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Bruna Spagnuolo: Selezione della specie. Sull'aborto.
01 Aprile 2008
 

La razza ariana ha fatto tanto parlare di sé, spaventando il mondo intero, con le sue pretese di “razza pura”. Il mondo è inorridito e ancora lo fa (anche grazie alle giornate della memoria e alla condanna della storia).

 

Il nostro 'civilissimo' Occidente fornisce alla gente assistenza sanitaria e cure mediche e alle donne gravide dedica attenzioni senza fine. Ecografie ed esami vari si sprecano a pioggia su ogni donna in attesa. Con ricorrenza regolare e ‘normale’ si prescrivono amniocentesi di qua e di là, per valutare con ‘naturalezza’ e ‘disinvoltura’ se sia o meno il caso di nutrire in seno, partorire, consegnare alla luce e alla vita ‘certi’ bambini, cioè certi figli di Dio. Evito di impegolarmi in diatribe circa l'opportunità e/o la saggezza di varie amniocentesi/villocentesi invasive (che potrebbero essere sostituite o, almeno, precedute da uno Sca-test informatizzato e assolutamente innocuo tanto per la madre che per il feto); mi soffermo su altro (di più vitale valenza). Pare che ai medici, in primis, e ai genitori poi corra ‘l’obbligo’, cioè il ‘potere’ di indirizzare alla nuova vita (già impiantata e in crescita nell'utero materno) pollice verso, ove ci dovesse essere sentore di ‘disagi’ e/o di ‘inabilità’ del nascituro. La nostra ‘civilissima’ era si permette il lusso di accendere l’infuriare delle discussioni sull’uso delle cellule embrionali e della clonazione, ma poi si autoinveste di poteri di vita e di morte e li dispensa con spaventosa seraficità a creature umane (che non hanno voce in capitolo). L’amniocentesi è, per il feto di turno un vero e proprio processo che può portare alla condanna a morte. Il verdetto può essere, infatti, infausto, se il caso vorrà che si possa ipotizzare (il più delle volte con estrema incertezza) la nascita di un bambino portatore di handicap. Senza girarci troppo attorno: se il bambino si ipotizza sano, forte e intelligente, viva, altrimenti muoia!

 

Che bella società di voltafaccia-assassini abbiamo creato! Diciamo di amare i nostri ‘disabili’, tanto che abbiamo inventato mille modi per non chiamarli handicappati (anzi, siamo così 'sensibili' che le nostre delicate orecchie non sopportano neppure il suono della parola 'disabili' e abbiamo inventato la dicitura 'diversamente abili'-che ipocriti!). Abbiamo lottato e lottiamo per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’inserimento sociale a vari livelli dei disabili e ci sentiamo migliorati e arricchiti dalla loro presenza tra noi (tutte cose sacrosante). Li amiamo tanto che, pur di non farne nascere altri, li uccidiamo ancor prima che crescano nel grembo materno e che vedano la luce… Mi domando: se i medici avessero la palla di cristallo e potessero prevedere il futuro, con le mutilazioni sopraggiungenti insieme al rischio di vivere, consiglierebbero alle madri (dei futuri individui destinati agl'incidenti) di portare avanti la gravidanza o le indurrebbero ad interromperla? I bambini 'scomodi' (perché con qualche cromosoma 'impertinente') li dobbiamo sradicare come pianticelle in embrione di 'malerba' umana (per ora); più in là, non arriveremo a testare il quoziente intellettivo dei bambini non ancora nati e a sopprimere quelli che non ne hanno uno al di sopra della media (o che hanno ereditato qualche cromosoma da un antenato che non gode della nostra approvazione)? E la vita, in tutto questo, da che parte sta...? E il diritto di vita o di morte chi lo ha ricevuto da chi (e quando)? Chi è che, spada in mano, fa inginocchiare davanti a sé medici e donne gravide, li tocca sulla spalla e li grazia con un'investitura a tutto campo di cavalieri sterminatori di bambini down / poco intelligenti? Coloro che 'contano' (i politici -che legalizzano quanto accade) non perdono occasione per vantare molta 'generosità' nei confronti dei 'disabili'/'diversamente abili' (in occasione delle campagne elettorali, alcuni di loro trovano utile farsi fotografare con gli handicappati, perché la cosa può portare addirittura dei voti)... Non è difficile pensare che essi, forse, cercano di approfittare dell'occasione (finché sono in tempo, cioè finché la 'selezione della specie' scrupolosamente perseguita non porti a completa estinzione della 'campionatura' ancora in circolazione). Chiedo perdono per il tono che può apparire terribilmente cinico; tale non è, lo posso garantire: nasce soltanto da una disarmata, dolente e stupita impotenza, in quest'era di confusione estrema, in cui posizioni (di destra, di sinistra, di centro, d'apice, di vertice, d'ipotenusa, d'angolo, di circonferenza) che dovrebbero essere teoricamente opposte coincidono, infine, nel tritatutto ideologico e nell'olocausto di qualsiasi argine sensato.

 

L’uomo, forse, dovrebbe vergognarsi di guardarsi allo specchio… (quando si accorgerà di aver toccato il fondo -nella sua caduta a picco verso il basso?). L'umanità dovrebbe tremare per i delitti contro gl'innocenti. I bambini sono tutti innocenti (più intelligenti, meno intelligenti e down). I bambini down già nati vengono sottoposti a interventi di chirurgia estetica (per fornire 'alibi' alla superficialità umana); quelli non ancora nati (gl'innnocentii più indifesi che ci siano, perché non hanno neppure consistenza-morbidezza-visibilità/visino e manine con cui suscitare tenerezza) vengono eliminati bellamente (con quella che è, in realtà, una vera e propria 'epurazione' e che viene camuffata con sofismi a volontà). Medici e genitori dovrebbero avere il coraggio di farli nascere e di tenerli in braccio, prima di sopprimerli (gettandoli, eventualmente, da una rupe tarpea moderna appositamente allestita). Ciò che fanno ora non è meno empio (benché sia meno visibile). Non credo sia vero che le azioni umane non abbiano conseguenze morali e credo, invece, che, da qualche parte, nell'universo, esista una banca delle azioni positive e/o negative: le azioni cattive sono semi del male e non possono che portare frutti adeguati. Le vie del tornaconto (della comodità e dell'assenza di sacrificio) sono, indubbiamente, più larghe, ma... sicuramente non vanno verso l'alto...

 

Bruna Spagnuolo


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