Sabato , 07 Dicembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gino Songini. A cosa può servire una interminabile crisi
28 Dicembre 2013
 

A cosa può servire una interminabile crisi? Può servire forse a farci riprendere il discorso intorno alle ingiustizie, alle disuguaglianze sociali, all'oppressione che i ricchi e i potenti esercitano sui poveri e sui diseredati. Questo discorso, inopinatamente interrotto negli ultimi decenni nella nostra società abbagliata da un illusorio benessere, sta tornando attuale in Italia e in Europa, dove milioni di giovani e meno giovani hanno perso il lavoro e la speranza e vedono ormai, per dirlo con le parole di Leopardi, “il dì futuro del dì presente più noioso e tetro”.

Può servire a ricordarci che eravamo poveri fino a ieri. Forse ci stavamo dimenticando di quanti italiani, in un passato neanche troppo lontano, hanno dovuto emigrare per sopravvivere, andandosene con poche cose stipate nei bauli e nelle valigie. Ci stavamo dimenticando dei treni carichi di emigranti diretti verso la Germania e il Belgio, la Svizzera e la Francia. O delle navi dirette verso l'America. Forse è tornato il momento di riflettere e di riallacciare il filo della memoria a un passato che, nonostante tutto, ancora ci incalza da vicino.

Che cosa ci insegna ancora questa crisi? Che non possiamo dare nulla per scontato, che nessuna conquista è per sempre, che, mentre si sale verso l'alto, incombe sempre il pericolo di un rovinoso capitombolo. Così da un anno all'altro, ci siamo trovati con milioni di disoccupati e migliaia di aziende, fino a ieri produttive e fiorenti, costrette a licenziare e a chiudere. In Italia un gran numero di lavoratori ha visto il traguardo della sospirata pensione allontanarsi fino ad apparire un miraggio. Alcuni, e questo è veramente vergognoso, si sono trovati senza lavoro e senza pensione.

Intanto decine di migliaia di disperati provenienti dal sud del mondo sono arrivati e continuano ad arrivare nel nostro paese dove, crisi o non crisi, sperano di trovare qualcosa di meglio di quanto hanno lasciato alle spalle. Pertanto il discorso, già complesso e difficile per i nostri problemi, deve necessariamente allargarsi ad altre situazioni, altri popoli, altre terre. Non possiamo far finta di niente di fronte a quanto sta avvenendo. Giustamente, doverosamente direi, il governo italiano ha chiesto l'aiuto dell'Europa per fronteggiare questo grave problema dell'immigrazione, reso ancor più drammatico dalle tragedie che continuano a verificarsi nel Mediterraneo. Oltre alla crisi che investe ormai la quasi totalità dei paesi dell'Unione Europea, i governi si trovano a dover fronteggiare un'emergenza, non soltanto umanitaria, di enormi proporzioni.

Bisogna rimboccarsi le maniche. I giovani sono chiamati a risvegliarsi dal torpore nel quale sembrano vivere, a far rinascere dentro di loro la voglia di fare qualcosa, la stessa voglia che animò le giovani generazioni degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando i ragazzi di allora pensarono davvero di poter cambiare il mondo. Anche grazie ai movimenti giovanili, in quegli anni la società di rinnovò, la cultura rifiorì, nuovi diritti furono acquisiti nel campo della scuola, del lavoro, della famiglia. Si aprirono nuovi e impensati spazi di liberà. Certo, ci furono esagerazioni ed errori. Qualcuno scambiò la libertà con la licenza. Altri scelsero la scorciatoia dell'individualismo e dell'egoismo. Ma il messaggio di speranza gettato nel mare della società continuò la sua navigazione. Figure mitiche di personaggi sia pure assai diversi tra loro continuarono ad esercitare un irresistibile fascino sull'animo dei giovani. Ripeto, non furono tutte rose e fiori. Il processo di rinnovamento, già rallentato da una sub-cultura deviante, andò a infrangersi contro il muro cieco e insanguinato del terrorismo. Il motore del progresso civile e sociale rallentò i suoi giri fino a fermarsi. Gli ultimi decenni, al di là della diffusione (o dell'invasione) informatica, non hanno prodotto grandi cose nella società italiana ed europea. La stessa caduta del muro di Berlino (1989) non ha mantenuto tutte le promesse delle quali era portatrice. Abbiamo un po' tutti tirato a campare, cullandoci nell'illusione delle nostre “magnifiche sorti e progressive”. In Italia, spargitori di loto televisivo, pifferai e imbonitori di ogni risma si sono attivati per offuscare le menti e addormentare le coscienze, proponendo disvalori e modelli negativi. Adesso questa crisi devastante ci costringe ad aprire gli occhi e a invertire la marcia. Ciarlatani e incantatori di serpenti non devono più trovare spazio in una società che ha bisogno di rinnovarsi dalle fondamenta. La crisi, grave e profonda (“strutturale” la definiscono i saccenti), chiama ognuno di noi a uno sforzo superiore, necessario a trovare una via d'uscita dalla palude e a ridare speranza alle nuove generazioni. Ci sono tante cose da fare, tante storture da correggere, non solo in Italia. Basti pensare alla scandalosa povertà di paesi ricchissimi di materie prime che vedono le loro risorse saccheggiate da predoni famelici, senza nulla ricevere in cambio. Basti pensare a paesi oppressi da dittatori tanto ladri quanto incapaci, che gestiscono la cosa pubblica come proprietà personale, sempre pronti oltretutto a calare il pugno di ferro contro chi osa opporsi o soltanto denunciare le prepotenze e gli abusi. Io penso che il mondo sia diventato ormai troppo piccolo perché si possano tollerare tante soperchierie. Occorre rafforzare gli organismi internazionali, a cominciare dall'ONU, e dotarli di strumenti operativi che possano mettere un freno ai prepotenti e sostengano invece chi combatte per la verità e per la giustizia.

Ma non voglio allargare troppo il discorso. Ci penserà, spero, qualcun altro ad ammonire e a correggere. Non mancano del resto donne e uomini illuminati che lo possono fare. Allora torno più umilmente al nostro orticello, alla nostra Italia sempre più in balìa di questa crisi che sta accelerando l'emigrazione dei giovani migliori, che costringe troppi imprenditori ad andarsene da un paese frenato da una burocrazia farraginosa, dalla mancanza di infrastrutture, da una giustizia civile e amministrativa del tutto inefficiente. Ma nello stesso tempo questa crisi ci mostra in tutta evidenza altre italiche lacune, ad esempio una scuola che, specialmente ai livelli superiori, è chiaramente inadeguata alle sfide dei tempi o una politica nella quale troppo spesso emergono i peggiori (chiudete gli occhi e pensate a un nome, uno qualunque), ecc.

E la cultura? Direbbe Dante: “...E qui comincian le dolenti note...”. Venti anni di degrado della politica, insieme ad altrettanti anni di pinzillacchere televisive, di grida di mercanti in fiera, di demi-vierges disposte a tutto per affermarsi, oltre ad aver ridotto all'angolo i valori morali e civili, hanno soffocato la nostra tradizione culturale. In Italia non c'è più cinema, non c'è più teatro, non c'è più letteratura, non c'è più poesia. Rendiamoci finalmente conto di come stiamo. Personaggi illustri, che onorano il nome dell'Italia nel mondo (nonostante tutto ce n'è ancora qualcuno), vengono denigrati e messi alla berlina soltanto perché, pensate, nominati senatori a vita. Non importa se si chiamano Renzo Piano, Claudio Abbado, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo o Rita Levi Montalcini. Non importa che siano conosciuti e stimati nel mondo intero. Non conta che da soli riescano a salvare quel che si può salvare dell'immagine dell'Italia, né che sappiano proporsi come esempi per i giovani del nostro tempo. Costano troppo allo stato, ripetono in coro scribacchini prezzolati e pappagalli televisivi. Corruttori e corrotti della peggior specie sono i primi a mostrarsi indignati per tali nomine e levano alti i loro striduli lamenti. Possiamo accettare tutto questo? Io penso di no. Penso invece che dobbiamo recuperare il valore politico e sociale della cultura dopo che quest'epoca semibarbara ha scavato gallerie oscure nella nostra coscienza. E nel contempo dobbiamo tornare a riconoscere il valore della solidarietà, della semplicità di vita, della coesione sociale. Anche a questo può servire una interminabile crisi.

 

Gino Songini

(da 'l Gazetin, novembre 2013)


Articoli correlati

  Vetrina/ Gino Songini. In morte di Nelson Mandela
  Gino Songini. Beati coloro che possiedono certezze e verità
  Gino Songini. «Somos todos americanos»
  Gino Songini. “Se un paese è l'aereo, la scuola è il suo motore”*
  Gino Songini. L'abbiamo scampata bella
  Gino Songini. Dalla villa di Arcore a quella di Sant'Ilario, da un pifferaio a un altro
  Gino Songini. NO e ancora NO ai reati di opinione
  Gino Songini. Le crisi come le ciliegie: una tira l'altra
  Gino Songini. Non ci resta che piangere
  Gino Songini. Il cavallo non domato (o indomabile?) dell'energia nucleare
  Gino Songini. Brevi note sulla pittura e sulla musica.
  Gino Songini. Ma diamogli un calcio nel sedere (metaforico, s'intende)
  Gino Songini. Nella giungla informatica, tra felici scoperte e trappole insidiose
  Gino Songini. Una gita con Berlusconi
  Gino Songini. Gli esami non finiscono mai
  Gino Songini. Elogio del lavoro manuale
  Vetrina/ Gino Songini. Lettera al “Che”
  Gino Songini. Zibaldone estivo
  Scuola e Diritti. “Se i meccanici sabotano i motori, l’aereo precipita!”
  Gino Songini. A proposito della libertà di stampa
  Gino Songini. Una guerra mondiale “a pezzi”
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.9%
NO
 29.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy