Venerdì , 29 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Rosangela Pesenti. Cose da donne? 
Aggiungo un commento ai tanti sulla vicenda Berlusconi-Gheddafi
05 Settembre 2010
 

Mi sollecita l’articolo di Monica Lanfranco ricevuto stamattina: “Cose da uomini (di Stato)”. Sono d’accordo con ogni cosa che dice, perciò voglio aggiungere alla sua indignazione anche la mia, guardando al tristo evento da un altro punto di vista.

Perché 500 ragazze sono disposte a vendersi? Sono alla fame, hanno figli piccoli, genitori indigenti, sono ricattate, in pericolo di vita, o altro che giustifichi la loro azione?

Nel mio immaginario sono tutte o quasi diplomate, forse persino laureate, con famiglia e amici soccorrevoli, un tetto sulla testa, tre pasti al giorno e un po’ di superfluo. Che cosa dunque le convince a prestarsi ad una delle tante farse del potere che non potrebbero stare in piedi senza le donne come comprimarie?

Leggendo ieri mi è tornato alla memoria un episodio raccontato da una ragazza che ha vissuto la seconda guerra mondiale.

Lavoratori pendolari e l’inverno che la guerra faceva più duro: arrivavano in bicicletta dai paesi vicini fino alla stazione di Romano Lombardo e salivano sui carri bestiame per andare a lavorare a Milano.

Le ragazze erano poche, la sua amica viaggiava in prima classe con i tedeschi e la invitava a salire con lei, stupita del suo rifiuto.

Aveva fatto la quarta elementare, faceva l’operaia e d’inverno le venivano i geloni, ma non accettò mai di viaggiare con la sua amica. Ricordo lo sguardo stupito e sospettoso quando le chiesi “perché?”. Per lei era ovvio, non sapeva spiegarlo a parole, non era ‘istruita’, rispondeva con espressioni ed esclamazioni. “Eri antifascista?” ho insistito, suggerendole una nobile motivazione politica, ma non ha afferrato l’occasione per mettersi una medaglietta: non era fascista e non le piacevano i tedeschi ma detestava soprattutto la guerra, il motivo per cui non viaggiava in prima classe era diverso, più profondo, più personale. “Preferivo essere di quelli del carro bestiame, uguale agli altri, mi sarei vergognata di approfittare”. Nella sua lingua si poteva parlare di sé solo in negativo.

Il femminismo mi ha insegnato le parole per raccontare la sua storia che si può intitolare DIGNITÀ.

Quella ragazza era mia madre. La vita in questo paese non ha riconosciuto la sua dignità, i suoi geloni e nemmeno il suo lavoro. Andò in pensione con poco più della minima riconosciuta alle casalinghe, perché i datori di lavoro ti riconoscono le ore produttive e non quelle che tu strappi alla tua vita per arrivare a produrre; portò per molti anni gli abiti smessi della sua amica che godendo di buone conoscenze fece un buon matrimonio, non ebbe né pellicce né gioielli e nemmeno una casa in proprietà.

È morta quando il berlusconismo era già il cancro che conosciamo e la parola successo cominciava a diventare il sinonimo di libertà.

Per lei la libertà era non doversi vendere a nessuno.

Ho imparato da lei a cercare di capire prima di giudicare: in questa vicenda il modo di agire degli uomini mi è chiarissimo e altrettanto lo è il mio giudizio, che sostiene la duratura indignazione condivisa con tanti cittadini e cittadine.

Alle ragazze invece chiedo: perché? Quali bisogni, desideri, necessità del corpo e dell’anima, spingono a vendersi su questo mercato?

 

Rosangela Pesenti


Articoli correlati

  Piero Cappelli. Gheddafi, la fine nefanda di una dittatura
  Antonella Casu e Marco Cappato. Lettera aperta al preside e al rettore dell’Università di Sassari
  Daniele Lembo, la Libia Italiana
  Valter Vecellio. Alitalia, scuola (e risorse per le scuole private cattoliche), gli accordi con la Libia…
  Giannino. La fuga di Gheddafi
  Yoani Sánchez. Il nostro uomo a Tripoli
  Rosario Amico Roxas. La vera crisi
  Donatella Poretti e Marco Perduca. Sulle Frecce Tricolori... d'esportazione
  Vetrina/ In morte di stolido uomo, Sirte 2011. Patrizia Garofalo con Flavia Milani
  Matteo Mecacci. La spericolata politica estera di Berlusconi
  Giannino. 'Gheddafi' (da www.aduc.it)
  Matteo Mecacci. Frattini convochi ambasciatore Iran per stop a violenze
  Frattini riferisca al parlamento gli ordini “terribili” di Gheddafi
  Marco Perduca. Il mandato di cattura di Gheddafi pone limiti a trattativa africana
  Bonino, Pannella, Valpiana. La nonviolenza di fronte all'uccisione di Gheddafi
  Pino Iannolo. Il reggino Antonio Sarica arrestò Al Muktar, "il leone del deserto"
  Yoani Sánchez: “Cuba non conceda asilo politico a Gheddafi!”
  Sul trattato Italia-Libia
  Respinti al mittente come pacchi senza valore. “L'ho deciso io!”
  Gordiano Lupi. La censura nei media cubani
  Andrea Ermano. Il silenzio è oro
  Gianfranco Paris. Due o tre cose su Gheddafi, “amico” di Andreotti e Cossiga
  Valter Vecellio. Cosa c’è dietro il volo delle frecce tricolori
  Mario Staderini. Il circo mediatico su Gheddafi copre scomode verità
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 2 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy