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Luciano Angelini. Quella volta che il casaro prese un abbaglio 
Non un pensiero ‘controcorrente’ il suo, ma semplicemente fuori tema
(foto di Michele Sansi)
(foto di Michele Sansi) 
18 Maggio 2013
 

    Come son belle le mie montagne

   innamorate di luce e di cielo,

   bevon la pace lassù nell’azzurro

   e sognan vicino alle stelle,

   montagne ridenti, divine.

   Com’è triste la vita di chi

   perdutamente v’ama,

   su quell’altezza è bello cantare

   mentre la sera c’invita a sognare,

   su quell’altezza s’impara ad amare.

 

   Cesare Angelini

[Dono del Comitato contribuenti e amici della Val Tartano al CAI e al WWF ed alle centinaia di persone che hanno firmato contro il ‘Circuito degli alpeggi’ previsto nel PGT del Comune di Tartano, un faraonico anello stradale di 70-80 km posto a 1800 m di altezza e per nulla funzionale alla pratica degli alpeggi.]

 

 

A proposito dell’articolo di Alfredo Mazzoni “Non firmo! Anzi non ho firmato…”, comparso su ‘l Gazetin di marzo e ripreso con ampio risalto sulla Provincia di Sondrio di lunedì 25 marzo da Maria Cristina Pesce con un articolo dal titolo “La strada degli alpeggi è un’occasione”, dove il casaro spiega perché non ha firmato la petizione contro la strada agrosilvopastorale che il Comune di Tartano intende inserire come previsione nel suo Pgt.

A nome del Comitato, per amor di verità e per il rispetto che meritano le centinaia di persone che invece hanno firmato, mi sento in dovere di dire quanto segue.

Il Comitato contribuenti e amici della Valtartano non ha raccolto le firme contro “la strada degli alpeggi” come sostiene Alfredo Mazzoni, ma a sostegno delle Osservazioni al Pgt che sono state presentate al Comune di Tartano, e di cui si attende risposta, ed in particolare sul così detto ‘Circuito degli alpeggi’.

Il Comitato non è contro le strade agro-silvo-pastorali, ma contro il ‘Circuito degli alpeggi’, un anello stradale ritenuto faraonico, impattante, poco rispettoso dell’ambiente e per nulla utile e funzionale alla pratica degli alpeggi. Un circuito che più che un investimento per il futuro della zona pare una chiara speculazione. Un serpente di 60-70 km che si snoda sotto le cime dei monti a 1800 metri di altezza a collegare 27 alpeggi della valle, di cui solo 6 sono attualmente ‘caricati’ e di questi quattro già serviti in parte o in tutto da strade e/o teleferiche; un circuito a dir poco assurdo per chi conosce il territorio e con un solo accesso che partendo dal Cursòol, la contrada del centro, sale a tornanti all’alpeggio Turensöol per proseguire in tondo attraverso tutti gli alpeggi della Val lunga e della Val Corta anche per quelli da anni o addirittura da decenni abbandonati.

La disputa di A.M. sulla superiorità tra gli antichi ed i moderni è qui del tutto fuori luogo, la questione è molto più semplice e cioè se il ‘Circuito degli alpeggi’ inserito nel PGT del Comune di Tartano sia un utile investimento capace di far rivivere la pastorizia di montagna, (oh bastasse una strada!?), oppure come sostengono il Comitato e i firmatari se non sia un’ennesima speculazione dove la pastorizia è solo la foglia di fico.

Bastava leggere ad evitare l’abbaglio.

 

 

Dalle OSSERVAZIONI presentate dal Comitato al Comune di Tartano:

 

CONCLUSIONI


In sintesi, le argomentazioni trattate portano alle seguenti conclusioni:

1- Il D.R.G. del 8 apr. 2009-N. 8/9275, relativo alla tutela delle zone ZSC, che in Val Tartano sono localizzate sulle testate della Val Lunga e Val Corta, vieta la realizzazione di nuove strade;

2- Oltre che irrealistico dal punto di vista economico e in contro tendenza rispetto al pluriennale andamento negativo dell’Alpicoltura, risulta evidente l’inutilità funzionale di un collegamento fra gli alpeggi;

3- Considerata l’impervietà del territorio, non si è valutato il rischio idrogeologico ed il conseguente aggravio dei costi periodici di manutenzione, oltre che la responsabilità che l’Amministrazione e gli Enti preposti all’approvazione del Piano e dei progetti successivi, si assumono;

4- Il Collegamento con la Bergamasca non è chiaro nella sua attuazione e ben definito nelle sue finalità;

5- Si è manifestato un preoccupante “Consumismo Ambientale” in contraddizione con le enunciazioni di principio di Sviluppo Sostenibile, espresse nelle premesse del Piano;

6- A fronte di una notevole autonomia riconosciuta al PGT, non corrisponde una piena coscienza che il Piano stesso ricopre una valenza sovracomunale nel contesto della Montagna Provinciale e Lombarda (Tav. DDP_01 Inquadramento Territoriale)

 

Pertanto si propongono le seguenti modifiche al PGT di Tartano, riguardanti la VASP (viabilità agro-silvo-pastorale):

1- Togliere dalle previsioni di Piano il collegamento tra alpeggi denominato “Circuito degli Alpeggi”.

2- Prevedere una viabilità tipo VASP solo per quegli alpeggi ancora monticati e comunque seguendo il tracciato dal basso (fino alle casere alte), meno invasivo e più funzionale: quello delle vecchie mulattiere esistenti.

3- Per gli alpeggi dove sale bestiame non produttore di latte, prevedere la sistemazione delle mulattiere esistenti per un più agevole transito di piccoli mezzi motorizzati.

4- Modificare il percorso del collegamento con la Val Brembana, mediante la sistemazione della mulattiera che sale alla C.ra di Porcile, per poi proseguire fino al P.so Tartano con un tracciato più agevole, sicuro e meno impattante; la finalità del collegamento deve essere esclusivamente escursionistico e di pista per mountain bike.

 

Infine, riguardo al problema della viabilità sugli alpeggi, per un minor consumo del territorio, minori costi economici ed un più basso impatto ambientale, non sarebbero da privilegiare quelle soluzioni, laddove possibile, che prevedono la costruzione di semplici teleferiche ed il ripristino delle vecchie mulattiere per permettere il transito a piccoli mezzi motorizzati?

 

Luciano Angelini

A nome del Comitato contribuenti ed amici della Valtartano

(da 'l Gazetin, aprile 2013)


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