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Doriana Goracci: Aminatou Haidar. E la lettera che le ha scritto Josè Saramago
Aminatou Haidar
Aminatou Haidar 
09 Dicembre 2009
 

Vola una lettera che mi parla una volta ancora, di una donna che non conoscevo prima, è l'attivista di diritti umani saharawi Aminatou Haidar, in sciopero della fame nell'aeroporto di Lanzarote da domenica 15 novembre 2009 perché sta esigendo il suo ritorno in patria, al Sahara Occidentale, da cui le autorità marocchine l'hanno espulsa illegalmente. Tento di capire chi sia, non mi vergogno della mia ignoranza, e capisco che di lei ne è stato scritto e molto, e capisco quindi ancora di più, quanto non si sappia un bel niente di donne e uomini del paese mondo, compresa l'Italia. Per la filosofia del Tamata, da oggi la chiamerò così, come i polinesiani dicono il Tentare, e come Bernard Moitessier osò l'Alleanza, invio il testo e tutte le possibilità di azione e diffusione attualmente che circolano. I siti web pro-sahrawi sono oscurati da anni. Qualunque cosa noi possiamo fare per far circolare l'informazione e la comunicazione, diventiamo consapevoli che è necessaria, urgente, indispensabile. Alla fine di questo testo, troverete anche la lettera che ha inviato Josè Saramago ad Aminatou Haidar: l'amica, la compagna a cui stare vicini, anche se siamo così lontani.

 

Dalla parte di chi lotta e resiste e osa. Tamata.

 

Doriana Goracci

 

 

Il governo spagnolo, complice delle autorità governative marocchine, l'ha fatta entrare in Spagna in maniera irregolare. Aminatou esige dal governo spagnolo che la riporti all'aeroporto di El Aaiún, città dove ha sempre vissuto e dove risiede coi suoi due figli, così come esige il pieno rispetto delle sue attività pacifiche in difesa dei diritti umani.

La salute di Aminatou Haidar si sta indebolendo rapidamente a causa dello sciopero della fame. Ogni giorno le sue condizioni si aggravano. In questo momento resiste solo grazie alla sua incredibile forza morale e alla certezza assoluta di chi la sta difendendo. Aminatou è disposta a resistere finché non la riporteranno in patria, nel Sahara Occidentale. Sarà responsabilità del Governo Spagnolo se la sua salute, già molto danneggiata dopo essere stata desaparecida e detenuta nelle prigioni segrete marocchine e lì torturata per quattro anni, ne risentirà in modo irreversibile.

 

La mia lettera. Noi firmatari, tra i quali membri del mondo della cultura e dello spettacolo, poiché consideriamo giusta la petizione di Aminatou Haidar, richiediamo al Governo spagnolo che prenda immediatamente provvedimenti per far ritornare Aminatou a El Aaiún con i suoi figli e la sua famiglia.

Lanzarote, Spagna, 23 novembre 2009

   
Per firmare clicca QUI

o entra nel Blog della Piattaforma
Puoi anche mandare una mail con nome, cognome e documento d'identità a
todosconaminatou@gmail.com

 

Per maggiori informazioni su Aminatou Haidar e il conflitto saharawi:
- In italiano

- In spagnolo: 1 e 2

- Conferenza Stampa a Napoli (video) contro l'arresto di Aminatou Haidar di lunedì 30
novembre 2009, con collegamento telefonico con l'attivista dall'aeroporto di Lanzarote

- Ultime notizie dai Territori Occupati del Sahara Occidentale

- Campagna internazionale per la libertà dei 7 attivisti saharaui arrestati lo scorso 8 ottobre

- Campagna internazionale per la libertà di tutti i prigionieri politici saharawi

 

 

 

Lettera di Josè Saramago

ad Aminatou Haidar

 

Cara Aminatou Haidar,

se fossi a Lanzarote sarei al tuo fianco. E non perché tu sia una militante separatista, come ti ha definito l’ambasciatore del Marocco, ma esattamente per il contrario: credo che il pianeta sia di tutti e tutti abbiamo il diritto al nostro spazio per poter vivere in armonia. Credo che i separatisti sono quelli che separano le persone dalla loro terra, le cacciano, cercano di sradicarle perché, divenendo qualcosa di diverso da quello che sono, gli uni acquisiscano maggior potere e gli altri perdano la loro auto-stima e finiscano per essere inghiottiti dalla sopraffazione. Il Marocco con il Sahara viola tutte le regole della buona condotta. Disprezzare i sahrawi è la dimostrazione che la carta dei diritti umani non ha valore nella società marocchina, che non protesta per quello che si fa con i suoi vicini; ed è, soprattutto, l’evidenza che il Marocco non rispetta se stesso: chi è sicuro del suo passato non ha bisogno di espropriare chi sta al suo fianco per esprimere una grandezza che mai nessuno gli riconoscerà. Perché se il potere del Marocco riuscirà a piegare i sahrawi, quel paese, per altri versi ammirevole, avrà ottenuto la più triste delle vittorie, una vittoria senza onore, per nulla luminosa, acquisita sulla vita e sui sogni di tanta gente che voleva vivere in pace nella sua terra e con i suoi vicini per fare del continente, tutti insieme, un luogo più abitabile.
Cara Aminatou Haidar: hai dato un esempio valoroso riconosciuto in tutto il mondo. Non mettere in pericolo la tua vita perché davanti a te hai ancora da combattere molte battaglie, e tu sei necessaria. Noi, tuoi amici, amici del tuo popolo porteremo il testimone in tutte le sedi necessarie. Al governo di Spagna chiediamo che mostri sensibilità. Con te, con la tua gente. Sappiamo bene che i rapporti internazionali sono molto complicati, ma sono passati molti anni da quando è stasta abolita la schiavitù delle persone e dei popoli. Non si tratta di umanitarismo: le risoluzioni delle Nazioni unite, il diritto internazionale e il senso comune stanno da una parte sola, e questo in Marocco e in Spagna lo sanno.
Lasciamo che Aminatou ritorni a casa con il riconoscimento del suo valore, alla luce del sole, perché sono le persone come lei che danno personalità al nostro tempo, e senza Aminatu tutti saremmo più poveri. Il problema non ce l’ha Aminatou, ce l’ha il Marocco. E può risolverlo, dovrà risolverlo, e non rispetto a una fragile donna ma a tutto un popolo che non si arrende perché non può capire né la irrazionalità né la voracità espansionista, propria di altri tempi e di altri livelli di civilizzazione.

 

Un abbraccio molto forte, cara Aminatou Haidar.

  

José Saramago, 22 novembre 2009


 
 
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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