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CID Sondrio. Trio Diaulos, Concerto per due oboi e organo 
Domenica 23 in “San Rocco” per la 48ª Stagione concertistica
Alessandro Baccini (foto artistica di Francesco Barasciutti)
Alessandro Baccini (foto artistica di Francesco Barasciutti) 
21 Novembre 2008
 

Circolo Musicale CID di Sondrio
con il Patrocinio degli Assessorati alla Cultura
di Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune di Sondrio

48a Stagione Concertistica 2008/2009

 

Domenica 23 novembre, ore 21

Sondrio, “Chiesa di San Rocco”

 

 

in collaborazione con

Opera Don Bosco” Istituto Salesiano

 

Concerto per due oboi e organo

 

TRIO DIAULOS

Alessandro Baccini oboe

Chiara Staibano oboe

Giovanni Battista Mazza organo

---------------------------------------------------

 

Presentazione

Il barocco irrompe nella chiesa di S. Rocco per accompagnarci in un viaggio musicale nel periodo fra il 1600 e il 1750 nel quale un crogiuolo di tendenze, stili, tecniche, influssi e reciprocità si propagarono in Europa, al di là dei confini nazionali. Molte affinità legano tra loro i due giganti del Barocco, pur se ognuno parla una propria lingua musicale: L’idioma germanico complesso e denso di filosofia e spiritualità per Bach e l’italiano schietto, brioso, squillante per Vivaldi. La loro vicinanza artistica verrà fuori in questa serata che ci propone altresì opere di autori noti – come Baldassarre Galuppi, attivo a Venezia e a Pietroburgo, autore di musica sacra e da camera (notevoli le 85 sonate per clavicembalo caratterizzate da grande vivacità ritmica) ma soprattutto apprezzato operista (sulle oltre 100 opere si segnalano una ventina composte su testi di Goldoni) – e meno noti, come Cesare Negri, maestro di danza e ballerino che operò a Milano nella seconda metà del ‘500 e Ludwig Krebs, allievo di J. S. Bach. alla Thomasschule.

Barocco, dicevamo: termine che in origine aveva un’accezione spregiativa perché inteso come una forma degenerata del Rinascimento, un’altra “epoca buia” tra il limpido Cinquecento e il Classicismo del diciottesimo secolo. La nostra concezione oggi è radicalmente mutata e il Barocco è riconosciuto come un periodo con i suoipropri diritti, il suo proprio intrinseco sviluppo e i suoi propri principi estetici. L’arte, la poesia e la musica del Seicento e della prima metà del Settecento sono indicate con il termine barocco. I caratteri più evidenti di questo stile sono la grandiosità, la potenza, la teatralità e la ricerca di complicati effetti decorativi, che rispecchiano la fastosità delle nascenti monarchie assolute europee. Anche le maggiori città italiane (soprattutto Roma, Firenze e Venezia) riescono a inserirsi con prestigio nella vita artistica europea: anzi, si può affermare che il centro più importante in tutta Europa e nel quale il Barocco affonda le sue radici fu proprio Roma. Nel Seicento la nobiltà è ancora la classe dominante, ma in quest’epoca si va affermando un’altra classe, la borghesia, assai potente sul piano economico, che rappresenta la fascia produttiva (banchieri, mercanti, manifatturieri, artigiani) e che costituirà l’anello di congiunzione tra la miseria dei contadini e dei braccianti e la smisurata ricchezza dei nobili. Le corti dei nobili si affermano prepotentemente come centri dell’attività musicale. Cantanti, strumentisti, compositori, maestri di cappella e maestri di danza gravitano attorno alle lussuose residenze dei monarchi assoluti che, senza badare a spese, cercano di dare un’immagine di magnificenza e di grandezza. Ogni avvenimento importante, pubblico o privato, viene solennemente festeggiato per giorni interi e in queste feste la musica costituisce l’attrazione principale: teatro in musica, danza, balletto, musica strumentale. Il pubblico non è più costituito solo da nobili e cortigiani ma anche da ricchi borghesi, ambiziosi di prestigio sociale. La Chiesa, nel frattempo, perde sempre più la sua egemonia in campo musicale, mentre sta per nascere un luogo che dominerà la vita musicale fino agli inizi del Novecento: il teatro.

La dottrina umanistica, per i compositori del XVI sec., portava al dominio del testo verbale su quello musicale, mentre fino ad allora la musica aveva avuto il sopravvento. Un teorico dell’epoca, il Berardi, dà il segno di quanto profondamente la consapevolezza dello stile abbia inasprito il senso del contrasto fra Rinascimento e Barocco, quando dice: «…i nostri Antichi avevano uno stile e una prattica sola. Li moderni hanno tre stili, da Chiesa, da Camera e da Teatro; le prattiche sono due, la prima, che è la vecchia, consiste: Ut armonia sit domina orationi; la seconda: Ut oratio sit domina armoniae». La parola, come elemento che meglio esprimeva l’individualità umana, era di primaria importanza nella visione umanistica, per cui era vietato soffocarla con la musica. Per soddisfare questa necessità i compositori dell’epoca adottarono uno stile consistente in una sola linea melodica, con un accompagnamento armonico, mentre per rafforzare i concetti espressi nel testo venivano usati metodi diversi. Caratteristico del periodo è l’uso di un accorgimento particolare nella notazione, quello cioé del Basso Continuo, di solito riservato agli strumenti a tastiera: si trattava di una linea di basso, con sopra segnate delle cifre per indicare le armonie richieste, e venne usato fin dagli inizi dell’opera per recitativi ed arie. In seguito questo procedimento venne adottato per la musica strumentale e anche le musiche proposte questa sera al nostro ascolto prevedono brani concepiti in questa forma. Gli strumenti solisti nelle sonate di Vivaldi e di Bach dialogano tra di loro sostenuti dal basso continuo dell’organo che qui si pone al servizio degli oboi concertanti.

L’organo ritorna protagonista nei due brani bachiani e nella Fantasia di Krebs. Nel Preludio della BWV 550 assistiamo a una ricerca virtuosistica sulla pedaliera mentre la Fuga ci presenta una vasta e brillante elaborazione del soggetto. Con la BWV 541 sembra di tornare a una concezione “antica”, rintracciabile nel Preludio con la sua apertura tipicamente “nord-tedesca”. Il seguito è piuttosto contrastante e ciò porterebbe a pensare a un pezzo giovanile rielaborato in età adulta.

 

Programma


Antonio Vivaldi
Sonata per due oboi e basso continuo in sol minore
(Allegro, Adagio, Allegro)

Johann Sebastian Bach
Preludio e fuga in sol maggiore per organo BWW 541

Johann Sebastian Bach
Trio canonico in fa magg. per due oboi BWv 1040

Baldassarre Galuppi
Sonata in Sol Maggiore
Allegro, Andante, Allegro con spirito)

Cesare Negri
2 danze per flauti dolci e basso continuo

Johann Sebastian Bach
Preludio e fuga in sol maggiore per organo BWW 550

Ludwig Krebs
Fantasia in sol maggiore

Antonio Vivaldi
Sonata per due oboi e basso continuo in sol Maggiore
(allegro, adagio, allegro)

 

 

Alessandro Baccini. Esordisce sulla scena musicale italiana nel 1986, nella “Tribuna per Giovani Solisti Italiani”, con l’orchestra del Gran Teatro La Fenice di Venezia. Il debutto discografico internazionale come solista, è con l’European Community Chamber Orchestra nel concerto K 314 di W.A. Mozart, nel 1992. Concluso giovanissimo lo studio di Strumenti Antichi al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, vi consegue, in soli quattro anni, il Diploma di Oboe con il massimo dei voti e la lode. Conclude i suoi studi con il diploma superiore alla Musikhochschule di Freiburg im Breisgau classe di Heinz Holliger. Vincitore di concorsi giovanili nazionali e internazionali di strumento e musica da camera con le più svariate formazioni – duo oboe e pianoforte, trio d’ance, quartetto di fiati, flauto, oboe e B.C.,… –, ritiene compiuto il proprio iter di studi e concorsi con il perfezionamento alla Scuola di Heinz Holliger. In seguito si dedica con crescente interesse sia all’attività discografica solistica come anche a quella cameristica e contemporanea con l’Ex Novo Ensemble, registrando per: ASV, Pick Wick, Naxos, Tactus, Dynamics, Edi Pan, Stradivarius, Bongiovanni, C.I.R.S. Come solista e camerista ha partecipato ai maggiori Festivals internazionali e ha suonato in tutta Europa, in America e Russia. È stato Primo Oboe dell’Orchestra Sinfonica Siciliana e ha collaborato, come Prima Parte, con diverse orchestre italiane e straniere, come l’orchestra sinfonica della RAI di Milano, la Norddeutsche Rundfunk, l’Orchèstre Régionale de Picardie, l’European Community Chamber Orchestra. È docente di Oboe, di Prassi del repertorio Antico per Strumenti a Fiato moderni e di Strumenti Antichi per i corsi di I e II livello accademico in più di una Istituzione di Alta Cultura Musicale italiana e parallelamente, è stato invitato a tenere Master Classes presso Accademie statali europee (Norvegia, Lituania, Slovacchia,…) e Conservatori italiani (Adria, Vicenza, …).

 

Chiara Baccini Staibano. Diplomatasi alla scuola di Guido Tagliabue, successivamente partecipa a Corsi di Perfezionamento in Italia e all’estero con Maurice Bourgue e Ingo Goritzkij; supera poi il Concorso per l’ammissione alla Classe di Hans Christian Elhorst alla “Staatliche Hochschule für Musik” di Freiburg dove consegue il Diploma Accademico Superiore. Ha collaborato e collabora in qualità di solista e camerista con vari ensemble: l’Accademia I Filarmonici, la Freiburger Kammerorchester, la Deutsche Kammerharmonie, la European Community Chamber Orchester, Chamber Orchestra of Europe, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Offerta Musicale di Venezia, i Filarmonici di Torino... Ha registrato per Claves, per Tactus e per la R.A.I. È docente di Musica d’Insieme per Strumenti a Fiato al Conservatorio di Musica di Adria. Pubblica articoli di critica e recensioni per alcune autorevoli riviste musicali specializzate come I Fiati, Syrinx, La Gazzetta della Musica, Il Giornale della Musica, Suonare News, etc.

 

Giovanni Battista Mazza. Organista e direttore, studia organo, pianoforte, composizione e direzione d’orchestra presso il conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Frequenta corsi di perfezionamento e di interpretazione organistica con Brett Leighton Jean-Claude Zehnder e Michael Radulescu. Vincitore del primo premio al Concorso Internazionale “Giovani Organisti d’Europa” (Pisa 1986) è attivo, sia come solista che come direttore, in vari Paesi europei e in America latina. Suona nell’ambito di numerose rassegne e festival internazionali e, come direttore, collabora in campo operistico e sinfonico con teatri e istituzioni quali l’Arena di Verona, il Teatro Comunale di Ferrara, il Teatro dell’Opera di Dniepropetrovsk, l’Accademia del Teatro alla Scala, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. Realizza numerose prime assolute di composizioni contemporanee, molte delle quali dedicate a lui. Effettua registrazioni per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana, la Radio Nazionale Bulgara e la RAI. È presente in campo discografico con incisioni dedicate a Bach e al ‘900 italiano. Insegna organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Milano.

 

 

Prossimo concerto


lunedì 26 gennaio

Sondrio, Auditorium Torelli, ore 21

In collaborazione con il Credito Valtellinese

Per il grande jazz”

GIGI CIFARELLI QUARTET

GIGI CIFARELLI chitarra jazz

NICCOlÒ CATTANEO organo hammond e piano

ANTONIO FUSCO batteria

AIDA COOPER vocal

 

 

Per informazioni:

CID circolo musicale di Sondrio
Tel./Fax 0342 212784; 333 4365478
info@circolomusicale.it

Amici della Musica di Sondalo
Tel. 0342/801816
info@amicidellamusica.org


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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