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Secondo ferragosto in carcere. I dati e la situazione della casa circondariale di Sondrio
17 Agosto 2010
 

Come preannunciato, nella mattinata di domenica 15 agosto, per circa due ore, il deputato Gianni Farina (Pd), di origini valtellinesi e membro per lungo tempo della Commissione Giustizia della Camera, ha visitato il carcere di Sondrio accompagnato dai militanti radicali Giovanni Sansi, Federica Ciapponi, Gianfranco Camero e da Mario Dell'Oca.

L'iniziativa rientrava nell'ambito del “secondo Ferragosto in carcere” che ha visto circa 200 fra deputati, senatori, parlamentari europei e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici partecipare alla grande visita in massa delle 216 Case Circondariali e di Reclusione promossa, per il secondo anno, da Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del Pd.

I partecipanti all’azione di sindacato ispettivo sono stati accolti dal Vice Commissario Noemi Gennari, Comandante presso la Casa circondariale di Sondrio, con la quale si sono intrattenuti per raccogliere i dati previsti dal questionario standard predisposto a livello nazionale, procedendo poi all’esame della struttura penitenziaria e al colloquio con diversi detenuti.

 

A fronte di una capienza regolamentare di 27 posti (e tollerata di 48) sono attualmente presenti 38 detenuti comuni, tutti uomini, di cui 17 con condanna definitiva e 21 in attesa di giudizio; 15 sono tossicodipendenti, di cui 7 in terapia metadonica, 2 detenuti presentano patologie di tipo psichiatrico e 1 è sieropositivo. Gli stranieri sono 11, 8 detenuti lavorano come dipendenti dell’amministrazione penitenziaria per lo svolgimento delle mansioni ordinarie interne all’istituto (cucina, pulizia) e uno lavora come dipendente all’esterno in qualità di “semilibero”. Quanto al personale operante nel carcere, sono in servizio effettivo 25 agenti (rispetto ad una pianta organica che ne prevede 28), 2 educatori (sui 3 prescritti) e uno psicologo.

Per quanto concerne la struttura, che risale a circa un secolo fa, nella sezione centrale vi sono celle di 8,4 mq che ospitano 2 detenuti e altre di 27 mq che ne contengono 4, con bagno collocato in vano separato (senza doccia e acqua calda) e 2 locali doccia comuni; in altra sezione sono situate 3 celle ad uso provvisorio decisamente indecorose (fortunatamente vuote) poi, oltre alla cucina e all’infermeria, vi è una sala adibita a biblioteca, un locale con 4 computer, una spaziosa palestra adeguatamente attrezzata e area passeggi spoglia e decisamente angusta di circa 100 mq (sono previste quotidianamente 4 ore d’aria e 2 di “socialità”). Altrettanto inadeguata risulta essere l’area colloqui, piccola e divisa da un lungo piano, a cui talvolta si sopperisce mettendo a disposizione una saletta che garantisce un po’ di riservatezza, mentre rimane affidato alla sensibilità del personale l’eventuale attesa di accesso al colloquio fuori dal portone di ingresso.

È il caso di ricordare che Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (proprio in una sentenza contro l’Italia) hanno stabilito degli standard minimi per la detenzione: 7 mq per un detenuto, 10 per 2, 13 per 3 e non meno di 15 per 4 detenuti, mentre almeno 8 ore al giorno dovrebbero essere trascorse fuori dalla cella.

Ciò premesso e tenuto conto delle condizioni spesso infernali che riguardano buona parte del sistema penitenziario italiano, ci è sembrato nel complesso perlomeno accettabile la condizione del carcere di Sondrio, discrete le opere di manutenzione degli interni e dei servizi igienico sanitari, così come ci sono apparsi di alto livello la coscienza e l’impegno degli addetti alla funzione di polizia penitenziaria, ben diversa, ci è stato detto, almeno nelle intenzioni, da quella che un tempo si chiamava “guardia carceraria”.

Per ultimo vogliamo sottolineare come anche in questo contesto locale l’incidenza di detenuti in attesa di giudizio superi la metà (55%) e pertanto si possa supporre un ricorso eccessivo, e spesso illegittimo, allo strumento della custodia cautelare, in contrasto con il principio costituzionale in base al quale «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva»; per altro verso risultano evidenti gli effetti nefasti dell’attuale legislazione in materie di droghe che anche a Sondrio vedono implicati circa il 40% dei carcerati.

 

Gianfranco Camero

p. Radicali Sondrio

 

gianfrancocamero@gmail.com


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