Lunedì , 04 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Oblò cubano
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
“The Lost City” di Andy Garcia (2005) 
Un film che racconta il vero volto della rivoluzione cubana
20 Luglio 2007
 

La morale di The Lost City sta tutta nella stupenda frase che Andy Garcia pronuncia nel finale della pellicola: «Non posso essere fedele a una causa persa, ma posso esserlo a una città perduta». Sono parole scritte da Guillermo Cabrera Infante, uno dei più grandi narratori cubani contemporanei, che firma soggetto e sceneggiatura.

The Llost City è un film importante, che si sforza di raccontare lo stato d’animo dei cubani durante la rivoluzione, il tradimento di un ideale, la presa del potere da parte dei barbudos e la successiva svolta autoritaria. The Lost City è un film diretto e interpretato da Andy Garcia, un cubano che vive sulla sua pelle il dolore di un esiliato, così come lo sentiva Cabrera Infante. Dobbiamo dire che la cosa più bella della pellicola è proprio quel senso di nostalgia profonda nei confronti di Cuba e dell’Avana (la città perduta) che pervade sequenze e dialoghi. Andy Garcia ha voluto nel cast molti attori cubani che vivono negli Stati Uniti per recitare la parte di loro stessi o interpretare il tormento dei genitori che dovettero abbandonare l’isola dopo il trionfo della rivoluzione.

Siamo nel 1958 e la storia comincia all’Avana, durante la dittatura di Batista, tratteggiata senza indulgenze, facendo capire la durezza del regime e di una polizia che uccide cittadini inermi per motivi politici. Fico Fellove (Andy Garcia), proprietario di un night club alla moda frequentato anche da mafiosi come Lensky (un grande Dustin Hoffman), è membro di una famiglia borghese tradizionale. Il padre di Fico è interpretato da un ottimo Tomas Milian, perfetto nelle vesti di un professore universitario che non ama Batista ma non vorrebbe che il cambiamento avvenisse attraverso la violenza rivoluzionaria. Due figli del vecchio Fellove, però, manifestano simpatie castriste e la loro scelta rivoluzionaria mina l’unità della famiglia. Il film procede come il racconto di una saga familiare, tra stupendi pezzi di musica cubana, balli caraibici, rapporti d’amore che sfumano e momenti di languida tristezza.

Cabrera Infante scrive la storia della rivoluzione cubana attraverso le vicissitudini di una famiglia e racconta una storia d’amore intensa, dedicata alla sua città perduta. Andy Garcia, Tomas Milian, Ines Sastre, Richard Bradford, Nestor Carbonell, Enrique Marciano, Dustin Hoffman e Bill Murray la interpretano da veri professionisti. The Lost City è un affresco veritiero e partecipe di un paese in cambiamento che sta preparandosi a commettere gli stessi errori del passato. Non si può affidare il governo a un solo uomo, rinunciare alla democrazia e alla scelta elettorale per delegare tutto al partito unico. Andy Garcia esprime da protagonista le sue idee politiche, cura la fotografia, la musica, i balli, sottolinea l’anima di Cuba e fornisce un omaggio sincero alla sua Terra. Il film rappresenta per il regista cubano il coronamento di un sogno, lo spettatore attento lo comprende e perdona un po’ di lentezza nella prima parte, qualche dialogo fastidioso e un eccesso di retorica nel finale.

La pellicola è capace di impostare un discorso di riflessione critica sulla rivoluzione cubana, lo fa senza manierismi e senza nostalgie fuori luogo nei confronti del regime di Batista. Andy Garcia non fa sconti a nessuno, ma racconta la sua verità, quella di un uomo profondamente democratico. La musica è il filo conduttore della pellicola ed è lo stesso Andy Garcia che la compone, costruendo un film sulla falsariga dello stupendo The Arturo Sandoval Story (2001), che vedeva interprete ancora Tomas Milian. Alla base del film c’è una carica emotiva profonda e a volte si comprende che l’autore non riesce a mantenere il dovuto distacco da un racconto che brucia ancora sulla sua pelle. Ines Sastre è molto brava nella parte di Aurora e con la sua bellezza intensa rappresenta bene l’amore impossibile, il sogno irraggiungibile di un esiliato che ha scelto di vivere lontano da Cuba. Il film è girato nella Repubblica Dominicana, gli ambienti esterni sono scelti con cura e ricordano Cuba. Vediamo piantagioni di tabacco, distese di palme, campagna e costruzioni coloniali, ma anche un palazzo presidenziale simile al Capitolio dell’Avana. Il regista inserisce bene filmati d’epoca e inquadrature che riprendono il Malecón, la Cabaña e Centro Avana.

Andy Garcia confessa che sono serviti ben sedici anni per realizzare questo film, soprattutto non è stato facile trovare un produttore che riuscisse a farlo circolare nelle sale cinematografiche statunitensi. The Lost City non è una pellicola facile e in Italia se n’è parlato poco, pare quasi che sia stata osteggiata da certa critica di sinistra che vede ancora la rivoluzione cubana come un valore da difendere. Andy Garcia prova a far capire gli errori storici della rivoluzione e la sconfitta del popolo cubano che ha perso la possibilità di tornare a un regime democratico. Gli attori sono molto bravi e contribuiscono a dare forza al film, soprattutto un eccellente Tomas Milian e un ironico Bill Murray. Peccato che Cabrera Infante sia morto senza aver visto il film nella sua versione definitiva, anche se dopo la visione del montaggio era molto soddisfatto.

The Lost City è una poesia tragica, una lettera d’amore a Cuba, un film che un regista cubano come Andy Garcia doveva assolutamente girare. La speranza è che in un giorno non troppo lontano possa essere proiettato anche a Cuba.

 

Gordiano Lupi


Foto allegate

Articoli correlati

  Stefano Pacini e Gordiano Lupi. Mi Cuba
  Andy Garcia: “Oswaldo Payá porta la fiaccola della libertà assoluta in un paese dove non esiste”
  Andy García e la libertà di Cuba
  Gianni Minà racconta Cuba
  Guillermo Cabrera Infante e i fiancheggiatori di Castro
  Gordiano Lupi. L’Avana letteraria di un Infante defunto
  Guillermo Cabrera Infante. Estelita, la mia “ninfa incostante”
  Guillermo Cabrera Infante alla Fiera del Libro di Miami
  Lupi parla di Cuba all'Argonauta di Radio Rai
  All’Avana senza pace e senza guerra
  Gordiano Lupi. Da Gibara a Londra
  Gianni Minà diffama Yoani Sánchez
  Gordiano Lupi. Il periodico di Yoani
  Zoé Valdés. Un nuovo anniversario del mio esilio
  Vargas Llosa ricorda i suoi giorni a Cuba con l'ultimo romanzo di Cabrera Infante
  Lezama Lima e Virgilio Piñera, due scrittori per un destino
  NuovaCuba. Il castrista digitale
  Gordiano Lupi. Puro humo (1985)
  San Quentin Tarantino
  Pubblicato a Cuba un libro su Cabrera Infante
  Alejandro Torreguitart Ruiz. Il vecchio non tira il calzino
  Guillermo Cabrera Infante. Todo está hecho con espejos (1999)
  Gordiano Lupi. Il regime cubano riabilita Cabrera Infante
  Yoani Sánchez. La luce in fondo al tunnel
  Gordiano Lupi. Caro Bertinotti, questa se la poteva proprio risparmiare…
  Libri e autori assenti alla Fiera del Libro dell'Avana
  Castroenterite. Come prevenire e (possibilmente) curare, in Italia, la terribile pandemia
  Gordiano Lupi. Piperno vince lo Strega… ed è subito notte!
  Bellezza e finzione di Marilyn Monroe
  Gordiano Lupi. La cartografia intima di un congedo
  Guillermo Cabrera Infante. La cicala e la formica
  Gordiano Lupi. La castroenterite
  Una visione di Fellini
  Gordiano Lupi. “Così in pace come in guerra”
  Un Festival controrivoluzionario
  Gordiano Lupi. “O” (1975) di Guillermo Cabrera Infante
  Letteratura e censura a Cuba
  Gordiano Lupi. La ninfa incostante (2008) di Guillermo Cabrera Infante
  Gordiano Lupi. Amazzone notturna
  Anticipazione: Alejandro Torreguitart Ruiz. Caino contro Fidel
  Il mio amico Calvert Casey
  Alejandro Torreguitart Ruiz. Moriremo tutti, anche se non siamo Cabrera Infante
  Pubblicano le Opere complete di Guillermo Cabrera Infante, sette anni dopo la sua morte
  Guillermo Cabrera Infante. La morte di mia madre
  Che bello Bombolo raccontato da Ezio Cardarelli!
  29 Settembre. Lupi al Siena Film Festival con Edwige Fenech
  Gordiano Lupi. I libri di cinema editi da Mediane
  Manolesta di Pasquale Festa Campanile
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 1 commento ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.6%
NO
 29.4%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy