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“Valthellina”. Un sasso nello stagno 
Intervista a Reggy, mente e voce degli SNP, la band thrash metal più longeva e produttiva della provincia...
Cover di
Cover di 'Valthellina'. L'album degli 'SNP' è uscito a fine marzo 
07 Aprile 2008
 

È in uscita Valthellina, il loro nuovo concept album sulla miseria e la decadenza della nostra valle: alta densità di suicidi, depressione, indifferenza, omologazione, xenofobia, stregoneria, diavoli, credenze popolari, noia, mancanza di infrastrutture, incesto, clan familiari, rancore, alcool e droghe consumate in gran quantità ed ad ogni età, chiusura e disagio mentale, schiavitù culturale ed economica, faide paesane, una naturale lobotomia montana che viene da tempi lontani a cui è difficile sfuggire.

Gli SNP con Valthellina hanno riscoperto le proprie origini scrivendo del malessere diffuso e generale della propria terra, un album malato, privo di ogni censura e di forte impatto.

Un sanguinario thrash-core dalla montagna di sangue… così si presentano nel 2008 gli SNP con un album sanguinario che ti invita a scoprire il mondo sinistro della Valthellina.


Penso che qualsiasi artista e/o musicista libero che abiti tra queste montagne abbia fatto proprie queste penose realtà di cui tratta Valthellina e le abbia trasformate in qualche modo in opere... Il problema è che tutti non sono in grado di trasformare questo diffuso malessere in qualcosa, o comunque di rendersi conto della propria quotidianità.

Sai, la Provincia di Sondrio è famosa in tutta Italia e nel mondo per i prodotti tipici, il turismo, le stazioni sciistiche, le meravigliose montagne. Da un lato tutta questa ricchezza, ingordigia di ricchezza e di veloce arricchimento dall’altra, inevitabilmente, il rovescio della medaglia: i lati oscuri che hai citato in premessa sono sotto gli occhi di tutti sia dei valtellinesi che di chiunque proveniente da qualsiasi altra parte d’Italia. Abbiamo cercato di ritrarre alcuni di questi temi fondamentali della vita e storia della Valle, cercando di non cadere nel qualunquismo o disfattismo ma, semplicemente, dando risalto a temi molto spesso nascosti e considerati tabù. Tutto questo attraverso la musica rock-metal, il che,di per sé, è un fatto abbastanza insolito: un mezzo comunque diverso dai soliti documenti, seminari e trattati scritti da letterati, medici e psicologi.

Il problema viene sempre centrato sugli adolescenti, sui giovani… le autorità hanno questo gran difetto di non rendersi conto che le cose continuano e forse peggiorano con l’età. Che ne pensi?

L’attenzione ai problemi dei giovani è doverosa ma altrettanto doveroso sarebbe il prestare attenzione ai problemi, che sono fondamentalmente gli stessi, dei non più giovani. Nel nostro album trattiamo anche di questi argomenti, ancor più sconvenienti proprio perché spesso dimenticati: i temi trattati nell’album riguardano famiglie intere, giovani e adulti.

Per farti alcuni esempi nella canzone “Made in Hell” si parla dei suicidi, che non riguardano solo i giovani. In “Today You Die” si parla di clan familiari, incesto, disagio mentale, rancore, i “mazzagent”, spietati killer di paesi innominabili. Violenza finalizzata a se stessa. Delitto e sangue. Fatti sanguinosi che ci hanno marchiato e che più nessuno potrà cancellare. In “Route of Pain” parliamo della strada statale 38 e degli incidenti stradali. “1987” è il nostro ricordo dell’alluvione, in “Black Jack” ci sono streghe, diavoli, malefici, esseri sovrannaturali, che hanno sempre riempito i racconti delle nostre genti. Visioni e paure. Black Jack è tornato ma non se ne era mai andato. In fondo alle nostre anime è lì e aspetta solo di essere risvegliato.

È molto facile, infatti, ridurre il tutto a un problema giovanile.

Gli adolescenti sono più esposti ad essere coinvolti da questi lati oscuri perché attraversano una fase della vita delicata fatta di cambiamenti e di crisi esistenziali, però, come ti ho detto sopra, molti temi riguardano tutti, giovani e adulti e coinvolgono tutte le fasce sociali. D’altra parte un giovane con problemi irrisolti diventa un adulto con problemi ancora più irrisolvibili; con la sola differenza che la specie umana è predisposta naturalmente a proteggere la nuova generazione mentre della vecchia nessuno se ne vuole occupare e, di conseguenza, nessuno ne parla.

Qualche tempo fa girava una tesi di laurea dal titolo “Valtellina: isola felice?”... che capitò sulla scrivania del prefetto di allora. Ma mi chiedo, mai nessuna autorità si è veramente chiesta come vive la gente valtellinese? Come mai ci siano tanti suicidi, incidenti stradali, alcolizzati... In “Killing Sound” parli del problema dell’alcool, che è forse un altro nostro triste primato… i bevitori valtellinesi. Vultulin, me pias al Vin (Al Valtellinese piace il vino... piace bere) dicono i lariani dei valtellinesi… Al di là del folklore c’è una sofferenza profonda, un vuoto culturale ed un isolamento che vengono affogati nell’alcool… sempre, da tempi remoti.

C’è un richiamo a cui sembra che nessuno possa resistere. Come un suono mortale (Killing Sound), l’alcool, copre il silenzio assordante di queste valli, il vuoto di parole non dette, la noia di serate da riempire. Il vizio tramandato dai tempi non risparmia nessuno: giovani e vecchi, donne e uomini, ormai si può dire sia radicato nel nostro Dna.

In “Made in Hell” il suicidio… abbiamo anche il primato di essere una delle province con il più alto tasso di suicidi. Sono solo i giovani depressi a suicidarsi?

La possiamo chiamare valle dei suicidi e dei tentati suicidi (molti non ne parlano, ma molti sono salvati in extremis). L’insopportabile banalità della vita quotidiana porta depressione, la depressione sfocia nella tragedia: il suicidio.

Ecco ciò che vedono i nostri occhi: solitudine, apatia e l’immutabile scorrere del tempo. Generazioni si susseguono: padri, figli e figli dei figli vivono negli stessi luoghi, negli stessi modi. Vorresti fuggire, cambiare ma le tue radici non si riescono a strappare e resti inchiodato lì, oppresso da consuetudini che, ormai, sono anche le tue. È questa la tragedia nella tragedia: il bicchiere è sempre colmo (stavolta non sto parlando di vino) e basta un nulla per farlo traboccare. Basta leggere i nostri giornali locali che, periodicamente, cercano di ricostruire, fornire una spiegazione ai casi che, di volta in volta, si presentano. Un insuccesso scolastico, una delusione d’amore, problemi di lavoro, difficoltà economiche… Ma la spiegazione non è questa, né, tantomeno, riguarda solo giovani depressi.

Dovrà rendersi conto qualcuno, prima o poi, che, come diceva Il rivoluzionario per eccellenza, “non di solo pane vive l’uomo”.

Come dicevo prima qui da noi non si muore certo di povertà ma di altro sì…Cercare di capire non credo che sia solo un problema delle autorità, la colpa è soprattutto nostra: facciamo finta che questi problemi non esistano o tocchino solo gli altri: chiedendo a chi organizza incontri su questi temi (alcool, droga, disagio, mal di vivere) viene fuori che, agli incontri, ci vanno sempre quasi le stesse, poche, persone. Ci si dovrebbe domandare il perché. Potrebbe anche essere che questi incontri siano mal pubblicizzati per mancanza di fondi e oscurati per evitare di fare brutta pubblicità alla Valle...

Quando escono quelle squallide classifiche sulla qualità della vita nelle città, Sondrio è sempre ai primi posti... Che senso hanno queste classifiche?

I dati sintetici servono a scopi statistici ma di certo non riflettono la realtà studiata. Il nostro caso penso sia emblematico. E poi, comunque, penso che questi temi oscuri siano tenuti ben nascosti, forse noi stessi siamo i primi a vergognarcene e non farli emergere. Così ci convinciamo che viviamo bene e meglio di altre realtà; si scambia l’indifferenza per educazione e discrezione, si scambia l’isolamento geografico (mancanza di servizi ed infrastrutture) per la tranquillità che offrono i nostri luoghi, si scambia la schiavitù economica e culturale della nostra provincia per la forte garanzia che offre sul lavoro e sulle banche...

Da quanto tempo avresti voluto parlare di questi argomenti? Scommetto che questo concept album lo covavi da anni...

Noi SNP abbiamo tutti e quattro passato i trent'anni e certe cose le abbiamo vissute direttamente sulla nostra pelle o viste dall’esterno in questi anni. Il fatto che, in questo ultimo periodo, la provincia abbia avuto una notevole promozione per la ricchezza che offre, anche, sul fronte turistico con il proprio marchio Valtellina, ci ha spinto ad analizzare i lati oscuri e negativi e considerati tabù, creando un nuovo marchio che è un bel gioco di parole ValtHELLina…

Per quanto riguarda il gruppo, come pensate di promuovere il disco e con quale etichetta è uscito in Italia e in Europa?

Il cd è uscito dall’etichetta italiana LostSound Records ed è distribuito in Italia da Self e da vari mailorder e in Europa e nel mondo da Code 7 e da PHD. Stiamo ultimando il montaggio del videoclip del primo singolo estratto “Hate For Hate”, che è destinato alle tv rock del settore italiano (Rock Tv, All Music, MTV) e a quelle europee.

(...)

Dal punto di vista musicale come siete evoluti? Come avete lavorato e con chi per Valthellina?

Rispetto al precedente album Scarface siamo tornati a “picchiare duro” con canzoni molto arrabbiate. Abbiamo lavorato in studio per un anno intero a Cantù all’Arte del Suono con la produzione di Andrea Trapasso che oramai ci segue da otto anni. Grazie alla collaborazione con Andrea abbiamo “composto” ed affinato le canzoni in studio sperimentando molti nuovi suoni ed arrangiamenti. Abbiamo ospiti di eccezione come Alex dei Circo Abusivo, che ha registrato parti di fisarmonica e lo stesso Andrea Trapasso ha arrangiato le parti orchestrali presenti in due brani.

Per l’artwork ci siamo affidati a Dan dell’Antisocial studio di Brescia, mentre la cover del cd è stata realizzata da Chad Michael Ward, un artista americano che ha lavorato con artisti del calibro di Marilyn Manson e Billy Idol. Il mastering del cd è stato effettuato al Massive Arts studio di Milano da Alberto Cutolo.

Il nostro management in Italia è curato dalla Gatti Promotion e dalla SO ROCK mentre in Europa e nel resto del mondo dall’Alkemist Fanatix Europe.

Avete un sito web per interagire coi fan o con le persone che saranno toccate dai temi di Valthellina?

Sui nostri siti (indicati in calce, ndr) potete sia vedere il videoclip che ascoltare la nostra musica.

Un amico tempo fa, parlando della musica e del cosiddetto movimento “grunge” per un giornale locale, scriveva: «Quella che sto qui brevemente a raccontare è una storia di boscaioli e di foreste, di divorzi e suicidi, ambientata in un luogo ove il cielo è coperto per la maggior parte dell’anno e l’umidità ed il cappuccino ne sono i segni distintivi. Guardatevi in giro. Vi ricorda qualcosa? Esatto. Per capirci, una sorta di Valtellina con qualche bowling e qualche Macdonald’s in più». ...Sappiamo tutti la fine che ha fatto Cobain, il “padre” del grunge... la stessa fine di tanti convalligiani...

È possibile vivere e non solo sopravvivere in questa Valle, ci vuole una gran dose di coraggio e ci si deve credere fino in fondo. Questo è il messaggio positivo che esce dalla canzone “Fire Down Below”. La cruda realtà è dipinta in un quadro livido e cruento. Solo “I Fearless” i Senza paura dominano ancora e possono ribaltare le sorti. Citando dai nostri testi: “What is life the real life?” che tradotto significa “Cos’è la vita, la vita vera?”, questa è la domanda che ognuno di noi si pone e che merita una degna risposta.

È emblematico che in “Valthellina” (la canzone) ci sia un barlume di speranza: che, nonostante tutto, le cose dopo il gelo possano tornare a vivere.

La title track è stata appunto pensata come canzone di “speranza” in quanto noi amiamo la nostra terra e, proprio per questo, crediamo che molti dei lati negativi debbano essere affrontati e possano essere risolti.

Che faresti se avessi una bacchetta magica?

Rimanendo al tema musicale: avere molti soldi per promuovere l’album in tutto il mondo così che la nostra arte arrivi in ogni posto e, di conseguenza, fare un bel tour in Europa e negli Stati Uniti…Per il resto, be', non saprei da cosa cominciare…

Non hai paura di venir criticato per i temi trattati nell’album?

Certo non aspettiamo altro, le critiche sono sempre positive se sono costruttive o comunque contribuiscono a sollevare il problema. L’ipocrisia e il bigottismo su questi temi è dilagante e, di sicuro, qualcuno cercherà di etichettare il nostro lavoro come un tentativo di arricchirsi cavalcando temi anche dolorosi, ma la nostra è, prima di tutto, arte per arte, è un viaggio attraverso la cruda realtà di una piccola provincia montana: questo è quel che conta.

 

 

Credits

Line up:

Reggy Forenzi, chitarra e voce

Sergio Bianchini, batteria

Piero Putzolu, chitarra

Pietro Rossi, basso e cori

Discografia:

1993 miniLp - All is an endless nothing...

1996 cd album - Excess

1999 maxisingle - Negazione

2004 cd album - Scarface

2008 cd album - Valthellina

oltre che partecipazione a numerose compilation

Siti web:

www.statonervosoprecario.it

www.myspace.com/statonervosoprecario

Contatti:

info@sorock.itsnp@novanet.it

 

Nicola Mattarucchi

(da 'l Gazetin, marzo 2008)


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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