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In libreria/ “Chi salverà la mia poesia”, intervista a Larisa Calo 
di Paola Mara De Maestri
01 Maggio 2022
 

La nascita di un nuovo libro è sempre motivo di gioia e di speranza. Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”, queste sono le parole di Jorge Luis Borges. Un libro di poesie è davvero speciale. Perché la poesia ha in sé tanti poteri: quello di far riflettere, di far emozionare, di comunicare, di farci sentire tutti più umani. Ho accolto quindi con molto piacere l’invito ad aprire la presentazione di questa raccolta poetica intitolata Chi salverà la mia poesia, dell’artista rumena Larisa Calo, in provincia di Sondrio.

La presentazione del volumetto ha visto due tappe ad aprile in Valtellina, in quel di Morbegno e a Tirano. Chi salverà la mia poesia è una pubblicazione bilingue, tradotta in italiano da Pietro e Lucica Bianchi, e questo sottolinea il fatto che la poesia non ha frontiere. Il poeta cerca l’essenza delle cose, guarda il mondo con gli occhi della fantasia e si propone nell’esprimere sentimenti, stati d’animo, pensieri di comunicare. E il personale diventa universale quando le parole con il loro potere magico riescono a toccare le “corde intime” del lettore. Il poeta, in pratica, con il suo particolare linguaggio, deve riuscire ad entrare in contatto con l’altro e questo è un compito veramente arduo. Ma chi legge non deve arrendersi, deve continuare la sua ricerca nella poesia. Sicuramente troverà un poeta capace di raggiungerlo. Per conoscere meglio Larisa e il suo mondo poetico ho pensato di rivolgerle alcune domande.

 

Quando hai iniziato ad interessarti alla poesia?

I miei interessi letterari sono nati quando ero ancora una bambina e sono stati sempre “incoraggiati” sia dai miei docenti di letteratura a scuola sia dalla mia famiglia. In special modo da mia mamma Lucica, che mi leggeva molto e mi consigliava i libri da leggere.

 

Quando hai scritto le poesie contenute nel volume di poesie?

Faccio una premessa: il mese di ottobre 2021 ho partecipato al concorso internazionale di poesie “Giovanni Bertacchi”, organizzato da Progetto Alpha, in cui nella sezione “poesia internazionale” mi sono classificata tra i finalisti.

Questo mi ha spronato a continuare con la poesia, a scrivere un volume di poesie, anche se, il mio debutto letterario è stato in prosa. Con il romanzo psicologico Quando saprò il mio nome, Editore UP, Bucarest 2020.

 

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

La creatività è un processo “fluido”, per cui è abbastanza difficile fissare con precisione quali sono le fonti di ispirazione; scrivo “per necessità” non “dal desiderio” di scrivere. Più che delle fonti, parlerei di “stato d’animo” necessario al processo di creatività: quello che mi induce nello stato propizio per scrivere sono di volta in volta: le emozioni negative che trovano la loro liberazione nell’atto creativo.

 

Quali sono i temi a te cari?

I temi principali sono l’identità e la resilienza. Così come sono state anche per il romanzo Quando saprò il mio nome. Mi spiego: il tema dell’identità lo troviamo in alcune delle poesie del volume, per esempio “Non ti sto chiedendo chi sei” oppure “Chi ero finché mi hai scoperto nella poesia”, o ancora, “Suppongo avrei dovuto imparare qualcosa”.

Un altro tema è quello dell’amore e riflessione sulla vita, come nelle poesie: “Quello che voglio dalla vita”, “Sensazione di libertà”, “Non ho ricevuto abbastanza”.

 

Un libro bilingue è molto impegnativo. Chi ti ha aiutato nel percorso di traduzione dal rumeno all’italiano?

I miei traduttori sono mia mamma Lucica Bianchi e suo marito Pietro. Che si sono dedicati corpo e anima per trovare le parole giuste per trasmettere al lettore italiano la stessa esperienza letteraria come per il lettore rumeno.

 

Fai parte di qualche circolo letterario in Romania?

S, sono membro del Circolo letterario di Cluj, una realtà che annovera più di 100 scrittori rumeni consacrati. È un ambiente in cui gli Autori condividono le loro esperienze e processi creativi nonché imparano gli uni dagli altri.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti anche legati alla promozione di questo volume di poesie?

Oltre alle librerie incluse nel tour di presentazione, il mio intento e quello dei traduttori è di portare il libro in altre realtà librarie, biblioteche, scuole, circoli letterari e associazioni che si occupano della promozione culturale. La Poesia deve riconquistare il suo luogo nella panoramica culturale del Paese.

 

Vuoi aggiungere qualcosa?

Colgo l’occasione per ringraziare ancora la poetessa valtellinese Paola Mara de Maestri per aver presidiato la presentazione a Morbegno, così come ringrazio tutti coloro che a vario titolo mi sostengono nel percorso letterario che intraprendo. Ringrazio le librerie che hanno ospitato le presentazioni e non per ultimo, i miei lettori rumeni e italiani. Spero le sia piaciuto il volume di poesie.

 

 

Larisa Calo è nata il 20 giugno 1989 a Cluj Napoca dove vive attualmente. È di professione psicologa specializzata in consulenza psicologica, la sua occupazione attuale è di manager di progetto in un’azienda che si occupa di gestione di fondi europei. È appassionata di grafica e disegno, danza e non per ultimo, di letteratura. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro Quando saprò il mio nome (Ed. Up, Bucarest) già attenzionato alla critica locale: Mihaela Meravei ha scritto un articolo nella rivista Quaderni Silvane 2021, definendolo “un romanzo psicologico dal sapore paranormale” e Emilia Poenaru Moldovan ha pubblicato in Rivista Rumena di Letteratura e Arte, n. 2, 2022, la recensione “Attraverso le strette sale dell’universo interiore”. Larisa Calo ha inoltre partecipato con scritti in prosa all’Antologia Poteci (4° volume, Ed. Colorama, Cluj Napoca, 2021). È membro del Circolo Letterario di Cluj da aprile 2021. A marzo del 2022, Larisa Calo pubblica il primo volume di poesie bilingue rumeno-italiano, intitolato Chi salverà la mia poesia. In merito al volume, Emilia Poenaru Moldovan, la Presidente del Circolo Letterario di Cluj afferma: “il debutto in poesia di Larisa Calo, così come quello in prosa (con il romanzo Quando saprò il mio nome) è determinato, fatto con la consapevolezza del proprio valore e soprattutto senza l’impaccio del principiante”.


 
 
 
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