Martedì , 19 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Enrico Peyretti. Va cacciato
11 Aprile 2010
 

Al momento di votare si fa quel che si può, che può essere il meno peggio, cioè il meglio relativamente possibile. Ma dopo si ricomincia a ragionare in modo ampio, e a parlare liberamente, guardando anche lontano, e non solo vicino.

Ebbene, questo governo va cacciato. Senza violenza, col metodo democratico, ma con la massima decisione politica. È il “governo degli affari propri”, degli affari privati del suo piccolissimo capo, aiutato dai suoi manutengoli e compari. Ora che il suo potere si è consolidato con le regionali, si deve consolidare il progetto per cacciarlo.

Questo va detto e ridetto, e dimostrato, e martellato, proprio nel tempo fuori-elezioni. È in questo tempo che si forma e si riforma l'opinione pubblica. Nel momento delle elezioni ci si adatta realisticamente. Nel tempo del dibattito si cerca la verità più avanti della realtà. La verità di fatto è che questo governo, modellato su un piccolissimo uomo, immiserisce l'Italia.

La parola è una forza grande. Conta più dei fatti perché spiega e orienta i fatti. I fatti sono sempre ambigui, oscuri. È la parola che gli dà significato e li orienta. Gli operai della parola, gli intellettuali, informatori, educatori, devono esporsi alla luce, senza calcoli, e dire la verità brutta dell'Italia di oggi. Devono frustare il malcostume di cui il Piccolissimo è effetto e causa nel contempo. Forse non cambieranno le cose. Ma forse invece sì.

Questo governo del Piccolissimo piace a egoisti e ignoranti e ingannati: agli egoisti, che farebbero lo stesso se fossero al suo posto, perciò lo ammirano e lo approvano; piace agli ignoranti, appositamente mantenuti nell’ignoranza, che non sanno cosa sia la civiltà giuridica, la quale è la limitazione della forza fattuale, e non la sua traduzione in legge che obbliga tutti; piace agli sprovveduti, ingannati e intossicati per decenni dall’arma mediatica che quel tale si è procurato da gran tempo, con l’aiuto di complici, e dall'imperativo consumistico, che Pasolini aveva segnalato.

Ora il Piccolissimo stravolgerà la Costituzione. Non solo guida male, ma guasta la macchina, che è proprietà di tutti. Non farà riparazioni e ritocchi, ma guasti gravi, perché il suo pensiero e il suo piano sono semplicemente l’autocrazia. Nulla di meno. Non ci deve essere mediazione sul progetto anticostituzionale. Lui e i suoi devono restare soli con le loro malefatte.

La macchina e la casa della Repubblica (res publica, cioè la “cosa di tutti”) non appartiene a chi comanda, neppure se fosse designato nel modo più corretto. Appartiene a tutti, e solamente tutti, o la grandissima parte, possono modificarla, ma non possono lecitamente rovinarla.

Il Piccolissimo (“uomo la cui statura supera l’altezza morale”, come Sturzo disse di Giolitti, che era molto alto), il cui piano è notoriamente attuare il piano eversivo della P2, è l’avversario del bene comune. Va cacciato. Semplicemente cacciato. Certo, soltanto con la democrazia. Ma la democrazia non esiste senza chiarezza di visione e di volontà. Va cacciato anche per il suo bene personale, perché è a rischio fisico e psicologico per l’ossessione del potere che lo possiede e lo costringe a mosse quantitativamente vincenti, ma umanamente disperate. Come persona fa pena. È il più ingannato di tutti, avvolto nelle spirali del proprio gioco degli inganni. Che possa vivere i suoi ultimi anni libero dalla propria malattia. Ma che paghi i conti con la legge, vincolante anche per lui.

L’opposizione, se vuole esistere, deve proporre agli italiani la cacciata del Piccolissimo dal governo, dicendone chiarissimamente i motivi stringenti. La sua proposta positiva deve consistere nel perfetto contrario dei piani della P2. Si tratta, dunque, della difesa positiva della Costituzione nei suoi valori indisponibili, e della sua evoluzione coerente con i suoi valori fondanti, con la forma democratica e non autoritaria e personalistica dello Stato. Si tratta del primato indiscutibile dei bisogni e diritti di tutti sulle pretese di pochi o di uno solo: perciò giustizia sociale, lotta ai privilegi, equità e proporzionalità fiscale, quindi attuazione del super-articolo 3 della Costituzione. Si tratta di salvaguardia del futuro per le nuove generazioni, perciò restaurazione e tutela del territorio, “economia verde”, e non grandiose e pericolose speculazioni. Si tratta di dare qualità alla vita della popolazione, perciò istruzione, informazione, comunicazione, come beni primari della libertà giusta, della società aperta, della ricchezza umana, al di sopra di tutti i profitti materiali particolari. Si tratta di restituire sicurezza ad una società artificiosamente spaventata, ridotta nella gabbia degli egoismi tristi, mentre cadono gli steccati fra i popoli, e di farlo non con le politiche ingiuste securitarie e discriminanti, ma con la fiducia nelle legge fatta rispettare anzitutto a chi è più fortunato, a tutela dei più sfortunati, nativi o immigrati.

Se l’opposizione dicesse chiaramente queste cose – cioè se le pensasse e le volesse davvero (io temo di no) – il popolo capirebbe: l’egoismo umano è distribuito tra tutti; anche l’inganno colpisce tutti; ma alla fine la gente non è stupida. Puoi ingannare molti molte volte, ma non tutti per sempre. Le difficoltà economiche si affrontano meglio con la solidarietà per il bene generale e per i diritti deboli, mentre si aggravano sotto la tempesta della rivalità scatenata tra gli interessi particolari e sotto il dominio incontrollato degli interessi forti. La politica può ancora essere ispirata da moralità, giustizia, verità: diciamo pure da fraternità. Se ci crediamo.

La debolezza dell’opposizione è nelle idee assai più che nei numeri. È debolezza morale più che politica. Ci sono riserve morali nel paese, ma la politica come mestiere non ha occhi per vederle e non sa accoglierle quando si presentano. 

Il Piccolissimo va scacciato dal potere. Non esiste opposizione senza questo programma risanatore dell’Italia. È possibile se si capisce, se si vuole, se non si è implicati nel disastro civile attuale. La gente potrà capire, a un certo punto, se le si dicono subito chiaramente le ragioni della giustizia, della vera libertà, del vero interesse comune.

Se trovate un po’ giuste queste ovvie considerazioni diffondetele, che diventino volontà.

 

Enrico Peyretti

(da ilfoglio.info, 9 aprile 2010)


Articoli correlati

  Renato Pierri. Una cosa mi consola
  Rosario Amico Roxas. La vittoria di Pirro
  Rosario Amico Roxas. Due discorsi per due uomini
  Rosario Amico Roxas. Avvertimento al PD
  Rosario Amico Roxas. La vera crisi
  Rosario Amico Roxas. Il cavaliere e “La Perdonanza”
  “Noi Siamo Chiesa” sul profondo malessere determinato dal nuovo scandalo
  Lidia Menapace. Quel benefattore di Berlusconi
  Marco Lombardi. L'Italia è gossip
  Rosario Amico Roxas. “Er più” vincente perché sconfitto
  Maria G. Di Rienzo. Differenze
  Valter Vecellio. Berlusconi, il paese di “merda” e tutti gli altri...
  Luigi Fioravanti. Il vero scandalo
  Maria G. Di Rienzo: C'è riscatto nella voce
  Caso Ruby. Uovo di Colombo: Perché non abbassare la maggiore età?
  Lidia Menapace. Mai sopravvalutare Berlusconi...
  Elsa Morante. Come ogni mimo, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare
  Mellana. L’Impresentabile
  Rosario Amico Roxas. Le forze del male e il cavaliere
  Alessandra Borsetti Venier. Lettera di Elvira Dones a Berlusconi
  Jardim. Il gondoliere ('El Nuevo Herald', Miami 04/02/2011)
  Veronica Tussi. Le amare considerazioni di Alessio
  Un appello dei “ragazzi di don Milani”
  Valter Vecellio. Può essere che Berlusconi invecchi male… ma forse c’è un metodo nella sua “follia”
  Gianni Somigli. La international pole position di sua poca altezza e quasi santità (santo subito!) con raccolta di firme incorporata
  Valter Vecellio. La risorsa maggiore di Berlusconi è un PD senza proposte e iniziativa politica
  Marco Pannella. La mia lettera a Beppe Grillo
  Giannelli. Settennato
  Mellana. Aspirazioni
  Veronica Tussi. Un sogno 'originato' da recenti scandalose vicende
  Rosario Amico Roxas. Quanto costa il Nobel per la Pace?
  Valter Vecellio. “Il baratto” di Michele De Lucia
  Martina Simonini. È tempo che ciascuno ci metta del suo
  Gino Songini. Una gita con Berlusconi
  Gino Songini. Ma diamogli un calcio nel sedere (metaforico, s'intende)
  Primo Mastrantoni. Tasse e Berlusconi al Parlamento
  Rosario Amico Roxas. Nel pieno della simonia
  Proprio l’8 Marzo?
  Valter Vecellio. Berlusconi in pensione? Chissà. Forse
  “Papi” sul Gazetin di giugno
  Garrincha. Berluscó
  Maria G. Di Rienzo. Nel nome del “papi”
  Gianni Somigli. Contrordine casuale prefestivo
  Marco Cipollini: E diamoglielo il Nobel per la pace a Berlusconi!
  Primo Mastrantoni. Berlusconi e la “non sfiducia”
  Gigi Fioravanti / Marco Lombardi. Una ballata e una nenia per questi nostri tristi giorni
  Gino Songini. Mentre i cardinali tacciono
  Renato Pierri. Il senso del ridicolo
  Enrico Peyretti. Lo statista senza immaginazione. Berlusconi su Obama
  Maolori
  Annapaola Laldi. Il dito di Bossi, le corna e le carinerie di Berlusconi e il 5 in condotta
  Paolo Farinella. Senza la profezia, rimane la complicità
  Claudia Osmetti. Processo Mediaset: Non si vive di solo (anti)berlusconismo
  Valter Vecellio. Più che le parole di Berlusconi, quello che “pesa” è il silenzio di tanti alleati
  Rosario Amico Roxas. Ma non è un purosangue, è solo un brocco in disarmo
  Valter Vecellio. La situazione: calma. È caos
  Claudio Forleo. Le dame e il Cavaliere
  Lidia Menapace. Berlusconi (e Formigoni)
  History of Italy (opinione inglese)
  Carlo Forin. Il porcile
  Renato Pierri. Rassegnazione nel Dna
  Valter Vecellio. Pensieri “spettinati”. Tra indecenza e volgarità
  Gigi Fioravanti. Appello elettorale
  Valter Vecellio. Berlusconi al “Foglio”. C’è qualcosa di più grave del “reato di cena privata”...
  Nicola Vacca. Il basso impero del berlusconismo
  Paolo Diodati. La solitudine del numero uno
  Marco Lombardi. La maschera di cera
  Maria Lanciotti. Bignamino di una cronaca non ancora storicizzata – 7
  Martina Simonini. Tre o quattro pillole per il 2013
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.6%
NO
 27.4%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy