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Alberto Figliolia. Gino Severini al Mart 
Resterà aperta fino all'8 gennaio 2012 la mostra inaugurata il 17 settembre scorso
Souvenir de voyage
Souvenir de voyage 
26 Settembre 2011
 

Dal Musée d'Orsay, dall'Orangerie di Parigi al Trentino, dalla ville lumière a Rovereto, in Trentino. E non paia una limitazione, poiché la città nella Vallagarina attraversata dall'Adige è molto bella, potendo vantare un centro storico delizioso, un percorso segnato da palazzi storici, dove soggiornò Johann Wolfgang Goethe nel suo celeberrimo Italienische Reise (Viaggio in Italia) e per il quale passò Wolfgang Amadeus Mozart nel suo altrettanto famoso itinerario italiano. Inoltre a Rovereto c'è un polo museale di eccezionale importanza, quale è il Mart (acronimo che sta per Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), capace con la sua organizzazione di allestire, oltre alle collezioni permanenti, mostre di valore internazionale. Proprio il caso dell'ultima inaugurata sabato 17 settembre (aperta fino all'8 gennaio 2012) e dedicata a Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966).

L'opera di Gino Severini si è esplicata attraversando le più varie fasi e movimenti, di cui è stato eccellente interprete: divisionismo, futurismo, cubismo, il ritorno al classico, esplorando ogni potenzialità, creando originali sintesi e tracciando nuove strade.

La presente esposizione si configura come oltremodo ricca ponendo alla vista decine e decine di lavori che evidenziano gli innumerevoli, talora imprevedibili, sentieri battuti dalla ricerca artistica, con punti d'arrivo, novelle fughe e riapprodi, di Severini, finissimo teorico peraltro e abile a dialogare con ogni intelligenza dell'epoca, come ben dimostra il carteggio con il filosofo Jacques Maritain, quarant'anni di corrispondenza attraverso la Francia e la Svizzera, l'Italia e gli Stati Uniti. I due avevano avviato un intimo e fecondo dialogo culturale, una profonda riflessione sulla storia e sulle cose e necessità del mondo, sull'arte sacra, non trascurando il racconto della vita privata, traversie familiari comprese. Tale epistolario è stato dal Mart pubblicato in volume, nella collana Documenti, importantissimo pendant alla mostra.

Severini si trasferì a Roma nel 1899, giovanissimo. Nella capitale incontrò Umberto Boccioni e Giacomo Balla dal quale apprese «la lezione del divisionismo italiano. Caratterizzata da una particolare attenzione per gli effetti luminosi». La pennellata, rispetto a quella dei colleghi francesi, era però più «libera e filamentosa reintroducendo lo studio del chiaroscuro e dei contrasti luce-ombra». Meraviglioso è il dipinto Al solco (1903-1904, olio su tela, 89,9 x 190 cm), un contadino con bue e aratro, fra vigne e aride zolle di terra, così come il Tramonto con due covoni (1905, pastello su cartone, 49 x 47 cm), dove non sai se la sera con le ombre incombenti è serena o minaccia.

Nel 1906 il poco più che ventenne Gino si ritrovò nelle scintillanti strade di Parigi cominciando qui a confrontarsi con il neoimpressionismo di Georges Seurat. Printemps a Montmartre (1909, olio su tela, 72 x 60 cm), Le marchand d'oublies (Avenue Trudaine) (1908, olio su tela, 59 x 72 cm) e i vari ritratti sono già nel marchio del genio.

Ma principia la stagione futurista, che nel caso di Severini è un magico e felicemente caotico affastellarsi di situazioni e colori, dal Souvenir de Voyage (1911 circa, olio su tela, 80,5 per 99,5 cm) a Le boulevard (1911, olio su tela, 63,5 x 91,5 cm), con esiti meno estremi per quanto riguarda l'astrazione e la concettualizzazione, nei quali dimora una sorta di fiabesca magia e il dinamismo dell'esistere e la panica crudeltà della joie de vivre vengono stemperati da una sorta di malinconia, da un senso dell'immanente e permanente caducità. È tuttavia il tempo delle sperimentazioni, delle forme di danzatrici dal movimento vorticoso, linee e curve di vertigini, ritratti scomposti e da ricomporre, tram in corsa, stazioni e treni.

Magnifica la serie di oli sulla guerra: Canon en action (Mots en liberté et formes) (1914-1915, 50 x 61 cm); Train blindé en action (1915, 115,8 x 88,5 cm); Lanciers italiens au galop (1915, 50 x 65 cm). Inconsapevolmente forse ma indubitabilmente, al di là della ricerca formale, questi quadri fanno trapelare il bieco segreto dell'orrore della guerra: dalla dimensione eroica, dalla sola igiene del mondo, al massacro, il passo è breve, che si paleserà nel sangue versato dai popoli. Non lo vedi in quei colori e in quelle forme ma lo senti, un brivido che si trasmette.

Segue, nella vita dell'artista, il momento cubista, con delle nature morte di splendida fattura e costruzione e, infine, la riscoperta del classico. «Severini, tra il 1919 e il 1920, inserisce le maschere della propria produzione, con dettagli realistici e volumetrici. Nel 1921, tramite il mercante Léonce Rosenberg, gli viene commissionata una decorazione murale per il castello di Sir George Sitwell, a Montegufoni: è l'occasione di un ritorno alle origini con una pittura che si avvicina al Quattrocento toscano e con l'adozione dell'antica tecnica dell'affresco. Tra il 1924 e il 1928, l'artista abbina un'astrazione sempre più decorativa a un richiamo al realismo, pur conservando il tema della natura morta e della Commedia dell'Arte. Gli affreschi realizzati alla fine degli anni Venti per la casa di Rosenberg, in cui il pittore colloca i personaggi in uno scenario di rovine antiche, ribadiscono la fascinazione di Severini per la pittura classicista. Nel 1930, Severini progetta delle decorazioni a mosaico per le chiese del cantone di Friburgo, in Svizzera. Nel corso della lavorazione di queste opere, l'artista frequenta i maestri mosaicisti di Ravenna e inizia ad appassionarsi a questa tecnica».

È, ora, una sfilata di dipinti di maestria assoluta ad accompagnarci, una teoria di suggestioni infinite: il Pierrot napolitano (1923, olio su tela, 65 x 46 cm); la Maternità (1916, olio su tela, 92 x 65 cm), una vera icona della storia dell'arte novecentesca, perfetta rappresentazione del topos, del modello; l'altra Maternità (Jeanne et Gina) (1920, tempera alla caseina su tela, 92 x 60 cm), una scena che si muove fra rinascimentale e avanguardia, ancor più manifesta grazie al riquadro della finestra con i monti sullo sfondo, campi coltivati, case, alberi e nubi, un paesaggio quasi atemporale, in cui madre e figlia sono sia volumi di persone fisiche sia archetipi; La femme à la mandoline (1923, olio su tela, 91 x 59 cm); La famiglia del povero Pulcinella (La famille de pauvre Pierrot) (1923, olio su tela, 101 x 65,5 cm); Les joueurs de carte (1924, olio su tavola, 75 x 100 cm); i bizzarri e, nel contempo, armoniosi Le démon du jeu (1928-1929, olio su tela, 160 x 66 cm), L'equilibriste (Maschere e rovine) (1928-1929, olio su tela, 160 x 145 cm) e Le coup de foudre (Les furberies d'Arlequin) (1928-1929, olio su tela, 160 per 66 cm), un trittico di surreali commistioni, fra rovine classiche, archi e colonne, le mani gigantesche, sproporzionate, delle figure, gli squarci di cielo spaesanti al punto da non comprendere se sia invece la realtà uno squarcio nell'assurdo tessuto del cosmo.

E ancora ritratti, nature morte, uno splendido Paradiso terrestre (1937 circa, olio e tempera su tavola, 162 x 260 cm)... in un giorno che sembra notte, ma potrebbe essere vero il contrario, tutte le creature si muovono all'unisono, in armonia, l'uomo, nudo, sta in un angolo in basso, a destra, una parte del tutto, uno fra tanti, spogliato della prevaricante centralità autoattribuita, il leone accovacciato ai suoi piedi (ma non è segno di sottomissione), cobra, pesci, capre, coccodrilli, uccelli, elefanti, asini, giraffe, ogni sorta di esseri. È la straordinaria varietà della vita a trionfare. Un quadro simbolo, nell'arcobaleno esistenziale del grande, grandissimo Gino Severini.

 

Alberto Figliolia

 

 

Gino Severini 1883-1966, a cura di Gabriella Belli e Daniela Fonti (coproduzione del Mart e del Musée d'Orsay et de l'Orangerie, Parigi). 17/09/2011 – 08/01/2012, Mart Rovereto, corso Bettini 43, Rovereto-TN. Mar-dom 10-18, ven 10-21, lunedì chiuso. Info e prenotazioni: numero verde 800 397760, tel. +39 0464 438887; info@mart.trento.it, infogruppi@mart.trento.it, www.mart.trento.it.

Catalogo della mostra Silvana Editoriale, Milano, a cura di Gabriella Belli e Daniela Fonti.


Foto allegate

Le Boulevard, 1911
La chitarra
Maternità (Jeanne e Gina), 1920
La famiglia del povero Pulcinella
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