Venerdì , 19 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Ordine di farfalla
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Carlo Forin. Memoria del Zag mu, il Capodanno sumero
21 Ottobre 2015
 

Io propongo di osservare l’archeologia come ‘rimeditazione di cose antiche’ piuttosto che come ‘studio di cose antiche’. La diversità dell’approccio consiste nel circolo, presente nel primo significato, diverso dal rettilineo, suggerito dal secondo: nel rettilineo io vado ad antiquitates, alle cose antiche, per comprenderle e sovrapporre le mie idee –come fa Klaus Schmidt, visto nella chiusa nell’ultimo articolo, dove dubita che non capirà più niente;1 nel circolo io entro nella mente umana, sempre quella (te.men in sumero);2 se non mi perdo progredisco: ‘dub-bi’ in sumero è ‘ciò che sta nella tavoletta’ trovata. La lontananza del percorso può esser molto breve –es. la mafia in Italia, 150 anni– o lunga –es., il nome it-al-ia, terra alta di luna e sole–, o lunghissima –l’inizio del neolitico–. È cretinismo la resa: ‘non so, non si potrà sapere’ perché non c’eravamo! Quella gente che scolpì i megaliti riconosciuti come templi sono umani, nam-u, in sumero.

Io ho appreso il circolo dai Zumeri col Capodanno; l’anno è un circolo, lat. anno (ablativo, caso dell’etimo), sum. an-nu, ‘immagine (nu) cielo (an)’. Gli anni passati sono ‘cose’ antiche irripetibili (uruburu, serpente che si morde la coda). Studiarli è prezioso quando la rimeditazione aggiunge qualcosa.

La mia rimeditazione è eme gir (lingua sumera, traducibile: giro del me, ovvero ‘riflessione dello scrittore sui fatti animati dalla divinità’). Archetipicamente è DA DUE UNO mentre il post Cristo è il DA UNO DUE (Re.: da Archetipi di Elemire Zolla).

Da ciò, memoria è lat. memoria, sum. me-mu-ri-a, ‘seme (a) -in- cammino (er) di me-mu’. In termini magici, me-mur-ia, ‘luogo (ia) di vita-morte (mur) del me –la parola divina creatrice-’ (moria, follìa in greco sec. Erasmo da Rotterdam, Elogio della follìa. Moria è il luogo da cui Abramo partì per sacrificare Isacco. Mur-ia è vita dei sani che riconoscono di dover morire ed è morte della consapevolezza dei folli che vivono ‘da morti’).

I paleonimi, ‘nomi antichi’, sono esempi di nomi rimeditabili. Il nome dei monti Zag-ros, ad est del Tigri, c’è oggi, c’è ne L’antica Mesopotamia dello splendido archeologo A. Leo Oppenheim, pubbl. da Newton a Roma nel 1980 e perdura dai tempi dei Zumeri. Oppenheim non se ne accorse, così come Klaus Schmidt e tutti gli altri, pur visto e rivisto. La rimeditazione sulle loro parole fa emergere la realtà antica rivista, finalmente, come insegna Licinio Glori. Così vale per Iran, Iraq, Oman [nam.u: ‘tutto’]…

Osserviamo in sillabe Zag-ros, ‘confini-capo’, nome e paleonimo già affrontato in Allah e la Mezzaluna nell’esplorazione del neolitico. 2”. Abbiamo metà del Zag mu.

Zag-mu (-k)

New Year (festival) (‘edge, boundary’  + ‘name, year’ + genitive).3

Nome generale dell’anno fu sempre il mu (ogni anno col suo nome), il massimo del sacro sumero, come ru: mu-ru radica ‘muro’, il muro impedisce la conoscenza4 se sta di mezzo, ma è la modalità della costruzione se è con noi.

mu

n., name; word; year – where the words that follow could be a year-formula; line on a tablet, entry; oath; renown, reputation, fame (cf., gu10)].

v., to name, speak (cf., mug).

prep., because ; to; toward; in.

Emesal dialect form of gis/ges. Also with additional Emesal meanings: sky; instructions; fire; house; great. Also Emesal dialect form for gis2,3/ges2,3/us, man, male, penis.5

Da mu-ru, connessione tra il nome che dà nome a tutti i nomi, mu, ed il sacro ru, abbiamo ‘muro’ di un tempio, di una casa, di una città antica (perimetrale), oltre-chè la barriera di separazione. È il massimo del sacro, perché il luogo di unione di questo mondo e dell’altro, il fegato (in antico centro dell’essere animato, il nostro cuore).

mur, ur5 [HAR]

n., lungs; liver; fodder for fattening; lattice, grate (cf., ur5, muru12 –lettura circolare di mur–), and HAR-ha-da) (mu7, ‘to shout’/mud6 [clamo, grido], mu2, ‘to sing; to blow’ [è l’alef primordiale di Dio] + ur2, ‘root, base’).

v., to surround (circondo), enclose; to guard, preserve; to shout; to fatten; to grind, mill; to destroy; to spoil.

Demonstrative, thus; so; in this way.6

mur10, mu4 (-mu4) [TUG2]

to clothe; to dress oneself (reduplicated suggests a continuous activity) (mu10, ‘woman’, + ur, ‘to surround’).7

Questo muru è socialmente il muro perimetrale della città antica che definisce l’universo sociale dei suoi abitanti.

Abbiamo mu nella scrittura zag-mu-gaz, ‘confine-nome-rottura’ propone la galassia del cielo notturno senza nubi (nu-bi, ‘replica di nu, dell’Uno’ in sum.) con la via centrale dei meacula, ‘stelle’ –punti di aghetti del me–. Era vista come uno spettacolo presente degli dèi-stelle (come da insegnamento di Wilkler), mentre noi ne datiamo le origini al big bang. Mu(k) propone mucc, che conclude retro in u, pari ad a: mucca, la fonte del latte, ga, della via lattea. Ga-al è ‘latte alto’.

Volete l’etetimo di ‘galassia’?

zalag, zalah [UD], zalag2; zal

n., light, brightness; the light before dawn, early morning.

v., to shine, gleam; to illuminate; to cleanse, purify (often reduplicated) (cf., lah (UD).

adj., bright, luminous, radiant; pure; cheerful.8

Galaz- esce da una lettura retrorsa. Zi-a = ‘soffio-anima’. Zu-a = acquaintance, expert, experiened person.9

Dur-an-ki, che ho sempre letto ‘perdurare-cielo-terra’, nella rimeditazione mi fa vedere ‘urdu (2312 di ‘dur’), ordine –cielo-terra.

 

Carlo Forin

 

 

1 «Il carattere di muta pietra che le nostre fonti possiedono ci impedirà per sempre di sapere se a Gobekli Tepe il numen si fosse già trasformato in nomen, se cioè vi avessero fatto la loro comparsa esclusivamente spiriti, demoni e altre potenze trascendi, o se già si mescolassero a questi anche veri e propri dei e dee». Riferito nell’articolo precedente.

2 temen [TE]

perimeter; foundation(s), basis; foundation-charter; foundation platform; a figure on a ground made of ropes stretched between pegs, or the pegs themselves; excavation (often syllabically written te-me-en) (te, ‘symbol’ –connessione-/ti, ‘side, edge, stake’ –vita-, + men(4), ‘crown’ –e l’appena chiarito ‘me-en’, ‘parola-signore’- (TE archaic frequency). John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 275.

3 Ivi: 310.

4 Quando è solo indoeuropeo, come nell’ideologia dominante, che chiamerei eidologia, ‘prima immagine’ falsa della realtà.

5 John Alan Halloran, op.cit: 176.

6 Ivi: 181.

7 Idem.

8 Ivi: 311.

9 Ivi: 316.


 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy