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Una rivista per crescere insieme 
Lidia Menapace chiamata a dirigere il nuovo mensile “Rifondazione Comunista”
12 Ottobre 2009
 

Ho appreso con gioia che la Direzione del Prc ha deciso di dare vita a una rivista di teoria e formazione politica e di affidarne la direzione e me e ad altri due compagni. È stata certamente una decisione non facile, come lo è stato tutto il percorso che ha condotto a questo felice esito (anche per me, intendo). Ma, d'altra parte, che vi è oggi di facile, se non le pericolose fanfaronate di Berlusconi? Accetto dunque le condizioni poste, uscite da un ampio dibattito; e spero di non essere inferiore alle aspettative che si concentrano su questa decisione e sulle sue conseguenze. Cercherò - come si dice, ma non lo dico per pura ritualità - di essere come potrò all'altezza del compito, dichiarando che terrò come misura del mio agire la mia coscienza, il faro della soggettività critica, che deve guidarci sempre, per accostarci alla meta ambiziosa di rifondare il comunismo e di superare il patriarcato.

Ringrazio ancora di cuore tutti e tutte: e facciamoci reciproci cordiali e fortissimi auguri, perché di certo ne abbiamo proprio bisogno.


Lidia Menapace

(lettera pubblicata su Liberazione, 10 ottobre 2009)

 

 

DOCUMENTO.

Partito della rifondazione comunista

Direzione nazionale del 7 ottobre 2009
Odg sulla rivista

La Direzione nazionale del
Prc decide di dar vita ad una rivista mensile dal nome Rifondazione Comunista.
Il punto fondante questa impresa è la necessità di costruire un punto di analisi, riflessione e ricerca con l'obiettivo di rilanciare il progetto politico culturale della rifondazione comunista. Accanto e a monte dei problemi di linea politica è infatti evidente che il Prc è entrato in crisi proprio a causa della incapacità di risolvere positivamente il nodo del progetto strategico della Rifondazione Comunista. Per noi, tale progetto è basato, a partire dalla rottura con lo stalinismo, dall'unità dialettica dei due termini che si qualificano a vicenda: la scelta dell'innovazione radicale e la scelta di rifarsi, criticamente e praticando profonde cesure, ad un filone politico qualificato dal tema della rivoluzione, intesa come superamento del modo di produzione capitalistico e del patriarcato. Si tratta di un punto essenziale perché il senso profondo della nostra esistenza dipende dalla ricerca attorno all'attualità del comunismo oggi cioè della sua rifondazione.
Uno degli elementi che ha reso difficile e scarsamente efficace il percorso sin qui fatto è dovuto alle forme concrete in cui questa ricerca è avvenuta, con un eccesso di precipitazione dalla ricerca teorica in prese di posizione politiche e con una conseguente riduzione del dibattito culturale ad elemento di schieramento interno. Il complesso di questi fattori ha contribuito a determinare una situazione in cui il dibattito politico culturale non si è più prodotto nei termini di una ricerca ma in quelli di una contrapposizione tra tesi precostituite. È cioè mancato il presupposto scientifico di una ricerca e cioè la discussione approfondita e la verifica teorico pratica delle ipotesi definite.
La decisione che oggi assumiamo è quindi duplice: da un lato di riprendere la riflessione teorica e politica sulla rifondazione e dall'altra di farlo attraverso la costruzione di uno spazio pubblico unitario, di confronto con le culture critiche, di cui tutto il partito si senta partecipe. Una rivista che sappia portare un contributo di analisi e idee nel percorso di costruzione della Federazione della sinistra di alternativa che siamo impegnati a costruire sul piano politico.
Il contesto in cui si situa questa ricerca è la crisi capitalistica in atto, che caratterizza quella attuale come una gigantesca fase di transizione, in cui assetti sociali, culture politiche, forme e contenuti dell'agire sociale vengono modificati. Una fase in cui il capitale mostra - per dirla con il Marx del Manifesto del Partito Comunista - il suo volto rivoluzionario. Dentro questa gigantesca trasformazione vogliamo ricostruire il senso profondo del nostro progetto strategico.
Con questa consapevolezza e con questi obiettivi decidiamo quindi di dar vita ad una rivista mensile che abbia in primo luogo due punti di osservazione. In primo luogo un serio lavoro di analisi del capitale, inteso come “totalità concreta” e cioè nelle sue determinazioni economiche, sociali, istituzionali, culturali. In secondo luogo un serio lavoro di “inchiesta operaia”, intesa come osservazione partecipata, co-inchiesta dei soggetti e dei movimenti che alla mercificazione capitalistica si oppongono.
Attorno a questo doppio fuoco di analisi dobbiamo saper leggere le modifiche delle culture, della politica e delle istituzioni e praticare sulla cultura politica di cui siamo eredi una azione di decostruzione e ricostruzione che aspiri a dar vita ad una nuova narrazione del nostro agire comunista. Una rivista quindi di analisi e riflessione, che lungi dall'esaurirsi nel dibattito sappia essere in primo luogo strumento di approfondimento e formazione.
La direzione nomina direttora del mensile la compagna Lidia Menapace e vicedirettori i compagni Armando Petrini e Sandro Valentini.
(Approvato con 4 voti contrari e 2 astenuti)

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