Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Francesco Pullia. Nucleare, una scelta totalitaria da contrastare
09 Giugno 2008
 

Oltre ad essere di retroguardia e perdente, quella del nucleare è una scelta pericolosa per la democrazia perché rispondente ad un modello di stato centralizzato, dall’alto verso il basso, rispetto ad un sistema (ri)distribuito in cui, invece, ognuno riesce a produrre la propria energia rinnovabile ed è in grado di scambiarla tramite reti intelligenti, del tipo di internet.

Jeremy Rifkin, filosofo ed economista americano di primo piano, nell’intervista rilasciata a La Repubblica e pubblicata sabato 7 giugno, ha parlato con estrema chiarezza. E di lui c’è da fidarsi. Difficile non conoscere e apprezzare i suoi lavori.

A chi ancora non ha, tuttavia, confidenza con il suo pensiero e la sua ricerca consigliamo almeno quattro libri a nostro avviso basilari: La fine del lavoro (Baldini & Castoldi, 1995) Entropia (Baldini & Castoldi, 2000), Ecocidio (Mondadori, 2001), Economia all’idrogeno (Mondadori, 2002).

Una delle sue doti migliori sta nella capacità di spiegare in modo molto semplice questioni estremamente complesse prospettando sempre utili indicazioni.

E anche stavolta non si è smentito. L’orientamento filonuclearista dell’attuale maggioranza governativa, oltre ad essere retrogrado e infelice perché non tiene affatto conto delle conseguenze che ne deriveranno, risponde ad una sorta di innamoramento ideologico, di posizione preconcetta fallimentare non priva di tentazione totalitaria. Vediamo perché.

Innanzitutto il nuclearismo ad oltranza non considera che le centrali sono sì a bassa probabilità di incidente ma, purtroppo, ad alto rischio. In altri termini, non è affatto peregrino che, nel caso in cui si verifichi qualche guasto, si possano provocare eventi catastrofici come quello di Chernobyl.

In secondo luogo, quella nucleare non è, come si vuole fare credere, una fonte pulita. Infatti, per ottenere un apprezzabile impatto sull’ambiente e ridurre del 20% l’emissione il diossido di carbonio, bisognerebbe costruire tre centrali al mese per i prossimi sessant’anni.

Ora, si domanda giustamente Rifkin, può esserci qualcuno sano di mente che ritiene possibile procedere con questo ritmo?

Ci sono, poi, due argomenti inoppugnabili: lo stoccaggio delle scorie radioattive e l’inevitabile diminuzione dell’uranio.

«Gli Stati Uniti», afferma lo studioso, «hanno straordinari scienziati e hanno investito otto miliardi di dollari in diciotto anni per stoccare i residui all’interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi diecimila anni. Bene, hanno cominciato a contaminare l’area nonostante i calcoli, i fondo e i superingegneri. Davvero l’Italia crede di poter far meglio?»

Inoltre, gli studi dell’agenzia internazionale per l’energia atomica confermano che l’uranio comincerà a scarseggiare nel decennio 2025-2035. Pertanto, i costi subiranno un’impennata con forti ripercussioni sulla produzione d’energia. Si potrebbe ricorrere al plutonio ma si tratta, pur sempre, di un’ipotesi da scartare perché «con quello è più facile costruire bombe».

E ancora: per raffreddare i reattori si sottrae alla popolazione, e si spreca, un ingente quantitativo di acqua potabile. Si pensi a quanto accaduto in Francia nell’estate di cinque anni fa, quando numerosi anziani morirono per il caldo. Allora scarseggiò l’acqua per il raffreddamento degli impianti e la riduzione dell’erogazione dell’energia elettrica impedì l’utilizzazione dei condizionatori d’aria condizionata.

Se così stanno le cose qual è l’alternativa da adottare? La cosiddetta terza rivoluzione industriale, cioè un sistema in cui si produce e si scambia energia rinnovabile. È questa la via che pare più consona al territorio italiano dove non mancano, di certo, sole e vento e si può altresì ricorrere alla geotermia e allo sfruttamento delle biomasse. Ed è in questo ambito che, purtroppo, come i radicali non si stancano di denunciare, si accusano enormi ritardi rispetto ad altri paesi europei.

«Bisogna cominciare», sostiene Rifkin, «a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili,come il fotovoltaico. Non è un’opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%».

In caso contrario, cioè in caso di scelta nuclearista, arriveremo a scenari simili a quelli prodottisi a Napoli con i rifiuti. Solo che, al posto dei sacchetti di immondizia, ci saranno scorie radioattive…

 

Francesco Pullia

(da Notizie radicali, 9 giugno 2008)


Articoli correlati

  Valter Vecellio. Nucleare. Discutiamone
  Michele Boato. Nucleare? Un costosissimo vicolo cieco
  Bruno Mellano. Nucleare: “Berlusconi preannuncia l'uso dell'esercito ed anticipa venti di burrasca”
  Bruna Spagnuolo: L’insensatezza delle centrali di terza generazione
  Energia. Le centrali nucleari non servono
  Bruna Spagnuolo: Misteri dolorosi del rosario in giorni concessi al genere umano
  Damiano Mazzotti. Nuove energie naturali e ricerca scientifica europea
  Conviene, o risolve, tornare al nucleare?
  Maria G. Di Rienzo. Un brutto film
  Nucleare. L'Austria converte il proprio reattore in pannelli solari
  Elisabetta Zamparutti. Nucleare. L'Italia sempre fuori tempo
  Michele Boato. Nucleare fuorilegge
  Nucleare. Dopo 20 anni sarà smantellata la centrale di Trino
  Bruna Spagnuolo: La fabbrica del sogno-speranza
  Mao Valpiana e Alberto Tomiolo. Un impegno nonviolento antinucleare e antimilitarista
  Primo Mastrantoni. Nucleare? Al consumatore non conviene
  Valter Vecellio. Dopo Chianciano, una riflessione a margine
  JEREMY RIFKIN. Un relatore di eccezione a Poschiavo per parlare di energia
  Francesco Pullia. Partire dal verde per una svolta politica
  Francesco Pullia. Animalismo e vegetarianesimo, il nuovo possibile
  Crisi auto: finalmente si può partire con le auto ad idrogeno
  Ue/ Clima-Energia: solare e idrogeno la risposta alla crisi mondiale
  Università dell’Idrogeno. Ottimo discorso di Napolitano
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy