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Ivan il Poeta. Il verso più lungo del mondo incontra la pagina più grande del mondo 
Performance di arte metropolitana. A Bologna sabato 30
28 Gennaio 2010
   

Ivan è un poeta di strada di stanza a Milano e in perenne movimento, un poetarstista, un agitatore culturale coma ama anche definirsi, uno che dice di fare, e in effetti la fa, Arte Pubblica Internazionale. Ha cominciato la sua attività tracciando, sperimentando e dipingendo versi sulle saracinesche e sui muri milanesi. Un performer lirico e metropolitano che si muove(va) sovente con gli street-artists della città più acida e poetica d'Italia. Soave e, quando occorreva, duro. Una creatività a oltranza, controcorrente e mai scevra di speranza. Non ci stupisce dunque che passi dalla poesia in juke-box o segmentata o moltiplicata o rielaborata in installazioni le più varie alla nuova performance “Il verso più lungo del mondo incontra la pagina più grande del mondo”.

L'evento, presentato dalla Galleria Testoni in coproduzione con Art Kitchen e nell'ambito di Bologna Arte e Fiera Off e Artwhitenight 2010, si terrà a Bologna (Via dell'Indipendenza-Piazza Maggiore) sabato 30 gennaio, dalle ore 15 alle 21.

Ordunque che cosa ha immaginato stavolta il nostro fantasiosissimo e concretissimo Ivan... Dopo aver utilizzato le strade di quello che era il Bel Paese, di cui talora permangono scintillanti tracce e ricordi, e le vie del mondo in pagine libere dove scrivere le proprie poesie, oscillanti fra l'eterno, meta cui la poesia ambirebbe, e la fruizione immediata, popolare, forse anche labile o volubile, ma indomabilmente forte, potente e prepotente innanzi alla prepotenza e indifferenza del potere, Ivan realizzerà il verso più lungo al mondo, percorrendo per cinque chilometri le vie del centro della Dotta e Grassa, «aiutato attivamente da pubblico e passanti nella creazione del più ampio spazio di libera espressione mai concepito nella storia artistica culturale del nostro Paese. Non solo innovazione e visibilità, ma soprattutto “un gesto pubblico” che permetta sia che l’arte s’impossessi per un giorno del centro di una città sia che le genti diventino protagoniste attive dell’arte stessa. Un unico grande verso poetico performativo che dalla Zona Fiera correrà lungo Via dell’Indipendeza per arrivare fino nel cuore antico bononiense».

I colori, rigorosamente all’acqua, saranno a disposizione del pubblico nella più grande tela collettiva mai realizzata in Italia.

La chiusura della performance avverrà a Palazzo Gnudi, via R. Reno 75, e segnerà l'inizio, alle ore 21, di un Campari Party.

Da ricordare che l’evento si colloca come parte integrante della mostra curata da Alberto Mattia Martini Depero e De(s)perimenti ludici nelle sale della Galleria Spazio Gianni Testoni La 2000+45 (Via D’Azeglio 50).

Vale la pena di cogliere ancora un po' dell'Ivanpensiero: «Per noi di Art Kitchen il rispetto dell’ambiente è alla base della nostra filosofia lavorativa, per questo la carta che verrà impiegata è prodotta da Cartiere Miliani Fabriano utilizzando energia rinnovabile di origine prevalentemente idroelettrica, riducendo al minimo indispensabile l’utilizzo stesso dell’energia. Inoltre Fabriano ha ottenuto la certificazione A.I.A., garanzia del rispetto degli standard più elevati secondo le norme ambientali del nostro paese. Precisamente la carta utilizzata durante la performance è stata prodotta nello stabilimento Fabriano di Pioraco utilizzando al 100% energia idroelettrica prodotta in loco. Le cellulose impiegate nel processo produttivo sono cellulose certificate FSC, cioè derivanti da piante a crescita rapida provenienti da foreste controllate, per la cui produzione non vi è stato nessuno sfruttamento: né di persone né dell’ambiente. Il risultato ottenuto è una carta di rara qualità, ecosostenibile perché prodotta con materie prime e processi tecnologici certificati come ecocompatibili e totalmente riciclabile.

«Non solo la carta ma anche le vernici, rigorosamente all’acqua, utilizzate durante la performance sono prodotte nel completo rispetto ambientale. La stessa impresa, Impa, ha ottenuto l’ultima certificazione nel 2006 (UNI EN ISO14001) ed è protagonista di una storia alquanto particolare: nelle acque presso gli stabilimenti Impa ogni primavera si riproduce il Rospo Smeraldino, specie considerata protetta dalla Convenzione di Berna.

«Con questo vogliamo dimostrare che è possibile trasformare le proprie idee in realtà preservando e rispettando l’ambiente in cui viviamo e creiamo».


Alberto Figliolia


 
 
 
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