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Maria Pina Ciancio: Pizzofiorito. Fiabe della domenica 2
09 Agosto 2009
 

Si attraversavano montagne e poi ancora montagne nel paese di Pizzofiorito. Era proprio lì, all’inizio del grande bosco, che abitava Rich.

Mai nessuno che scendesse a valle, mai nessuno che partisse per andar via.

Perché? – si domandava Rich, – che cosa ci sarà mai laggiù?

Sei ancora un bambino Rich, ma un giorno sarà la montagna a svelarti il suo segreto nascosto! – si sentiva rispondere ogni volta.

Quando il piccolo Rich compì dieci anni, era la stagione delle piogge e la sua vecchia tartaruga non era ancora sveglia.

Pigrona, – le disse Rich – oggi faremo un viaggio insieme e tu mi terrai compagnia! – ma Dolly non sembrava mostrare segni di entusiasmo.

Rich la cacciò amareggiato in tasca e lasciò il bosco.

I gradini della scala che cominciò a scendere cautamente, uno ad uno, erano ripidi e poco sicuri. Ogni volta che Rich si voltava indietro, le sue montagne diventavano più piccole, il sole sempre più lontano. Scendeva, scendeva e i gradini non finivano mai. L’erba si diradava, il sole impallidiva, l’aria diventava opaca.

Oh, – esclamò Rich – qui il giallo è un altro giallo e il rosso un altro rosso, e… quanto grigio! – aggiunse stupefatto.

In fondo alla scaletta intravide qualcosa.

Continuò a scendere, ed erano milioni di case… e strade, lunghi e stretti nastri che si perdevano all’orizzonte. Rich tirò fuori dalla tasca la sua amica. La tartaruga sbirciò intorno, poi sbadigliando lungamente, si ritirò nel suo guscio.

Pigrona – aggiunse nuovamente Rich – non fai che dormire tutto il giorno!

Con aria un po’ delusa la ricacciò nella tasca e prima di proseguire si voltò indietro a guardare verso l’alto. Ma, quale sorpresa?! Le sue montagne non c’erano più, al loro posto solo una nebbia fitta, scura e senza cielo.

Sotto di lui tutto si fece smisuratamente grande. Le case erano scatole senza tetto e senza comignoli, ma altissime!

Come faranno ad arrivare fin lassù? – si chiedeva stupefatto.

Rich continuò a scendere e fu in una fitta rete di cunicoli sotterranei.

Un formicaio! – pensò sbalordito. E quanta gente che correva di qua e di là. Una folla gli passò accanto e fu sul punto di travolgerlo. Ma, dove andavano come foglie al vento senz’alberi, se lì non c’era un alito di vento e nessuno andava nella stessa direzione?

Rich scese più velocemente lasciandosi dietro i cunicoli bui. Ora faceva più freddo e il buio metteva una gran paura. All’improvviso si sentì stanco, avrebbe voluto riposarsi e cercare una foglia per la sua amica, ma non c’erano prati, né alberi, né erba lì sotto. Scese, salì, ridiscese, ma gli alberi erano aste metalliche e le foglie cartelli geometrici. I prati erano d’asfalto e l’erba lunghe strisce bianche e gialle.

Oh, Dolly, che strano posto è questo! Mi chiedo che cosa mangino le tartarughe e dove i bambini possano giocare, rincorrersi, fare le capriole. Dolly, ma mi ascolti? – le gridò forte.

Rich si fermò su un gradino e si guardò ancora intorno.

La città era una grande barca che ondeggiava in un mare buio e silenzioso. Sotto di lui il vuoto.

Chissà dove finisce – pensò.

Una grande solitudine e una profonda malinconia lo invasero. Prese Dolly tra le mani e cominciò a risalire in fretta. Attraversò la coltre densa e grigia che lo sovrastava e mentre si lasciava dietro i gradini ad uno ad uno, i suoi pensieri si fecero man mano più leggeri.

E fu il vento della montagna ad andargli incontro.

Bentornato Rich – gli sussurrò all’orecchio forte e potente come la roccia.

Continuò a risalire e fu il ruscello delle oche selvatiche che lo accolse in un girotondo di festa. Rich applaudì lo spettacolo e proseguì per Pizzofiorito.

Più saliva, più la testa sconfinava e si perdeva tra le nuvole, più il disco del sole diventava grande e di fuoco. Rich saliva, saliva e piano piano stringeva tra le sue braccia il mondo sotto di lui.

Quando fu ai confini del bosco liberò dalla tasca la sua amica, l’avvicinò al viso e le sussurrò piano:

Dolly, com’è bella la terrà da quassù. Pensa se tutti gli uomini e tutti bambini potessero vederla così…



Maria Pina Ciancio, La mongolfiera azzurra

Ed. I fiori di campo, Landriano 2002, € 6,46



Maria Pina Ciancio è nata a Winterhur (CH) e vive a San Severino Lucano in provincia di Potenza, un piccolo paesino di montagna (Pizzofiorito?) sospeso a metà strada tra il tetto azzurro del cielo e i boschi del Pollino. Insegnante di lettere, ama la poesia e le “storie”, soprattutto quelle magiche e per bambini.

http://cianciomariapina.wordpress.com


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