenni, potrebbe ora avere la decenza di riconoscere, almeno, i diritti umani? Si è presa la terra, la ricchezza e la vita della gente, potrebbe ora riconoscere a quei poveri oppressi il diritto di pregare e di onorare Dio come meglio credono, senza massacrarli e ammonticchiarli, intridendo di sangue la terra di cui si vuole servire? La terra si vendica dei suoi aguzzini e restituisce il sangue che riceve, prima o poi, ogni invasore se ne dovrebbe ricordare. Le Olimpiadi stanno a cuore a tutti, ma le nazioni che commettono crimini così efferati non le dovrebbero meritare, o no? I preparativi sono troppo avanti e non si può tornare indietro, ma si poteva qualche tempo fa… Perché le altre nazioni hanno borbottato come un padre contrariato (che permetta a uno dei figli di trucidarne altri)? Pechino sta facendo i comodi suoi, a parte inezie-passi da gambero. Ha massacrato e ha mentito, distribuendo a poveri giovani in divisa i travestimenti da monaci con cui aggiungere la beffa al danno del genocidio senza quartiere. Provo pena per i soldati comandati, che possono soltanto scegliere se versare il sangue altrui o quello proprio, ma non ne provo alcuna per chi li manda a commettere gli orrori.

Le nazioni del mondo avrebbero dovuto pensarci; se le Olimpiadi non potevano essere annullate, avrebbero dovuto essere trasferite. La voce del Dalai Lama tra quelle in favore delle olimpiadi a Pechino è amore per la Cina e inno per la mitezza. Egli si accontenta di salvare la vita dei Tibetani rimasti e non chiede più altro all’invasore, ma il resto del mondo dovrebbe pretendere qualcosa di più e non dovrebbe permettere lo scempio di inviare i nostri atleti a disegnare nel cielo di Pechino la grazia della loro bravura e ad avallare, in qualche modo, i modi di fare del padrone di casa (alias, la sua politica irriguardosa dei diritti umani in senso lato e dei valori più sacrosanti in assoluto). Io credo che, ancora una volta, la politica abbia scavalcato il volere del popolo: in tutte le nazioni, la fiaccola olimpica è stata contestata, o, meglio, ne è stato contestato il passaggio, data la sua meta finale. Le varie nazioni non hanno preso nota del volere del loro popolo, ma si sono schierate accanto alla Cina e lo hanno fatto nel peggiore dei modi: hanno spento il senso di quella fiaccola proprio tenendola accesa e impedendo ai manifestanti di raggiungerla. Coloro che volevano spegnerla, per assurdo, la volevano accesa. Gli Stati hanno scortato la fiaccola olimpica con le armi, come un prigioniero ammanettato… e questo è un pugno allo stomaco che non ha parametri passati-presenti-futuri / è una concessione alla violenza, un macigno pesantissimo sul piatto opposto a quello del bene, un’alleanza con le forze che non sono nella parte bianca del tao. Le ‘scorte’ della fiaccola diretta a Pechino hanno fatto anche uso delle armi. La fiaccola, in alcuni luoghi, ha lasciato, dietro e attorno a sé, esseri umani insanguinati…

 

Questo è un precedente pericoloso: se (noi, cittadini del mondo) abbiamo potuto accettare che la fiaccola olimpica viaggiasse ‘in manette’, fingendosi simbolo di libertà e di valori assenti, forse non sappiamo chi eravamo e da dove veniamo e non ci chiediamo chi saremo e dove stiamo andando…

 

Bruna Spagnuolo


Articoli correlati

  Bruna Spagnuolo: Uno sguardo ai Balcani/ Kosovo... (2)
  Bruna Spagnuolo: Vita di serie B? No Grazie. Suicidio - omicidio - eutanasia (3)
  Bruna Spagnuolo: “Il Protocollo di Kyoto” nel dettaglio
  Bruna Spagnuolo. Il segreto dei grandi
  Bruna Spagnuolo: Selezione della specie. Sull'aborto.
  Bruna Spagnuolo. La guerra dell’ambiente
  Bruna Spagnuolo: I ‘Festival’ nigeriani: specchi di africanità dalle molte identità - 1
  Bruna Spagnuolo: “Mamma e papà” come fantasmi da cancellare
  Bruna Spagnuolo: Vita di serie B? No Grazie. Suicidio - omicidio - eutanasia (2)
  Bruna Spagnuolo: Il mondo? un treno su binari senza prosecuzione
  Bruna Spagnuolo: Sguardo ai Balcani e al fiume Ibar in Kosovo (1)
  Bruna Spagnuolo: La grande Cina (la 'mia' / 1991) – 2. Tongyuang, Xining e i templi
  Bruna Spagnuolo: Birmania. Figli di nessuno del 3° millennio.
  Bruna Spagnuolo: Terremoto in Cina. Gocce piccole per speranze grandi.
  Bruna Spagnuolo: I ‘Festival’ nigeriani: specchi di africanità dalle molte identità - 3
  Bruna Spagnuolo: Il primo passo verso il crimine storico è la negazione della storia
  Bruna Spagnuolo: I rabdomanti della sventura e l’acqua. Terza parte
  Bruna Spagnuolo: Samoa/ Indonesia/ Filippine/ Messina
  Bruna Spagnuolo: La valenza incredibile del nome ‘TELLUS’
  Bruna Spagnuolo: 25 XI giornata contro la violenza sulle donne
  Bruna Spagnuolo: Dietro lo schermo della televisione
  Bruna Spagnuolo: La fine del mondo ad Haiti e nelle isole caraibiche
  Bruna Spagnuolo: Barack Obama ovvero politico come esempio, politico come personaggio
  Bruna Spagnuolo: L’Afghanistan, i nostri caduti (e le inevitabili ‘cogitazioni‘)
  Bruna Spagnuolo: Vita di serie B? No Grazie. Suicidio - omicidio - eutanasia (1)
  Carlo Forin. La valenza archeologica del nome TEL LUS
  Bruna Spagnuolo: I rabdomanti della sventura e l’acqua. Seconda parte
  Bruna Spagnuolo: Banchettano gli sciacalli sulle spoglie dei vinti (1)
  Bruna Spagnuolo: Sudan/ schiavismo/ crocifissioni/ orrori senza fine e… Corte europea dei ‘diritti dell’uomo’ iconoclasta e lesiva dei ‘diritti’ (1)
  Bruna Spagnuolo: La grande Cina (la 'mia' / 1991) – 1. Ganzu
  Bruna Spagnuolo: Sudan/ schiavismo/ crocifissioni/ orrori senza fine e… Corte europea dei ‘diritti dell’uomo’ iconoclasta e lesiva dei ‘diritti’ (2)
  Bruna Spagnuolo: Cina, Olimpiadi e sangue... il Tibet piange e il mondo che fa?
  Bruna Spagnuolo: Si vis pacem para bellum -Post Scriptum
  Bruna Spagnuolo: Il frastuono della guerra giustizia gli echi del Vangelo.
  Bruna Spagnuolo: La lungimiranza-quasi chiaroveggenza di Tellusfolio su Barack Obama
  Bruna Spagnuolo: ‘Si vis pacem, para bellum’. Auguri agl’Italiani 2
  Bruna Spagnuolo: I ‘Festival’ nigeriani: specchi di africanità dalle molte identità - 2
  Bruna Spagnuolo: I rabdomanti della sventura e l’acqua. Prima parte
  Bruna Spagnuolo: Sul rapporto parola-immagine in Tellusfolio
  Bruna Spagnuolo: Pistorius non correrà alle Olimpiadi
  Camera e Senato accolgono il Dalai Lama con il massimo degli onori
  Marco Zacchera. Dalai Lama: la “businesspolitik” del Governo Prodi
  Francesco Pullia. Tibet. “Signor Sisci, per piacere, cambi mestiere”
  Il Volo Libero con il Tibet
  Han Yuchen. Il Regno della Purezza
  Tibet. Karma Chopel al Parlamento europeo: documentazione inedita sulle violenze
  Il discorso del Dalai Lama nel 49° anniversario dell’insurrezione nazionale tibetana
  Diritti Umani. Pannella e Mecacci hanno incontrato questa mattina il Dalai Lama
  Gabriele Corazza. Per Sonam Tsering
  Seconda Marcia internazionale per la Libertà, in Birmania, Iran, Tibet
  «Siamo tutti tibetani». Manifestazione indetta da “Il Riformista” e “Radio Radicale” mercoledì 19 a Roma
  Roma: 10 marzo, “Tibet, ora più che mai”
  Marco Pannella. «Tibet libero significa anche Cina libera»
  Claudio Mellana. Angela Davis, Donald Trump e Xi Jinping
  Francesco Pullia. Tibet. Arrestato il poeta e attivista nonviolento tibetano Tenzin Tsundue
  Matteo Mecacci. Pechino 2008: dopo le dichiarazioni di Berlusconi...
  Valter Vecellio. Tibet, Satyagraha. L’importante articolo di Enzo Bianchi
  Manifestanti tibetani arrestati in India. Sit-in davanti al carcere di Javalamukti
  Guido Biancardi. Tibet-Cina, Italia-Europa. E Fiat e “Corriere della Sera”
  Radicali a Milano. Dalla pillola del giorno dopo a Ichino, passando per l'assemblea: tutte le iniziative
  Francesco Pullia. Tibet, uiguri, diritti umani in Cina. La situazione si aggrava
  Nanni Salio. Per una trasformazione nonviolenta del conflitto Cina-Tibet
  Mariolina Nobili. Olimpiadi e libertà per il Tibet. Lettera aperta al Sindaco di Sondrio, Alcide Molteni
  Il Dalai Lama e Liu Xiaobo
  Tibet/India, polizia blocca marcia contro Olimpiadi Pechino
  Pannella e i radicali festeggiano il compleanno del Dalai Lama. Oggi a Spoleto
  Francesco Pullia. Tibet, gli antefatti
  Valter Vecellio. Diario del digiuno. 4
  Cremona. Dalle ore 18, veglia per il Tibet con Maurizio Turco e altri candidati del Partito democratico
  “Tibet libero” è sinonimo di “Cina libera”
  Tibet. Sabato 30 agosto sciopero della fame simbolico di 12 ore proposto dal primo Ministro tibetano
  Valter Vecellio. Dopo Chianciano, una riflessione a margine
  Benedetto Della Vedova. Col Dalai Lama: pacificazione, autonomia
  Bruno Mellano. Tibet: È questo lo spirito olimpico di Pechino?
  Valter Vecellio. Tibet. Le “tentazioni” disperanti, disperate e suicide di Tsewang Rigzin
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 2 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy