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Costituzione stella polare, in questa Scuola sgangherata 
Intervento dell’associazione culturale “Scuola e Diritti” al II Congresso provinciale FLC Cgil di Sondrio
26 Febbraio 2010
 

Il giorno 15 febbraio presso il ristorante “La Brace” si è tenuto il II congresso provinciale FLC Cgil di Sondrio. La segreteria della FLC CGIL ha invitato Scuola e Diritti a partecipare con un intervento sulla laicità nella scuola pubblica. Hanno partecipato in rappresentanza dell’associazione la segretaria Antonella Pizzini e il socio Andrea Della Bosca.

Della Bosca è intervenuto presentando l’associazione Scuola e Diritti che si avvia a compiere i suoi primi 10 anni di attività in provincia. L’associazione è nata per opera di un gruppo di genitori, tra i quali alcuni insegnanti, che avevano deciso di non avvalersi dell’IRC (insegnamento religione cattolica) per i loro figli e che si erano resi conto che il diritto sancito sulla carta non era, poi, così facilmente godibile nella realtà.

Dalla presa di coscienza della difficoltà di ottenere un diritto ritenuto dovuto, il gruppo fondatore credette nel detto “l’unione fa la forza” e fondò Scuola e Diritti, nello stesso tempo furono cercati i riferimenti giuridici che giustificassero questo senso di ingiustizia subita. Da questa ricerca emerse ben presto l’importanza della Costituzione della Repubblica Italiana, così poco conosciuta nel nostro paese anzi considerata praticamente poco più che carta, e in un paese dove solo il 30% legge almeno un libro l’anno, possiamo immaginare quale importanza abbia la carta. Per necessità nacque la conoscenza approfondita dei valori fondamentali alla base della carta costituzionale, in seguito furono scoperti gli approfondimenti che la Corte Costituzionale operò dalla proclamazione della Costituzione ad oggi.

Contemporaneamente diventò sempre più chiara per Scuola e Diritti la funzione della scuola pubblica all’interno della società italiana, ciò che confusamente si sentiva divenne chiara coscienza nell’apprendere, dalla Costituzione e dai discorsi dei padri costituzionalisti, che la scuola pubblica è l’istituzione fondamentale per la formazione del cittadino, un cittadino che sappia convivere e collaborare pienamente con gli altri cittadini, non necessariamente esattamente simili a lui (art. 3 Cost. d. Rep. It.).

Con gli anni il gruppo dei soci crebbe e con esso anche i confronti con i rappresentanti dell’istituzione scuola (dirigenti e insegnanti), dal confronto, dalla riflessione e dallo studio nacque anche una maggiore conoscenza della normativa.

Tutto ciò ha portato Scuola e Diritti a sviluppare la cultura necessaria per poter agire in difesa dei diritti costituzionali di chi vive nella scuola pubblica, con maggior attenzione, ovviamente, per i più piccoli, ma anche per far sì che quanto delineato dai padri costituzionalisti, pochi anni dopo la fine della dittatura fascista, diventi realtà.

In questi anni Scuola e Diritti ha agito monitorando il rispetto dei diritti costituzionali ed intervenendo nei casi in cui tali diritti sembravano lesi, ha agito inviando due volte l’anno, a settembre e a gennaio in occasione delle iscrizioni, ai Dirigenti scolastici lettere nelle quali si analizzava cosa accadeva al momento nella scuola pubblica relativamente al rispetto dei diritti fondamentali e invitando l’istituzione scuola ad essere conseguente con il dettato costituzionale; tali lettere erano e sono indirizzate anche ai Collegi Docenti, ai Consigli di Circolo e di Istituto ed alle R.S.U., purtroppo Scuola e Diritti sa che tali comunicazioni raramente “escono” dagli uffici dei Dirigenti, perché? Non è dato sapere.

Ultimamente, a seguito dei famosi tagli ad opera di Tremonti e Gelmini, Scuola e Diritti ha chiesto un incontro con il Dirigente Scolastico Provinciale per chiedere che fosse tutelato il diritto degli alunni di non avvalersi dell’IRC e quindi di poter seguire ciò che viene definito “Attività Alternativa”,* diritto in grave pericolo perché a causa dei famosi tagli i Dirigenti scolastici tendono ad eliminare tale attività e gli alunni non avvalentesi si trovano così dispersi nei corridoi della scuola (pubblica!) o relegati in classi a loro estranee, o altro.

In questi 10 anni la scuola pubblica è vissuta in una situazione di estrema precarietà: riforme, o sedicenti tali, una sull’altra, fino ad oggi dove assistiamo in modo sempre più chiaro al progressivo sfascio della scuola pubblica che ben presto, se così vanno le cose, sarà sostituita, per chi può, dalla scuola privata, chi non potrà rimarrà in una scuola pubblica “sgarrupata”.

In questi anni Scuola e Diritti, mantenendo fede al suo assunto, ha partecipato in prima persona collaborando alle diverse azioni di opposizione alla progressiva destrutturazione della scuola pubblica, Tavolo contro la Moratti – presidi – raccolta firme – articoli giornalistici, sempre nell’ottica di stimolare il personale della scuola pubblica e i cittadini in generale alla presa di coscienza della funzione costituzionale prioritaria della scuola pubblica.

Ma l’argomento centrale dell’azione di Scuola e Diritti è sempre rimasto quello che la fece nascere e cioè la difesa della laicità nella scuola pubblica, argomento che, spesso, ha visto la nostra associazione agire in provincia in splendente solitudine, purtroppo.

Tuttora riteniamo che la questione laicità non sia un argomento secondario che può essere trascurato in quanto prioritari altri argomenti, noi riteniamo che, e crediamo che le difficoltà che abbiamo incontrato in tutti questi anni nel proporlo lo confermino, il valore della laicità, soprattutto all’interno della scuola pubblica, sia uno snodo fondamentale proprio se comprendiamo che la scuola pubblica è un’istituzione che promana direttamente dalla Costituzione Repubblicana ed è istituzione fondamentale per la formazione del cittadino democratico, base della più vasta democrazia repubblicana. Noi vediamo come essenziale la concezione della laicità in senso lato e quindi non solo collegata al discorso religioso: la laicità è equidistanza e rispetto, in questo caso da parte della scuola, verso ogni posizione religiosa ma anche politica, scientifica, ideologica, ecc.

La scuola pubblica che deve formare il cittadino democratico non deve, secondo noi, sposare una tesi, assumere un’identità ideologica, favorire il pensiero unico ma deve operare al fine di dare ad ogni cittadino gli strumenti, la capacità critica, ed i valori costituzionali necessari ad una sana e corretta convivenza con gli altri cittadini all’interno della società democratica.

Non crediamo proprio di essere nel torto, siamo certi che le idee che ci guidano, e che sono diventate parte di noi, siano fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, anche perché le abbiamo scoperte al suo interno, all’interno delle sentenze della Corte Costituzionale, nelle Intese dello stato con le religioni non cattoliche, nei discorsi dei padri costituzionalisti.

Crediamo, inoltre, che proprio nel periodo che stiamo vivendo, davanti all’Italia si aprano almeno due strade: una fedele alla Costituzione, che, però, deve trasformare la famosa carta in concretezza di vita, l’altra che vorrebbe essere “moderna”, stanca di “lacci e lacciuoli” e che vorrebbe “semplificare” tutto, anche la costituzione e la scuola…

Scuola e Diritti segue ed invita a seguire la prima strada.

 

a cura della segreteria di Scuola e Diritti

 

 

* La definizione di attività alternativa è entrata nell’uso comune ma è profondamente scorretta perché, contrariamente a quanto definito dalla Corte Costituzionale, sembra relegare le ore di attività didattiche e formative di coloro che non si avvalgono dell’IRC ad una funzione puramente sostitutiva negando così la pari dignità tra le due opzioni.


 
 
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