Martedì , 16 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Emanuele Severino. Concordato e Costituzione 
Un confronto con Severino - 1
Emanuele Severino
Emanuele Severino 
21 Settembre 2008
 

[Dal Corriere della sera del 29 novembre 2005 col titolo “Il Concordato? Anticostituzionale”]

 

 

Buon lavoro il Concilio Vaticano II, seguito da altri documenti. Il buon lavoro starebbe andando però in malora per la tendenza della Chiesa a influire, invece che sulle coscienze, sugli apparati politici; e per la loro tendenza a ottenere l'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche. Un processo, questo, che travolgerebbe il Concordato, «corrodendone le basi di legittimità». Cinque anni fa avevo sostenuto sul Corriere che, per quanto riguarda il Concordato, quel buon lavoro non c'era, perché ancora oggi è il Concordato a essere ambiguo, ed è questa ambiguità a corroderne le basi di legittimità - in modo ben più grave degli inconvenienti giustamente indicati da Zagrebelsky. Richiamo l'argomentazione che allora avevo sviluppato (e ora riportata nel mio libro Nascere, Rizzoli, 2005).

L'art. 7 della Costituzione dice che i rapporti tra Stato e Chiesa «sono regolati dai Patti Lateranensi» del '29 e che «le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale». Nell'84 Stato italiano e Chiesa hanno modificato i Patti del '29, ma - ecco il punto - in modo così profondo da distruggerne il contenuto essenziale. Dirò subito perché. Ma intanto è chiaro che se nell'84 il contenuto dei Patti è stato distrutto, allora è stato distrutto anche l'articolo 7 della Costituzione, per il quale i rapporti tra Stato e Chiesa sono, appunto, «regolati dai Patti Lateranensi».

Perché, dunque, affermo che nell'84 il loro contenuto è stato distrutto?

La sostanza dei Patti era costituita dal duplice principio che la religione cattolica «è la sola religione dello Stato» e che «l'Italia riconosce la sovranità della Santa Sede», cioè l'esistenza di uno Stato pontificio. Ma la cosiddetta “revisione” dei Patti, dell'84, dichiara che non è più in vigore il principio della religione cattolica come «sola religione dello Stato italiano». Non è cosa da poco. Non si tratta di una semplice “modificazione” dei Patti: viene abbattuto uno dei due pilastri che li sorreggono: l'Italia non è più uno Stato cattolico. Pertanto i Patti non solo vacillano, ma crollano, non ci sono più. E invece il testo della nostra Costituzione continua, imperterrito, ad affermare che i rapporti tra Stato e Chiesa «sono regolati dai Patti Lateranensi», ossia da ciò che con la “revisione” dell'84 è stato buttato fuori dalla porta. Se si volesse tenere in casa tale revisione, bisognerebbe dire che il testo della Costituzione afferma il falso.

Si aggiunga che, poiché nell'84 non c'è stata “modificazione” ma annullamento dei Patti, nell'84 è stata fatta valere impropriamente, e dunque contraddittoriamente, anche la norma costituzionale sopra riportata per la quale «le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale» (cioè non richiedono la modifica del testo costituzionale). Non essendosi infatti trattato, nell'84, di semplici “modificazioni”, ma di distruzione dell'essenza dei Patti, ne risulta infatti che tale distruzione richiede un procedimento di revisione costituzionale. Ma questo procedimento non è mai stato effettuato: la distruzione dei Patti è stata camuffata e fatta passare come loro semplice “revisione” o “modificazione”.

L'ambiguità dell'attuale rapporto tra Stato e Chiesa è una vera e propria contraddizione. È cioè contraddittoria l'attuale convivenza tra art. 7 della Costituzione e la “revisione” dell'84. Se la Costituzione è la legge suprema che giudica della legittimità o meno delle altre leggi, la “revisione” dell'84 è anticostituzionale. La riforma del Concordato si impone non perché sia richiesta da qualche schieramento politico, ma perché la forma attuale del Concordato è contraddittoria e quindi è priva di legittimità.

Per la Chiesa non è conveniente, oggi, approfittare esplicitamente di questa conclusione (per la quale essa potrebbe sostenere che, dopotutto, non è così chiaro, giuridicamente, che l'Italia non sia più uno Stato cattolico). La Chiesa preferisce giustificare la propria presenza nella società italiana col principio che una società non può vivere prescindendo dai valori cristiani - il principio, espresso da Tommaso d'Aquino, dell'armonia tra ragione e fede e pertanto tra Stato e Chiesa. Secondo tale principio tutte queste dimensioni sono autonome, purché ragione e Stato non siano in contrasto con la fede e la Chiesa. Una precisazione quest'ultima che, certo, distrugge la conclamata autonomia della ragione e dello Stato, ma che si presenta in un contesto che consente di mascherare dignitosamente questa distruzione.

Tempo fa, l'allora cardinale Ratzinger sostenne la tesi non tomistica che la ragione non può con i soli propri mezzi dimostrare l'esistenza di Dio. Una tesi che non mascherava adeguatamente la convinzione che uno Stato e una ragione che vogliano essere autonomi rispetto al cristianesimo sono un fallimento. È sintomatico che proprio in questi giorni il pontefice abbia invece di nuovo additato la concezione tomistica come la vera soluzione del problema del rapporto tra fede e ragione, tra Chiesa e Stato. È più adatta a mascherare la tesi che ogni voce del mondo debba adeguarsi a quella della Chiesa.

 

Emanuele Severino

(riproposto in Voci e volti della nonviolenza, n. 206 - 29/07/2008)


Articoli correlati

  Walter Mendizza. CATTOLAICI
  Assemblea nazionale di “Facciamo Breccia”. Domenica 14 dicembre 2008 a Firenze
  Se quello islamico è «risveglio», vi prego non svegliatemi
  Vincenzo Donvito. 11 febbraio 1929 – 11 febbraio 2011
  Primo Mastrantoni. Unioni civili: Voto segreto? Palese per il Conclave
  Mellana. La settimana della Santa Sede
  Per una nuova Breccia, un altro 20 Settembre di lotta
  “Facciamo Breccia”. NO VAT 2009
  “Noi Siamo Chiesa”. Cattolici anticoncordatari
  Valter Vecellio. Il Vaticano impazzito
  Gianfranco Spadaccia. Una voce anticoncordataria alla commemorazione del 25ennale della revisione del Concordato
  Abolire i privilegi fiscali degli enti ecclesiastici
  Vaticano/giudici. Question time Camera: il Governo non riconosce la palese violazione del Concordato
  Convegno "Libere chiese in libero Stato - la Rosa nel pugno per il superamento del Concordato"
  Mario Staderini. Gli occhi dell’Europa puntati sull’Italia (e sul Vaticano)
  Giulia Crivellini. Chiesa e Ici: chi ne è (davvero) esente?
  Lidia Menapace. Datemi ascolto, per favore!
  Lidia Menapace. Libera chiesa in libero stato, oppure libera Chiesa nel libero Stato della Repubblica?
  Lidia Menapace. Smemorandum
  Enea Sansi. La confusione dell'articolo 7
  Michele Dubini. ICI Vaticano: benefici costosi e distorsivi
  “Noi Siamo Chiesa” sull'ora di religione
  Privilegi vaticani. Un esempio per tutti: gli insegnanti di religione
  Fisco. Maurizio Turco: Rivedere il Concordato? No, c'è da abolire l'articolo 7 della Costituzione
  Doriana Goracci: San Valentino e amore laico antiautoritario. NO VAT. Facciamo Breccia
  Vincenzo Donvito. Crocifisso e giudice Tosti. La fiera dell'ipocrisia. Aboliamo l'art. 7 della Costituzione
  Arriva col treno l'ultimo numero del GAZETIN
  Privilegi Vaticano. Ecco le prove di attività commerciali che non pagano l'ICI
  Lidia Menapace. Graduatoria tra Papi
  Vincenzo Donvito. Dimissioni papa e media
  Walter Castaldo. W l'Italia!!!
  Vaticano/giudici. Domani question time alla Camera
  Comunità cristiane di base. ICI e Chiesa cattolica
  Gianfranco Cordì. La morte, la terra e il «gran finale»
  Gianfranco Cordì. Dal sogno al pessimismo: i “Millennials” alla luce del sole
  Gianfranco Cordì. Emanuele Severino e il fraintendimento del senso del nulla
  Emanuele Severino, Antologia filosofica dai greci al nostro tempo
  Gianfranco Cordì. Noi umani non possiamo fare a meno di chiederci cosa sia la nostra vita
  Gianfranco Cordì. Il movimento verso l'ápeiron in “Díke” di Emanuele Severino
  Gianfranco Cordì. Scrutando l’interminabile: Emanuele Severino
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy