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Maria Lanciotti. Tutti alla vecchia scuola
13 Marzo 2014
   

Capita di trovarsi di passaggio in una cittadina di montagna nella provincia di Roma. Capita di avere voglia di prendere un caffè servito senza fretta. Capita di imbattersi in una caffetteria e pasticceria a conduzione familiare dove regnano gentilezza e qualità.

Poi capita di alzare gli occhi e trovare scritte sul muro dietro al bancone le parole che il grande economista Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana, dedicò nel 1960 all’Impresa dei Fratelli Guerrino. Ed ecco che i vecchi insegnamenti, tutte le regole che sembrano essere saltate e forse dimenticate, sono lì, in quelle parole che sembrano essere state scritte stamattina, come proposta e impegno per una società sempre migliore.

«Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la “vocazione naturale” che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi!»

Poi capita, su quell’energica onda di ritorno, di leggere il decalogo personale di un imprenditore del Lazio (Augusto L., classe 1932) che come suol dirsi si è fatto da sé ed occupa da decenni un posto preminente nella Lavorazione Lamiere:

«Per la buona gestione di una attività

Imprenditori si nasce, non si diventa

Intelligenza (applicata alla capacità produttiva)

Ambizione (giusta dose e orientamento)

Azzardo (in buona percentuale)

Competitività (amare misurarsi sul campo)

Affidabilità (totale)

Trasparenza (in tutto quello che si è e che si fa)

Non porre limiti al sacrificio (quando necessario)

Collaborazione (con i dipendenti, fornitori e tutte le strutture che ruotano attorno ad una attività)

Buona educazione e rispetto per tutti».

Ed ecco che tutto combacia: la vecchia scuola ha ancora molto da insegnare, e non soltanto nel mondo dell’imprenditoria.

 

Maria Lanciotti


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