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Simona Borgatti. Il Castello del Malaffare 
Curioso viaggio nei dintorni di Milano (...Dove eravamo rimasti?)
05 Novembre 2009
 

La quinta puntata sul castello di Cusago si intitolava “L’accordo per la compra-vendita del castello visconteo è finito nelle sue segrete” e mai titolo fu più premonitore: dopo più di un anno fa le segrete medievali si sono rilevate essere le pareti del carcere di S. Vittore.

Ma per svelare il mistero è necessario fare un passo indietro. La società proprietaria, Il castello di Cusago Srl, nel gennaio del 2008, aveva avviato le trattative di vendita del maniero, per 4 milioni di euro, a una immobiliare di Cesano Boscone, la Kreiamo Srl con sede nella prestigiosa Montenapo. Poi nell’ottobre dello scorso anno la trattativa si era interrotta: le due società erano arrivate solo al compromesso, ma non avevano rogitato. La causa? Difficoltà finanziarie degli acquirenti, Alfredo Iorio presidente della società e Andrea Madaffari suo vice, dovute alla crisi economica internazionale.

Peccato verrebbe da dire. I due infatti volevano emozionare la città col loro progetto di recupero, come citato da un quotidiano nazionale nelle pagine di Milano. Invece il 3 novembre scorso, a distanza di un anno, la città si è emozionata, sì, ma per il loro arresto. I vertici di Kreiamo sono infatti finiti nelle 17 ordinanze emesse dalla Dia ed eseguite dai carabinieri di Corsico per l’operazione “Parco Sud” contro la ‘ndragheta che da decenni ha le sue radici proprio nell’hinterland del sud ovest milanese: Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico, Trezzano sul Naviglio. E sembrerebbe che i 17 “uomini d’oro” siano soltanto l’antipasto di un’inchiesta che prevede altre 48 persone indagate e sviluppi che potrebbero minacciare gli appalti per Expo oltre ad affondare gli artigli negli uffici tecnici dei comuni coinvolti. Appalti, movimento terra, smaltimento dei rifiuti, cantieri, immobiliari, armi e coca. Non più soltanto lupare&minacce, ma anche colletti bianchi e imprenditori come appunto Iorio e Madaffari che si erano messi in affari con i capi delle famiglie della ‘ndrangheta, Barbaro e Papalia, rimettendosi alle loro capacità di intimidazione, per ottenere affari in campo immobiliare.

Se si va sul sito della Kreiamo infatti si possono vedere la professionalità e la serietà dell’azienda, ma dietro la brillante e onesta facciata di giovani e patinati imprenditori (entrambi non arrivano ai 40 anni) c’erano invece avidità, prepotenza e arroganza. Ed è con queste “armi” che avrebbero voluto comprare anche il castello cusaghese per farne la sede di rappresentanza della loro azienda. E chissà cosa sarebbe successo veramente se fossero arrivati al rogito, se i soldi ci fossero stati e avessero potuto così “rappresentare” i loro malaffari.

Ma perché non sono riusciti a sborsare i 4 milioni di euro? Forse perché nella primavera 2008, periodo del rogito, iniziavano le varie operazioni delle forze dell’ordine contro i clan: arresti, sequestri e ritrovi di munizioni lungo il cantiere per il raddoppio della Milano-Mortara.

La pagina “kreativa” del castello, per fortuna, finisce qui, ma non termina quella della sua decadenza. Il tetto ormai è bucato su tre lati, le tegole continuano a cadere tanto più che la facciata è stata recintata per evitare danni ai passanti. La proprietà rimane sempre la società Il castello di Cusago Srl che ha tra i soci, oltre a Rappo patron del Viridea – un grosso vivaio ai margini del paese – anche Marco Cairati cugino dell’ex sindaco Luigi Cairati. Eh già, perché a Cusago l’Amministrazione è cambiata: Cairati non si è presentato alle comunali, ma ha spinto alla candidatura la sua Delfina, Daniela Pallazzoli che, con una lista targata PDL – senza la Lega – lo scorso giugno ha battuto sia la lista civica sia la lista del PD.

Il neo sindaco sul castello rilascia dichiarazioni identiche a quelle di Cairati: scomputo degli oneri di urbanizzazione alla proprietà quando interverrà per il recupero, impossibilità di acquisto da parte dell’Amministrazione per motivi di budget, perorare la causa del maniero verso Regione e Provincia dello stesso colore politico della giunta cusaghese.

Niente di nuovo, quindi, sotto il sole per il maniero. Unica differenza, un sole autunnale fatto a scacchi come ora lo devono vedere Iorio e Madaffari dalle segrete di Opera o di S. Vittore in attesa che la giustizia faccia il suo corso.

 

Simona Borgatti

 

(6 – segue?)


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