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Bruna Spagnuolo: La grande Cina (la 'mia' / 1991) – 1. Ganzu
05 Marzo 2008
 

Il mio approccio al viaggio ha a che vedere con il mio scrivere: cerca, scova e canta il bello che si fa speranza. Il modo di 'raccontare' la Cina, in queste pagine, è... soltanto 'mio'. Il contenuto è ciò che di geografico potrebbe svolgersi in un salotto letterario (il mio). Ogni pagina è l'equivalente di una mia poesia (allargata all'iconografia).

 

 

Ho visto l'uomo in Cina

lottare senza cedere

e non conoscere resa.

La montagna è enorme:

l'uomo l'ha tagliata.

Il baratro è profondo:

l'uomo l'ha oltrepassato.

Il sasso è assente:

l'uomo l'ha sostituito.

La natura è avara:

l'uomo l'ha circuita.

La morte è in agguato:

l'uomo si è moltiplicato.

Ho visto l'uomo in Cina

rubare alla terra i tesori.

Ho visto l'uomo in Cina

tessere preistorie e ricamare bandiere.

(da Linfa guerriera di Bruna Spagnuolo)

 

 

Nel 'Ganzu', il paesaggio è lunare, la vegetazione è assente (fatta eccezione per qualche raro albero infreddolito). Lo sguardo cerca invano le formazioni silicee e/o calcaree, le scisti, la selce in senso lato. Non ci sono macigni né ciottoli e si ha l'impressione di essere atterrati su qualche pianeta sconosciuto. Le alture notevoli sono grandi dune addormentate, che fanno da grembo alle nevicate perenni della sabbia sottile proveniente dal deserto del Gobi. Ci sono case che di quella sabbia hanno il colore e la consistenza e che sembrano tagliate dalla scimitarra affilata di qualche costruttore-artista- disegnatore.

Il paesaggio ha linee dolci e arrotondate e un'atmosfera quasi sensuale. L'uomo terrazza e coltiva i fazzoletti più incredibili e sospesi di quella terra-sabbia dall'aspetto inospitale, cava da essi riquadri verde smeraldo che toccano il cuore e fanno venire in mente che quel piccolo-grande uomo ha la capacità di “fare le pietre pani” (come usavano dire gli antichi Calabresi). In quei luoghi, l'essere umano sconfigge la furia degli elementi, sopravvive alle temperature invernali, che arrivano a trenta gradi sottozero, e conserva le strategie della saggezza popolare, che lo aiutano a restare sano e forte. Saggia e ben fondata è, in quei luoghi, per esempio, l'usanza di mangiare moltissimo aglio, crudo al mattino, cotto e persino tostato nelle varie ore del resto della giornata. I 'forestieri' che si trovano a prendere gli aerei locali nelle prime ore del mattino, insieme all'intenso odore di aglio che respirano tra i passeggeri, percepiscono la sensazione di trovarsi al cospetto di una progenie fuori del comune. Quella progenie è, infatti, tanto straordinaria da domare avversità e intemperie e cavalcarle con umiltà testarda e tenacia stoica.

Con scarpette di pezza e vari strati di indumenti poveri, a trenta gradi sotto zero, le genti di quei luoghi s'inventano la vita quotidiana, senza mai interrompere il moto perpetuo che li porta a muoversi da un luogo all'altro, da un'occupazione all'altra, da un bisogno all'altro, tessendo le trame infinite dei tragitti del singolo e delle moltitudini a piedi, in bicicletta o sui 'pa-pa-pa' (i motorini, con rimorchio-multiuso annesso, che emettono il rumore assordante come veri e propri scoppi: pa-pa-pa). Le stagioni sono il rosario su cui si snoda la preghiera-vita di questi abitanti coraggiosi, privi di tutto tranne della determinazione e dell'intraprendenza (quando le loro messi sono mature, le raccolgono, le spargono sull'asfalto e trasformano gl'inconsapevoli mezzi di passaggio in buoi trebbbiatori: le strade, allora, si fanno aie sulle quali mani alacri ventilano il grano, affidandolo al vento perché separi la paglia dai pesanti chicchi preziosi come oro).

 

Bruna Spagnuolo (testi) e G. Ferrari (foto)

 

Continua...

 

                                                     

***

 

 

 

 

Bruna Spagnuolo (Noepoli), poeta, scrittrice e saggista, vive ad Agrate Brianza. Lucana di nascita e lombarda di adozione si considera cittadina del mondo per le molte latitudini che ha visitato (Africa, Benue State, 1977; Pakistan, 1978-'79; Malesia-Singapore, 1980; Turchia, 1985-'87-'88; S. Domingo-Haity, 1986; Algeria, 1989; Cina, 1991; Sudan, 1992; Venezuela, 1994-'95; Malawi, 1996; Kenya-Tanzania, 1997; Nigeria-Kaduna State, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006; Nigeria, Federal Territory Capital, 2007). Ha dedicato la sua vita all'insegnamento e si è occupata di saggistica, critica letteraria, poesia e narrativa. Da più di un decennio si dedica alla scrittura a tempo pieno. Ha collaborato con riviste letterarie e quotidiani in Italia e all'estero. È presente in alcune antologie. La stampa e la critica si sono occupate di lei e le sue opere sono state recitate da attori, tra i quali Alessandro Quasimodo. Ha pubblicato: Interspazi (1986, poesia), Squarci di vita (1987, narrativa), Linfa guerriera (1997, poesia), Una leggenda chiamata Sarmento (2000, saggistica), Le travalicazioni dei Promessi Sposi del Pollino (2004, narrativa serial in quattro sezioni), La Nonna di Nassiriya (2005, narrativa), Il destino ti abita (2007, narrativa). Nel corso della sua attività letteraria ha conseguito diversi primi premi: 1983: "Romagna"; 1985 "Peccei"; 1986 "Sàntena", "Monfalcone"; 1987 "Sìlarus", "Milano"; 1988 "Fao"; 1989 "Piacenza"; 1990 "L'età verde"; 1999 "Lions Club Istanbul".

   

 ***

 


Migliaia e migliaia sono le immagini fotografate nel mondo e milioni le immagini che abitano il mio cuore, ma finito e limitato è il numero di quelle che possono comparire in questa sede 

 


Foto allegate

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