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Cerri, Seveso, Calabria: “salvaItalia” / “salvaArte”
01 Marzo 2012
 

Cari amici artisti, vi giro una comunicazione che mi ha mandato Giorgio Seveso. Mi sembra interessante, se volete aderire leggete qui sotto. (Giovanni Cerri)

 

 

Caro amico e cara amica,

mi scuso di non scriverti personalmente ma di rivolgermi a te con una lettera circolare, sicuro però che capirai la necessità di procedere speditamente.

Non ho certo bisogno di ricordarti quanto la situazione economica e culturale del nostro Paese sia oggi gravemente compromessa, e come purtroppo il settore della pittura e della scultura nella sua larghissima maggioranza versi ormai da diversi anni in condizioni di particolare difficoltà.

Per questo un gruppo di amici romani, coordinati dal pittore Ennio Calabria (foto), ha preso l'iniziativa di presentare in tempi brevi una proposta da rivolgere al Presidente del Consiglio Monti e al Governo, di cui ti allego una sintesi. È evidente che tanto più saranno numerose le adesioni a tale proposta, tanto maggiore sarà la sua probabilità di venire accolta e discussa.

Dunque se, come mi auguro, intendi aderire, ti prego di inviare tempestivamente al seguente indirizzo elettronico enniocalabria@tiscali.it una e-mail in questa forma:

 

Aderisco all'appello “Misure salva-Italia = Misure Salva-Arte”

Nome Cognome

Professione

Città

 

Stiamo pensando, qui a Milano, di assumere qualche iniziativa pubblica a sostegno, ma per ora è molto importante che le adesioni individuali siano tempestive e che la tua mail giunga in tempi brevi.

NOTA BENE: Non è necessario rispedire anche l'appello.

 

Giorgio Seveso

critico d’arte e giornalista

www.giorgioseveso.it

 

 

 

MISURE ‘SALVA ITALIA’ = MISURE ‘SALVA ARTE’

 

Se non si salva l’arte italiana è difficile salvare l’Italia: il prestigio e l’intero indotto del made in Italy trovano il loro fondamento ed il principale valore creativo nella capacità di ricerca degli artisti italiani.

Con il presente documento esprimiamo ‘il grido’ di un intero settore della creatività e dell’economia italiana: l’arte contemporanea italiana sta spirando nell’indifferenza.

Non possiamo rimanere inerti di fronte alla profonda crisi del settore e siamo convinti che è urgente, ORA, un intervento che coniughi, secondo quanto indicato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, sviluppo ed equità, lotta all’evasione fiscale e rilancio dell’economia sana del Paese e quindi anche dell’arte contemporanea, risorsa della cultura e della tradizione italiana.

Ecco perché, con il presente documento rivolgiamo un appello al Governo del Paese affinché siano immediatamente adottate misure tese a fermare la deriva distruttiva e ad invertire la rotta favorendo lo sviluppo della creazione artistica realizzata con i linguaggi della pittura, della scultura e delle discipline connesse. È necessario, pertanto, che sia decisa un’azione che riconosca la validità strategica della cultura in una nazione che vede in essa e nel suo sviluppo un’indispensabile coerenza con l’unicità di quel bene non dislocabile qual è il suo patrimonio storico culturale, valore fondante del nostro Paese e della sua capacità attrattiva nel mondo.

Nel 2006 il Tavolo di lavoro “Per l’arte contemporanea” riunì artisti, storici e critici per sollecitare il Governo ed il Parlamento a prendere iniziative in un momento già difficile. Da lì presero avvio i lavori della Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali della Camera dei Deputati, che dettero vita ad un’ampia indagine conoscitiva attenta a tutti gli aspetti dell’arte e delle sue dinamiche produttive in Italia, in comparazione con esperienze di altri paesi d’Occidente. I lavori, ai quali parteciparono tutte le componenti della filiera, terminarono il 15 gennaio 2008 con l’approvazione unanime delle conclusioni. Agli atti sono rimaste una serie di proposte, una di queste destinata ad eliminare sperequazioni e aggravi fiscali che rendono le transazioni d’arte in Italia più onerose che in altri Stati d’Europa.

L’urgenza di realizzare un intervento che parta dallo Stato è legata al fatto che la crisi di allora si è ulteriormente aggravata e rischia di essere irreversibile per l’intero settore dell’arte contemporanea. Le cause di questa crisi coincidono con quelle che inducono il Governo a varare scelte e provvedimenti di rigore e di liberalizzazione del mercato per riavviare il Paese alla crescita e alla ripresa dell’occupazione. L’arte contemporanea può e deve essere parte di questo sforzo.

La contrazione ai minimi termini del mercato ordinario delle opere d’arte mette ora a rischio la sopravvivenza di un consistente comparto di professioni, mestieri e attività artigianali. Oltre che per autori e galleristi, l’arte è vitale fonte di reddito anche per storici e critici d’arte, editori, stampatori, fonditori, fotografi specializzati, negozi di Belle arti, corniciai, tipografie, venditori di materie prime, mosaicisti e altre attività di supporto. Ma più ancora, ad essere minacciata è la stessa sopravvivenza dell’attività artistica nel nostro Paese. Sintomatica e allarmante è la crescita esponenziale dei trasferimenti all’estero di gallerie e artisti, nonché la stessa chiusura di molte gallerie nell’impossibilità di proseguire la loro attività, che toglie ulteriormente sponde e respiro economico a chi non ha potuto né voluto abbandonare il Paese. Non si dimentichi che l’arte non è rappresentata solo dalle poche punte di eccellenza certificate dai borsini delle case d’asta e da un sistema di circolazione drogato e autoreferenziale. Particolarmente colpiti dalla crisi sono coloro che – sia nuovi talenti, sia artisti di solida reputazione – operano soltanto nel mercato italiano.

In questo contesto, poi, le strategie di comunicazione predisposte per la necessaria lotta contro l’evasione fiscale hanno alimentato la falsa percezione che l’opera d’arte sia un lusso superfluo, e negli acquirenti di opere d’arte il timore di poter essere considerati soggetti abbienti tanto da poter acquistare opere voluttuarie, e ciò deprime completamente il settore dell’arte che invece è bene necessario.

Pertanto ribadiamo la necessità di riprendere le conclusioni della commissione e di attuare le proposte tese ad armonizzare il nostro ordinamento con quello degli altri stati europei, a favorire l’interesse degli acquirenti per le opere d’arte, a semplificare la disciplina contabile e fiscale.

Consapevoli che non è possibile affrontare l’intera materia nei tempi brevi, riteniamo che l’emergenza richieda almeno un intervento immediato, e per questo proponiamo che, con urgenza, venga emanata una norma che, prendendo spunto anche da altri settori dell’ordinamento, pur nella peculiarità della materia in esame, preveda una detrazione d’imposta sul reddito per l’acquisto di opere d’arte.

Un siffatto intervento è, peraltro, destinato a portare un cospicuo aumento delle entrate fiscali, sia per quanto concerne la vendita delle opere, sia per tutte le transazioni che attengono alla filiera del mercato dell’arte, ed è necessario, nel contempo, a favorire una sana ripresa economica per l’intero settore.

I firmatari ritengono che una risposta positiva alla presente richiesta costituirebbe un significativo gesto di sensibile attenzione del Governo nei riguardi di un ambito di ricerca fisiologica all’identità del nostro Paese.

Consapevoli del difficile momento congiunturale, riteniamo che una prima ipotesi di lavoro, concretamente attuabile con rapidità, potrebbe prevedere una misura riferita ad un periodo di prova triennale dal 2012 al 2014, ponendo un tetto alla detrazione ed anche al valore delle opere coinvolte.

L’unica ineludibile condizione è la tempestività dell’intervento per salvare dal rischio di estinzione un lavoro creativo impegnato a consegnare al futuro l’immagine del tempo presente.

 

Roma, 2 febbraio 2012

 

Ennio Calabria, artista

Luigi Martini, Coordinatore del Tavolo di lavoro “Per l’arte contemporanea”

Enrico Lombardi, Gallerista


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