Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gordiano Lupi. Soggiorno a Zeewijk di Marino Magliani
26 Marzo 2014
 

Marino Magliani

Soggiorno a Zeewijk

Amos Edizioni, pp. 175, € 14,00

 

La saudade non è tipica dei portoghesi e dei brasiliani, anche se il termine l’hanno inventato loro, forse anche i liguri e gli olandesi soffrono di una malattia che conosco per averla provata ogni volta che mi sono trovato lontano dal mio scoglio affacciato sull’Elba. Persino Napoleone soffriva di saudade, recluso nell’esilio dorato di Portoferraio, ma forse la sua era soltanto saudade del potere, non della Francia. Marino Magliani (foto) è uno scrittore ligure giramondo, traduce autori spagnoli e latinoamericani, ha vissuto in Argentina, lavora in Olanda, nel quartiere di Zeewijk che si affaccia sul Mar del Nord. Alcuni anni fa ha dedicato un libro ad Amsterdam, e adesso ne ha scritto uno per il luogo dove è solito abbandonarsi ai lunghi silenzi invernali e a meditare per scrivere. Conosco Marino da anni, grazie alla Fiera del Libro di Imperia, luogo d’incontro di culture, dove lo vedo passeggiare con incedere tranquillo da vecchio ligure, ultimo libro in mano, un amico per scambiare ricordi, qualche autore da presentare. E mi fa bene la sua presenza, mi ricorda che il tempo scorre, lasciandosi indietro la riga delle candele spente(scusa, Kavafis!), ma che il futuro ci attende. Nonostante tutto, nonostante gli anni.

Il suo libro olandese si sviluppa come un compassato dialogo poetico con Piet Van Biert, sulla trasformazione delle dune nel corso del tempo, sulla costruzione di un canale, sul tempo che scorre in un luogo che vive “lo smarrimento dell’amputazione”. Zeewijk è il luogo dove l’autore vive, quartiere costruito sulla sabbia, terra strappata al mare e alle dune, un luogo che era soltanto vento ed erba, mare e sassi. Magliani ricorda solo per un istante quando è approdato in Olanda per fare lo scaricatore di porto, si lascia andare al flusso del tempo malinconicamente, costruisce un racconto tra le dune, impalpabile come la sabbia, ma profondo come il mare. Il desiderio dell’autore è soltanto quello di scrivere, finché sarà possibile, quindi vorrebbe ritornare – a tempo debito – nella terra natia immutabile, fatta di olivi e scogliere, per osservare lo spettacolo della natura da una finestra. Nel frattempo vive in un luogo dove tutto cambia e si trasforma, giorno dopo giorno. Un libro che mette in primo piano la scrittura, l’amore per le parole, l’ossessione per il grande narratore ligure Francesco Biamonti, ma anche l’incontro con Anneke, una ragazza olandese, conosciuta traducendo Pablo d’Ors. Lo stile del libro è lirico, compassato, meditabondo, intenso. Una lettura da centellinare, capitolo dopo capitolo, come una buona raccolta di poesie, scritte vagando tra la Liguria e l’Olanda.

Abbiamo avvicinato Marino Magliani per porre alcune domande.

 

Perché un libro olandese? (anche se non è il primo...)

Perché ogni tanto si accumulano idee olandesi, e perché raccontare la Licol tempo diventa una cosa meccanica, uno rischia di ripetersi, non di scrivere sempre lo stesso libro, che non sarebbe male, ma ripetersi.

 

Il luogo dove si lavora, da emigrante, può diventare un luogo del cuore?

Basta che lo sia per la testa, se lo diventa anche per il cuore è pericoloso, a volte i luoghi basta che siano compensazioni.

 

Che cosa può avere in comune un porto olandese con gli olivi liguri e quel lembo di terra stretta tra la montagna e il mare?

Entrambi i popoli hanno strappato la terra a qualcosa, alle pietre o all’acqua, questo senso di eterna emergenza e di attesa accomuna i due sensi di vita. Ultimamente nei giardini olandesi, nelle aiuole, nei parchi, si trovano ceppaie di olivi, alberelli rachitici, bruciati dal vento e dal salino. Si chiedeva la stessa cosa Edmondo De Amicis, il primo vero narratore che – tra l’altro nato nella mia città ligure – ha racconto l’Olanda. Manca la verticalità, le montagne, per avere qualcosa in comune, anche se il vento di per sé è la vera montagna olandese.

 

In Olanda senti nostalgia della tua Liguria? E viceversa?

Quando è un po’ che sono in un posto o nell’altro, allora sì, una o l’altra mi mancano. Di solito mi manca l’Olanda quando ad agosto sono in Liguria e sogno la pace delle dune olandesi. I luoghi dove potere parlare da solo.

 

La tua narrativa è condizionata da questa natura da emigrante?

Certo, è la narrativa dell’esule, del personaggio o dell’io narrante che non sa mai se sia il caso di integrarsi e accettare il solco o alimentarlo e vivere in quella specie di nostalgia del nostos.

 

Gordiano Lupi



Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy