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Il Bambinello, la defezione dell’ONU e la Speranza
15 Gennaio 2009
 

Anno nuovo guai vecchi e se possibile ancora più seri. Uno ce la mette tutta per non arrivare a dire che siamo arrivati ben oltre la frutta, ma non ci si può prendere in giro da soli. La situazione è brutta e potrebbe peggiorare. È vero che l’ottimismo è un dovere, specialmente nei riguardi dei giovani, ma dipingere un quadro nero–carbone di rosa è sbagliato oltre che molto difficile.

Le brutte notizie arrivano talmente a raffica che non si fa in tempo a restarne colpiti ma solo storditi, in attesa della prossima botta.

Non fosse mai nato quel Santo Bambino in quella santa terra, teatro nel tempo delle più raccapriccianti rappresentazioni che mente diabolica possa escogitare.

Oh Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar, e non so che dire.

Perché sei nato, perché sei morto crocifisso, perché sei risorto, se tanti bambini continuano ancora a nascere dentro una stalla e sotto la spada di Erode, se la strage degli Innocenti si è fatta sempre più cruenta e indiscriminata, se l’uomo si è incrudelito al punto di perdere perfino la nozione della pietà; perché sei nato e hai arato terreni sassosi con i tuoi piedi scalzi e seminato parole portatrici di nuovo discorde e illuminato pensiero, se poi il significato della tua venuta sulla terra – uomo tra uomini – è stato stravolto e abusato per scatenare l’inferno che mai si estingue, fatto segno dei peggiori crimini e intolleranza perpetrati in tuo nome?

Bene, l’ONU si ritira dalla striscia di Gaza così saltano pure i soccorsi umanitari che potrebbero alleviare – se non impedire – la sofferenza di tante incolpevoli vittime di questo rivoltante massacro.

Beh, dice qualcuno, lì sparano, mica gli inviati dell’ONU possono starsene lì a farsi ammazzare, mica tutti sono nati eroi.

Certo che no, ci mancherebbe altro. Ma che si aspettavano, gli inviati dell’ONU, di consegnare la spesa a domicilio alla gente di un paese in guerra senza mettere in conto i rischi del caso?

Ma non è l’ONU L’Organizzazione delle Nazioni Unite? Una cosa grossa, intendo dire, con grosse responsabilità e prerogative. E si tirano indietro lasciando nella peste civili inermi senza nemmeno il conforto di cibo e acqua e medicinali?

Ma non pensa l’ONU che la sua presenza sul luogo del sanguinosissimo conflitto possa agire da deterrente o quanto meno da implicito richiamo a trattare la questione meno barbaramente, e in ogni caso farsi testimonianza di un impegno di solidarietà e sostegno con le parti più deboli?

Ma a che serve l’ONU, a che mai è servito, se non si butta in mezzo alla mischia per tentare una mediazione che non sia solo ipotizzata a tavolino?

Domande di donna non politicamente ferrata, in un mondo di uomini politicamente costrutti e attivi e a giudicare dalle loro azioni e inazioni del tutto fuori di testa e dalla grazia di Dio.

Comunque, caro bambinello che continui a nascere in ogni parte della terra, anche nella più sconvolta e impregnata di sangue, benvenuto. C’è un detto, sulla terra: la speranza è l’ultima a morire, e quando la speranza morirà, se mai morirà, nessun uomo ci sarà per vedere la sua fine. E dunque, caro bambinello, fatti coraggio: finché c’è un uomo vive la speranza.

 

Maria Lanciotti


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