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Editori/ Lavinia Dickinson: libri diversi per lettori diversi
Una delle prime uscite della collana
Una delle prime uscite della collana 'Poesia contemporanea' di Lavinia Dickinson Editore 
28 Giugno 2013
 

Alcuni scrittori, poeti e difensori dei diritti umani hanno fondato, in Italia, una piccola casa editrice che si chiama Lavinia Dickinson Editore. Lavinia era la sorella della grande poetessa americana Emily Dickinson. Dopo la morte di Emily, fu lei a scoprire e a fare conoscere al mondo l'opera della sorella.

I buoni libri rappresentano il progredire del pensiero umano. È necessario salvarli, perché le idee non muoiano. La politica e le leggi di mercato, che pongono il potere e il profitto al di sopra degli ideali, favoriscono – oggi più che mai – la pubblicazione e la diffusione di libri graditi alle forme di potere imperanti o di libri commerciali, mentre penalizzano o addirittura condannano all'oblio le opere che trattano i temi più profondi e contribuiscono all'evoluzione della società umana, promuovendo l'uguaglianza, la libertà, la pace, la ricerca di idee utili allo sviluppo positivo del pensiero e dell'etica. Anche i premi letterari sono quasi sempre vassalli della politica e dell'editoria, penalizzando – attraverso un tristo barattismo – gli autori più impegnati e “scomodi”.

Lavinia Dickinson Editore, grazie all'impegno e al sacrificio dei suoi fondatori, cerca e pubblica i libri che accrescono i valori più profondi della cultura, dell'arte e della società, perché non siano “bruciati” nei roghi del materialismo culturale. Lavinia Dickinson Editore ricorda oggi la figura di Helen Keller, commemorata negli Stati Uniti nel “Giorno di Helen Keller”, anniversario della sua nascita, che avvenne a Tuscumbia, in Alabama nel 1880. Scrittrice e insegnante sordo-cieca dall’età di 19 mesi, Helen Keller fu anche un'importante attivista per i diritti dei disabili e per la pace. La sua vicenda ispirò il romanzo The Miracle Worker, da cui fu tratto il film Anna dei miracoli. Nel 1933, dopo aver appreso dei roghi di libri di autori ebrei o sgraditi ai nazisti in Germania, fra cui quello sulla Bebelplatz di Berlin, il 10 maggio di quell'anno, Helen scrisse e divulgò una Lettera al corpo studentesco in Germania. Gli ideali espressi nella Lettera furono raccolti dagli studenti di numerosi college degli Stati Uniti, che scrissero a propria volta alle biblioteche del Reich, offrendosi di acquistare le opere destinate alle fiamme. «La storia non vi ha insegnato niente», scrisse Helen nella Lettera, «se pensate che le idee possano essere uccise. I tiranni hanno provato a farlo, nei secoli, ma le idee si sono sollevate con la propria forza e li hanno annientati. Potete bruciare i miei libri e i libri delle migliori menti d'Europa, ma le nostre idee si infiltreranno in una miriade di canali e continueranno a risvegliare altre menti. Ho donato i diritti d'autore delle mie opere ai soldati che hanno perso la vista durante la Prima guerra mondiale, senza alcun pensiero nel mio cuore, ma solo amore e solidarietà verso il popolo tedesco. Non crediate che la barbarie nei confronti degli ebrei sia sconosciuta, nel mio paese. Dio non dorme e verrà in visita da voi per giudicarvi. Sarebbe meglio per voi avere una macina da mulino attorno al collo ed essere gettati in mare, piuttosto che essere odiati e disprezzati dall'umanità intera».

Nel nostro tempo e proprio qui in Italia, complici i nuovi roghi che impediscono alla verità di filtrare attraverso le maglie della censura, per raggiungere la gente, i profughi vengono fermati o respinti, i rom subiscono sgomberi e una persecuzione che accorcia la loro speranza di vita media a soli quaranta anni, gli emarginati ricevono condanne inique nelle corti di giustizia, i detenuti progettano di togliersi la vita e contraggono malattie gravissime, chi è diverso viene privato dei suoi diritti fondamentali. Ci sono scrittori e poeti che raccontano e denunciano queste aberrazioni, ma – poiché i governi e la cultura dominante di oggi sono ancora impermeabili all'insegnamento della storia – le loro opere sono spesso discriminate e relegate in spazi inaccessibili all'opinione pubblica. Lavinia Dickinson Editore, che i fondatori definiscono “la più piccola casa editrice del mondo”, è portavoce di questi autori ed è uno spazio aperto ai giovani che provano un forte disagio di fronte ai “meccanismi” che guidano la società attuale, che percepiscono una forma di libertà diversa da quella proposta da competitività e materialismo, che cercano risposte e idee che non sono presenti nei best seller impilati in bella vista nelle librerie...

 

Roberto Malini


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