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Piero Cappelli: Come salvare questo mondo?
02 Ottobre 2009
 

Chi salverà questo mondo così complesso e così confuso e così contraddittorio? Prima della forte sconfitta della Spd tedesca in Germania, avevamo avuto la vittoria dei democratici in Giappone dopo più di mezzo secolo di governi conservatori, mentre in Portogallo il Psp riusciva a mantenere la maggioranza relativa e confermava il suo mandato. In Afghanistan Karzai riesce a vincere anche sottobanco lasciando tutto com’era prima lì e fuori di lì e dove le donne, come quelle di Teheran, hanno cercato di dare una svolta ‘verde’ al loro paese, senza successo. Intanto i ‘narcotaliban’ stanno continuando ad invadere il mondo con la loro droga sempre più redditizia sul mercato internazionale alla faccia e direi pure con la ‘compiacenza’ seminascosta del loro governo e del resto del mondo. Non solo, le armi italiane – come le mine anticarro Tc-6 – fanno ‘macelli’ in quella terra desolata. Armi del tempo della guerra contro l’Urss e che oggi servono a far saltare in aria – con marca made in Italy – i nemici, cioè noi stessi, occidentali. Però anche Obama continua a finanziare quel governo illudendosi che possano combattere i terroristi islamici e per timore che il Pakistan – complice – sia influenzato dai talebani. Tutto dire! Dall’altra parte del mondo in Nepal i raccoglitori di tè fanno battaglie perché la paga di un euro al giorno non gli basta più visto che sono sfruttati a morte dalle multinazionali che gli acquistato a tre soldi del buon tè che noi ci ritroviamo nelle nostre tazze di porcellana…! In Perù gli indigeni amazzonici chiedono più diritti ma il governo di Lima non vuol cedere e li combatte sperperando quel patrimonio umano sempre più al lumicino… Più vicino a noi, tanto per dire, a Teheran, l’onda ‘verde’, soprattutto femminile, si riaffaccia in pubblico e chiede democrazia al potere oppressivo di Ahmadinejad. Questa nuova generazione cercherà – come i loro genitori nel 1979 con la rivoluzione khomeinista contro lo scià Reza Pahlavi – di costruire piano piano una ‘resistenza’ per ribaltare il regime dispotico di oggi dopo trent’anni! Se da questo meraviglioso paese - che un giorno ci auguriamo possa vivere in libertà - arrivano a noi messaggi di denuncia per la mancata libertà ed  informazione, in Cina il potere comunista – che tra l’altro appoggia insieme alla Russia gli uomini forti di Teheran -, riesce a mettere ancora sotto chiave la libertà di protesta sia pubblica sia internet: i tempi di Tienanmen torneranno e allora la dittatura comunista dovrà saper governare l’ingovernabile. Ma già i segni di un cedimento si vedono con certi proclami sulla trasparenza e certe libertà locali, un passo indietro e due avanti. Intanto Pechino fa però progressi nel mondo industriale e tecnologico investendo nell’auto verde che con la piccola Hafei sta sfidando i big mondiali e non solo: invece Marchionne chiede soldi pubblici per poter vendere le sue auto. Come abbiamo già avuto modo di dire la Cina si sta sempre più candidando a primo paese del mondo come ricchezza, come produzione e come commercio, con una moneta, lo yuan, che vorrebbe diventare la futura ‘valuta globale’!

 

Gli americani con il loro ministro segretario al Tesoro Timothy Geithner dichiarano al mondo che “torneranno a crescere prima del previsto”. Ma questa non è una certezza è una speranza e come tale vedremo col tempo se diverrà una realtà oppure no. Le banche americane, che prima dominavano le classifiche del mondo, ora sono in crisi. Le prime due banche che valgono di più in borsa in tutto il globo non sono più - come nel 2007 - la Citigroup e la Bank of America, ma la Hsbs inglese e la China Construction di Pechino. Solo al terzo posto abbiamo la Jp Morgan Chase super-aiutata da Obama! Questo vuol dire che l’America sta segnando il passo drammaticamente, senza contare le centinaia di banche fallite e che falliranno ancora negli Usa. Tutto questo sta provocando nelle nostre terre del benessere, sia europee sia americane del nord, delle serie ripercussioni su molti fronti. Uno tra questi è quello dei suicidi e degli omicidi che sono andati sempre più aumentando con la crisi economica. Sembra che per ogni aumento dell1% del tasso di disoccupazione si ha in media un incremento dello 0,8% dei suicidi. C’è chi cerca di ‘sputtanare’ certe società finanziarie come la Goldman Sachs – vedi articolo sul sito della rivista Rolling Stone – in cui il giornalista Matt Taibbi di soli 39 anni è riuscito a dirne di cotte e di crude sulla politica spregiudicata condotta dalla più blasonata banca d’affari  del mondo. Tabbi descrive il potere tentacolare della Goldman come un “calamaro gigante che succhia il sangue ai comuni cittadini”, mentre le commistioni con i dirigenti di uno stato corrotto, come quello americano, sono servite a favorire le proprie azioni a scapito del benessere degli americani. Come ha fatto la Goldman Sachs ad avere, nonostante la crisi finanziaria, una trimestrale brillante che ha toccato aumenti del 65% dei profitti pari a circa 3,4 miliardi di dollari?! Però non dobbiamo dimenticare che Obama ha foraggiato proprio le banche come Goldman Sachs, non riuscendo però - dopo - a ‘controllarle’ nei loro operati. Lo stesso vale per gli investitori spericolati che se ne stanno un poco più nascosti ma sempre in agguato pronti a rispuntare fuori se non bloccati e controllati a dovere. Le autorità di vigilanza non riescono a coprire bene tutto il parterre del mondo economico-finanziario. Un ambito completamente scoperto sia negli Usa ma anche un po’ in Europa è quello delle società di rating che sono una delle cause principali della bolla immobiliare americana e che ne hanno accelerato la crisi. Queste agenzie sono quelle che danno i ‘voti’ alle società quotate in borsa e non solo. Su questa valutazione le banche di tutto il mondo vendono le loro azioni.  Purtroppo queste valutazioni sono illusorie perché il lavoro che le società di rating effettuano viene remunerato dalle stesse società che analizzano cosicché non è possibile che si abbiano risultati tanto negativi. Infatti molte delle società fallite erano state giudicate buone, ottime. Quando leggete che la Standard&Poor’s o la Moody’s o la Fitch emettono un parere tipo “AAA” vorrebbe dire società affidabilissima. Ed invece abbiamo visto che certi fallimenti sono avvenuti proprio da società che truccavano i bilanci e avevano le tre A come giudizio di una società di rating. Queste società sono riconosciute per la loro ‘professionalità’ dagli stati, ma purtroppo nessuno sa ancora come controllare l’operato di queste società. La stessa Europa non sa che pesci prendere. Per cui, se uno si fida di questi giudizi rischia di fare un’altra botta in borsa, ma non ha altro con cui misurarsi e paragonare le proprie informazioni su una società quotata in quanto la banca o la finanziaria dove vi servite non farà altro che guardare al ‘voto’ dato dalla società di rating sia essa quotata in Occidente come in Oriente, a nord del mondo come nel sud del pianeta. Così funziona!

  

Però mentre ci si azzanna per avere ancora un posto di lavoro e qualche spicciolo in tasca per campare, i famosi fondi d’investimento – cioè società senza nome, in mano spesso a agglomerati finanziari di varia origine e provenienza che sono in realtà delle multinazionali e dove dentro come azionisti ci sono i più grandi ‘paperoni’ del pianeta -, stanno acquistando i nuovi ‘prodotti’ che fanno gola al mondo intero: terre dove poter coltivare sementi per mangiare e controllare le sorgenti d’acqua. Quindi alcuni governi acquistano immense estensioni di terreno in varie parti del globo, specie dove costa meno e dove la coltivazione è accertata, per sfamare le propri popolazioni. Ad esempio sono soprattutto gli Stati più che le società private a fare queste operazioni: l’Australia ha acquistato terreni in Sudan, gli Emirati arabi nelle Filippine, Sudan e Pakistan; il Sudafrica in Zambia Congo e Mozambico; il Kuwait in Cambogia; la Goldman Sachs in Vietnam; l’Egitto in Uganda; la Russia in Ucraina e Kazakistan. E sono migliaia di ettari per volta per timore che un giorno i costi dei cereali vadano alle stelle e ci sia – come per l’acqua – un grande bisogno di alimentazione. Di fronte a questo scenario né la Banca Mondiale né il Fondo Monetario Internazionale né il Wto del commercio riescono a fare qualcosa perché i paesi che controllano queste istituzioni sono di fatto controllate dai paesi ricchi, cioè gli stessi che poi vanno a fare man bassa dei territori fertili, delle sorgenti d’acquaa, dei giacimenti minerari e petroliferi. Quelli che ‘pagano’ con la vita sono i poveri contadini che si vedono cacciati e privati di quei beni naturali che erano loro da generazioni ed ora perdono tutto o quasi.

 

Un morto ogni tre secondi per fame nel mondo senza contare quelli a causa di malattie dei ‘poveri’...intanto noi per arricchirci avveleniamo il mondo e ci causiamo altrettanti morti per ‘tumori maligni’ sempre più nuovi e devastanti. E le multinazionali delle sementi stanno invitando la Fao a valutare l’idea che con gli Ogm si sfamerebbe un bel po’ di persone. Prima o poi ci riusciranno a vincere questa battaglia. Quest’anno il numero delle persone malnutrite è aumentato di 100.000.000 specie in Africa. Noi, paesi ricchi, ci eravamo impegnati a dimezzare gli affamati entro il 2015, ma i fondi continuano a scemare per la crisi e non solo, così quella data sarà spostata ancora più in avanti quando, paradossalmente, il prezzo dei cereali è sceso della metà nell’ultimo anno e quello del pane è salito del 33%! 

    

Abbiamo intitolato questo articolo ‘come salvare questo mondo’ di fronte alle tante cose che non vanno e che ho voluto accennare. Quindi la domanda non è oziosa, ma è ancora aperta e rivolta a tutti, dal G-20 a tutti noi abitanti di questa terra. Tu come risponderesti?

                                                                                     Piero Cappelli

 


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