Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Laboratorio
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Sergio Caivano. Il mio ricordo della Liberazione di Sondrio
26 Aprile 2020
 

Avevo solamente dodici anni, ma mi ricordo benissimo quel 28 aprile del ’45, allorché Sondrio si svegliò con speranza e trepidazione in attesa dell’arrivo dei partigiani. Le notizie che arrivavano dalla radio, dalle case, dalle parole della gente lasciavano presagire come imminente la liberazione della città. Noi ragazzini, nonostante l’ammonimento dei genitori, eravamo elettrizzati e costantemente in giro per non perderci l’evento. Qualcuno diceva: “Sono alla Sassella”, “No”, rispondeva un altro “Vengono su da Albosaggia”. Diversi affermavano che erano già a Mossini, mentre c’era chi addirittura li aveva visti scendere da Colda. Perciò Toni, Bruno, Giovanni ed io scorrazzavamo per ogni via, attenti a tutti i segnali. Talvolta s’imboccavano strade diverse, e così ci si perdeva, per ritrovarsi magari subito dopo, sempre con nuove informazioni raccolte nel nostro frenetico girovagare.

Un po’ stanchi per i continui, repentini spostamenti, quasi non ci accorgemmo che, ad un tratto, un uomo armato, uno solo, aveva preso possesso della piazza Garibaldi. Era il primo partigiano che vedevamo. Magro, pallido, ricciuto impugnava una mitraglietta nera a noi sconosciuta. Era Enrico Riatti, nome di battaglia “Stringa”. Si guardava intorno con circospezione, ma con calma assoluta. Sembrava attendere qualcuno. Si piazzò tra il caffè della Posta e il monumento a Garibaldi. Dopo poco arrivarono altri partigiani, e poi altri, ed altri ancora. Col cuore in gola li vedevamo scendere dalla Valmalenco, venire su da via De Simoni, traversare il ponte di piazza Garibaldi, ed avviarsi verso il Castel Masegra, dove si erano asserragliati i fascisti. Erano tanti! Li seguirono diverse decine di civili armatisi presso la caserma dei carabinieri. Del tutto svanite le ronde delle camicie nere, quelle che con passo cadenzato ci avevano tediato nell’attraversare le vie della città. cantando, con vero masochismo, una lugubre canzone che diceva quanto la popolazione pensasse di loro: “Le donne non ci vogliono più bene/ perché portiamo la camicia nera/ ci hanno detto che siamo da catene/ ci hanno detto che siamo da galera”.

Sentimmo una intensa sparatoria, che durò alcuni minuti. Poi, i fascisti si arresero senza combattere. Il tricolore riapparve in molte case. Sondrio era finalmente libera! Anche il sole, aprendosi un varco tra le nuvole, sembrava voler sottolineare la memorabile giornata. Ormai ero in giro da troppe ore. Chissà com’erano preoccupati i miei. Dovevo tornare a casa. Frastornato dagli eventi, mi avviai, sempre tentato di trattenermi ancora.

Fu solo in seguito che mi resi conto di quanto era successo: la guerra era finita! Finite le infami dittature del Terzo Reich e della Repubblica di Salò, con quel cumulo di morti e di orrori. Cessati allarmi, delazioni, persecuzioni, deportazioni, uccisione di innocenti, angherie e razzie d’ogni tipo. Tutto questo era finito. Per sempre. Il giorno seguente, e per molti giorni ancora, fu festa. E che festa! In ogni piazza, in ogni strada esplose la gioia irrefrenabile della cittadinanza, che si era stretta attorno ai “suoi” patrioti, chiamandoli per nome, abbracciandoli, baciandoli. Una gioia incontenibile, indescrivibile. Ovunque balli, canti, giochi, scherzi. Si erano liberate le coscienze, era ritornata, prepotente, la gioia di vivere. Si apriva un futuro radioso. La sera stessa la radio comunicò che Mussolini ed i gerarchi catturati a Dongo erano stati giustiziati! Era veramente finita!

Il sogno di quei giorni, in seguito, venne in parte stemperato dalla realtà concreta. Ma in pochi anni, tuttavia, la Resistenza rese possibile la Repubblica, la Costituzione, la pace. E un chiaro progresso economico.

A distanza di tanti anni, consapevole che solo un alto ideale aveva consentito le privazioni, i sacrifici, le sofferenze della lotta partigiana, avverto il bisogno di ricordare quelli che caddero per la conquista della libertà, i tantissimi che nel frattempo sono scomparsi, i pochi che per fortuna sono ancora tra noi, e dire a loro tutti una sola parola: grazie!

 

Sergio Caivano

Presidente onorario Anpi/SO


Articoli correlati

  Anpi/SO. L’Istituto Cervi intervista partigiani valtellinesi e valchiavennaschi
  Sergio Caivano. La guerra voluta da Mussolini
  Attualità del Partigiano
  Sergio Caivano. La battaglia di Mello
  Sergio Caivano. L’ANPI rende onore a Giorgio Bocca
  Sergio Caivano. Sergio Mella, partigiano di Sondrio
  Sergio Caivano. Lo sconfinamento in Svizzera dei partigiani valtellinesi
  Sergio Caivano. Gli attentati a Mussolini
  Sergio Caivano. Di una grande manifestazione antifascista al Pedretti di Sondrio (1960)
  Sergio Caivano. Sulla scritta di Grosio
  Sergio Caivano. Gli omissis della Meloni
  Biblioteca civica “Ezio Vanoni” di Morbegno. Incontri di inizio estate
  Sergio Caivano. L'ANPI contro la violenza, contro il fascismo, per la democrazia
  Sergio Caivano. 2 giugno, la nostra Festa della Repubblica
  Sergio Caivano. Gino Bartali, “Giusto tra le nazioni”
  Sergio Caivano. La battaglia di Boirolo
  Sergio Caivano. Dongo la fine
  Sergio Caivano. Maledetto coronavirus covid 19
  Sergio Caivano. La fuga interrotta di Mussolini verso la Spagna
  Sergio Caivano. La battaglia di Mello (1° ottobre 1944)
  Sergio Caivano. Discorso del 25 aprile 2011 a Tirano
  Sergio Caivano. Resistenza e Liberazione nelle nostre Valli
  Sergio Caivano. I comizi del dopoguerra
  “Que­sto mostro sta­va, una volta, per go­ver­na­re il mondo!”
  Sergio Caivano. L’Hotel Silene di Bormio
  Sergio Caivano. La Costituzione. Il pensiero di Calamandrei
  Annagloria Del Piano. 25 Aprile: Festa della Liberazione
  Sergio Caivano. Ideale Cannella
  Bianca Ceresara Declich. S. Anna di Stazzema. L’ECCIDIO
  Sergio Caivano. 2 giugno, Festa della Repubblica
  Sergio Caivano. Traccia per il discorso del 25 aprile 2013 a Sondrio
  Sergio Caivano. Ricordo di Giovanni Conca, il partigiano “Bruno” di Chiavenna recentemente scomparso
  Resistenza e liberazione in Valtellina e Valchiavenna
  Sergio Caivano. Le lettere dei partigiani italiani
  Sergio Caivano. La strategia della tensione
  Sergio Caivano. La battaglia di Buglio in Monte (16 giugno 1944)
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 2 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy