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Matteo Mecacci. Da Roma un altro passo verso la Moratoria 
Ma ancora non basta per sconfiggere l’ostruzionismo europeo
02 Settembre 2007
 

Ieri è stata sicuramente una giornata importante per la campagna radicale per la moratoria universale delle esecuzioni capitali visto a Roma il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha consegnato il premio “abolizionista dell’anno” di Nessuno Tocchi Caino al Presidente del Rwanda Paul Kagame, che è stato appunto recentemente protagonista promotore dell’abolizione della pena di morte in quel paese.

Tuttavia, va riscontrato che il Presidente del Consiglio Romano Prodi non è andato oltre un importante, ma non definito, chiaro e rinnovato impegno del Governo italiano sul fronte della moratoria delle esecuzioni. Come infatti ho ricordato ieri a Radio Radicale notizie importanti sul fronte di questa battaglia iniziano ad arrivare anche da New York e dalle Nazioni Unite dove nei giorni scorsi, si è svolto il primo incontro tra il Portogallo in qualità di Presidente dell’Unione Europea e un primo gruppo di paesi appartenenti ad altre regioni per discutere il testo della risoluzione sulla pena di morte che dovrà essere presentato all’inizio della prossima Assemblea Generale dell’ONU che si apre qui a New York il 24 settembre.

Innanzitutto, va detto che l’Unione Europea ha finora scelto incredibilmente di escludere da questo primo gruppo di paesi coautori della risoluzione due paesi fondamentali nella battaglia per la moratoria delle esecuzioni capitali e cioè Sudafrica e Russia; un’esclusione che rischia di essere politicamente suicida visto che rende molto più difficile la raccolta di sostegni sulla risoluzione in molti paesi africani e nell’area di influenza russa, in particolare nell’Asia centrale.

Ma ciò che è più grave è che l’Unione Europea si è presentata a questo appuntamento qui a New York con un testo di risoluzione che, smentendo quanto richiesto a più riprese dal Parlamento Europeo e dal Parlamento Italiano, privilegia l’obiettivo dell’abolizione totale della pena di morte rispetto a quello della moratoria delle esecuzioni. Come da molte settimane abbiamo denunciato, e in particolare lo ha fatto Marco Pannella, questa scelta dell’Unione Europea avrebbe avuto l’effetto di dividere il fronte dei paesi pro moratoria, con il rischio quindi di determinare l’ennesimo fallimento, o a questo punto sarebbe forse meglio dire l’ennesimo episodio di boicottaggio, di questa campagna, proprio da parte di chi come l’Unione Europea ogni giorno non esita a chiedere a tutti di abolire immediatamente la pena di morte, non comprendendo come invece la richiesta di una moratoria delle esecuzioni sia stata storicamente e sia ancora oggi lo strumento che si e’ rivelato più efficace nel raggiungere l’obiettivo anche della sua abolizione completa.

E comunque, come volevasi dimostrare, nella riunione svoltasi a New York si è avuta conferma di ciò che era noto da tempo, e cioè che alcuni paesi sia asiatici che dell’America Latina, in particolare le Filippine e il Messico, considerano il testo di risoluzione proposto dall’Unione Europea espressione del “fondamentalismo abolizionista”, e perciò hanno già proposto degli emendamenti che rimettono l’obiettivo della moratoria delle esecuzioni al centro di questa iniziativa. Un obiettivo questo che per mesi è stato condiviso dal Presidente del Consiglio italiano, ma che il nostro Governo non è riuscito a far prevalere in sede Europea dove, peraltro, la settimana prossima si tornerà ad affrontare questo nodo politico irrisolto e dove, senza adeguato impegno e preparazione da parte dell’Italia, il fronte dei paesi fondamentalisti rischia di prevalere per l’ennesima volta dopo che per 14 anni è riuscito a impedire all’Assemblea Generale di proclamare la moratoria.

Di fronte a tutto questo la necessità di una ripresa diretta di impegno prioritario dei radicali è nelle cose, ed ancora una volta occorre che accada per ottenere il possibile contro ciò che invece appare probabile, e cioè l’insabbiamento di questa campagna. Per questo è essenziale che come è stato annunciato ieri da Marco Pannella alla fine della presentazione del rapporto, se ne discuta già dalle prossime ore.

 

Matteo Mecacci

(da Notizie radicali, 31 agosto 2007)


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