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Bruna Spagnuolo: Il primo passo verso il crimine storico è la negazione della storia
19 Ottobre 2008
 

Il razzismo è un mostro a molte teste/ molte facce munite di tentacoli mutanti mai finiti/ mai dormienti/ mai paghi dalle doti camaleontiche impensabili. Non se n’è, forse, mai parlato tanto quanto in questi ultimi tempi. Peccato, però, che la gente si faccia distrarre dalle facce dei disagi sociali profondi e non veda i tentacoli veri del razzismo dalle talee ramificanti/ rampicanti e radicanti e lasci serpeggiare liberamente i suoi progressi, prima furtivi e poi prepotenti, anelanti a nidificare dove non si sarebbe mai creduto possibile.Di recente l’Inghilterra ha preso le distanze dall’Olocausto. Le sue scuole stanno eliminando dall’insegnamento della storia la vergogna antisemita del nazismo e la conseguente strage che ha fatto/fa/farà accapponare la pelle di qualsiasi creatura bipede che si fregi dell’attributo ‘umano’. La motivazione pare risiedere nel fatto che non si vogliano “offendere i Mussulmani la cui ‘opinione culturale’ nega l’olocausto” (e da quando gli estremismi e il terrorismo si chiamano ‘opinione culturale’?). La sola frase, così com’è, mi fa rizzare i capelli alla pari delle creature umane vive e vitali soppresse o incenerite senza rimorsi (nella loro infanzia, nel pieno del loro vigore o nella maturità della loro saggezza) da creature della stessa specie che si ritenevano di razza superiore, dei corpi umani ammonticchiati con arte e poi bruciati, delle lampade di pelle umana sfoggiate come manufatti pregiati, della ricchezza-oro derivante dai denti degli esseri umani trucidati, del nazista redivivo che plastifica i cadaveri (trasformandoli in statue che ‘offre’ come arte ai necrofili che per anima hanno carogne incancrenite). L’Inghilterra non giochi a make believe, perché eliminare dall’insegnamento della storia una parte della storia stessa significa rinnegare la storia. Poco conta che i libri di storia esistano e comprendano la verità, se la s’insegnerà rabberciata e alterata. E i libri di storia, poi, fino a quando resteranno ‘completi’? Gli Editori proporranno presto (se non l’hanno già fatto) libri ‘adeguati’ alla nuova ‘moda’  e i professori, che sanno di dover ‘saltare’ quel determinato ‘capitolo’, troveranno comodo scegliere testi ‘pronti’ all’uso (ovvero ‘mutilati’). Gli allievi, così, si troveranno tra le mani strumenti che non permetteranno loro di venire a contatto con la verità neppure per errore o per eccesso di ‘voglia di studiare’. C’è, per ora, ancora chi parla comunque di quella macchia terribile incisa nella storia dell’umanità e i giovani, bene o male, ne vengono a conoscenza, ma, con il tempo, quei libri artefatti potrebbero essere l’unica fonte di sapere degli studenti (soltanto inglesi, se al mondo non verrà in mente di farsi contaminare da quell’esempio di parzialità pedagogica dolosa).

   Si grida al razzismo di fronte alle reazioni della gente esacerbata da rapine, aggressioni, violenze e omicidi. Si sbandiera il razzismo come mezzo di offesa-difesa politica e come spauracchio delle intolleranze condannabili di pochi incivili individui idrocefali e di singoli elementi spaventati e confusi o come etichetta di inqualificabili intenti criminali esecrandi. Si fa un gran parlare e si cavalca l’argomento fino all’indecenza, per ragioni raramente disinteressate. Emittenti, conduttori, stampa e opinionisti, però, perdono di vista la faccia vera del razzismo ambiguo, subdolo, strisciante, miserabile, vile (e letale per tutto quanto possa davvero definirsi umano).

 

   

  Quella frase è una sentenza di morte per l’umanità che abita dentro la gente della nazione di riferimento e di tutte le nazioni del mondo, per varie ragioni:

1-     Nega il diritto all’esistenza della verità storica o, meglio, nega la coesistenza di essa con determinate religioni; afferma che ciò che scomoda determinate ‘culture’ (anche se è storico/ esiste/ è passato al vaglio delle generazioni contemporanee  e di molte altre generazioni mondiali) va negato, per non offendere coloro che propugnano dette ‘culture’; afferma, in altre parole che, se qualcuno nega qualcosa, anche se si tratta di storia documentata e di diritto alla vita, tutti devono fare come se quel qualcosa non esistesse. Ciò è quieto vivere, viltà o intento criminale?

2-     Riconosce a una religione o a una qualsiasi entità culturale il diritto di negare la storia e/o l’evidenza sacrosanta dei fatti realmente accaduti. Ciò è ignavia, razzismo o demenza?

3-     Offende l’Islam, facendolo apparire incompatibile con la storia. Ciò è ignoranza o altro?

4-     Crea confusione tra religione islamica vera e propria ed estremismo condannabile e violento. Ciò è tendenziosità inconsapevole o filo- estremismo larvato?

5-     Appoggia e avalla l’estremismo che, per sua natura intrinseca, non può fare a meno di farsi casa del razzismo estremo e, quindi, dell’antisemitismo. Ciò è cecità o consapevole sovvertimento dei valori?

6-     Offende/malversa/schiaccia le generazioni future, deprivandole del diritto alla verità storica. Ciò è naúvety o wickedness?

7-     Commette un crimine contro l’umanità, affermando un pricipio che lede in pieno tutti i valori sacrosanti del diritto alla verità storica (e, alla lunga, alla vita, poiché, se è possibile commettere genocidi abnormi e poi negarli, cancellandoli dalla storia, è possibile ritenere sani i dittatori criminali e folli e abolire l’argine che separa i giusti dagli assetati di sangue e dai massacratori). Ciò può essere accettato a cuor leggero dalla popolazione anglosassone e dal resto del mondo?

  

   Si è parlato e si parla ancora di ‘buonismo’, riferendosi all’accettazione indiscriminata e superficiale delle diversità e si continua a commettere lo stesso imperdonabile errore: definire ‘culture’ tutte le realtà-altre complesse che richiederebbero discernimento profondo e umanità infinita. Tale errore appartiene a coloro che non sanno aprire il cuore alla tolleranza e alla fratellanza, ma anche,   purtroppo, a coloro che credono di avere orizzonti-accettazione da offrire ai fratelli di altre ‘culture’. Il risultato è che gli uni e gli altri accomunano in un unico calderone inaccettabile religione, scismi, disagi, malesseri, fratture insanabili e vere e proprie correnti intestine fratricide compresi in quella che ai superficiali appare come unica ‘cultura’. Ciò può accadere negli scambi verbali tra ignoti e/o tra i convenuti dei ‘salotti’-inchiesta vari e può lanciare ‘semi’-acculturazione a ‘largo spettro’ di pochezza-miopia, ma, quando accade nelle istituzioni governative di una nazione, può innescare i virus di una vera e propria catastrofe ideologica contagiosa e inarrestabile.   

   L’Inghilterra stia molto attenta, perché questi messaggi passano (sul filo del tam tam inconscio) alle coscienze nascenti e in formazione e viaggiano verso direzioni ignote (che un giorno potrebbero sorprendere chi li ha lanciati con superficiale indifferenza). Organizzare manifestazioni sostitutive, in cui l’olocausto ancora esista (vedi mostra dedicata all’Olocausto organizzata e pensata per i bambini a Newark), non è sufficiente e non è la stessa cosa: A- percepire l’argomento come una ‘verità’ misconosciuta dallo Stato e proposta, invece, dagli evangelici ‘uomini di buona volontà’ è tutto dire (lo declassa, a livello inconscio, estirpandolo dalle priorità vitali del genere umano);

B- l’incongruenza della storia ferita da un’operazione chirurgica pirata detterà legge su qualsiasi altro tentativo di buona volontà.

   La storia è la storia. Mutilarla è un gesto insano ed è anche un crimine contro la lealtà dovuta alle nuove generazioni cui l’inghilterra vuole impacchettare e conservare una mezza verità (e, dunque, una menzogna) che non vale i pensieri ad essa dedicati, l’energia vitale delle parole su di essa digitate, l’inchiostro della pagina stampata che dovrà consegnarla ai posteri (ignari dell’inganno tramato). La storia alterata più storia non è e gl’Inglesi cha hanno avuto ‘questa bella pensata’ dovrebbero avere la decenza di chiamarla in altro modo (that is finta-storia/storia-parziale/fanta-storia/storia-alterata). Detti Inglesi dovrebbero anche inventarsi qualche altra scusa per lo ‘storia-cidio’ che commettono, perché non mi risulta che i Mussulmani sani di mente neghino i fatti storici reali accaduti sotto gli occhi del mondo intero.

  

   Confesso che ho fatto fatica a ‘sfumare’ gradualmente il risentimento inconscio verso le origini dello schiavismo (con la vergogna inenarrabile delle sue devastanti implicazioni di tratta-compravendita-possesso di esseri umani) e le mappe del reticolo-commercio antico della Compagnia delle Indie (in continuo stridore con il rispetto della vita dei popoli e della loro convivenza pacifica) e che mi sono seriamente impegnata nella conoscenza della cultura anglosassone e nel tentativo di ‘volerle bene’. L’Inghilterra, però, ultimamente, pare mettercela tutta per stupirmi negativamente e, quel che è peggio, lo fa con ‘azioni’-provvedimenti dannosi che toccano la categoria più a rischio della società (quella che amo di più in assoluto): i bambini, gli studenti, i vivai della speranza e del futuro (vedasi l’insana ‘idea’ di vietare l’uso dei termini ‘mamma e papà’ nelle scuole). La decisione di ‘togliere’ (semplicemente, ovvero follemente) l’Olocausto dal programma di storia non basta, pare. C’è un altro evento che è, alas, perfettamente in linea con l’ignavia del non volersi ‘immischiare’ (come se U. K. fosse un universo staccato dal mappamondo in generale e non avesse a che fare con la stessa umanità): il caso Töben.

   Il cittadino australiano Fredrick Töben è stato colpito da mandato di arresto europeo (emesso dalla Germania), per aver pubblicato in internet materiale lesivo dei valori umani (e tanto antisemita ‘che di più non si può’). È stato arrestato a Heathrow, durante un viaggio dagli U.S.A. a Dubai, e messo sotto custodia cautelare, in attesa dell’udienza sull’estradizione fissata per il 17 Ottobre.

  

   Il portavoce degli Affari Interni del partito liberaldemocratico inglese, Chris Huhne, ha detto che gl’individui non dovrebbero essere consegnati ai tribunali esteri per negazionismo e si è appellato alla libertà di parola e a ragioni giuridiche (vedi l’articolo 4 del mandato di arresto europeo). Secondo Huhne, il mandato di arresto europeo nei confronti di Töben non andrebbe eseguito perché egli non ha commesso il reato in Germania e perché non istigherebbe alla violenza.

   Le preoccupazioni giuridiche di Huhne somigliano molto al lavacro delle mani di Ponzio Pilato e sono davvero preoccupanti, anche perché vanno a dare forza al coro di nazisti che si è levato in favore del neonazista Töben, che pare uscito pari pari dalle pagine dei libri di storia vera e che è la reincarnazione di coloro che, nei campi di concentramento, hanno prestato le loro sembianze umane ai crimini più oscuri e più nefandi che abbiano mai degradato l’umanità. Non avrei mai potuto concepire, da bambina e da giovane, durante le manifestazioni e le attività scolastiche chiare come il giorno e sicure come le stagioni, il parto malato di menti folli come quella di questo uomo tedesco divenuto cittadino australiano e impastato di nazismo e di tutti i suoi paradossi nefandi e spaventosi, né avrei potuto mai immaginare che figure governative potessero avere dei dubbi circa la condannabilità dei loro farneticamenti pericolosi e brutali.

   Mi chiedo come possa Huhne offendere la libertà di parola associandola al fetore di teorie fuorvianti e orrende, ma poi mi stupisco di me stessa, perché la cosa è perfettamente in linea con il vero e proprio crimine di voler togliere la Sho’ah dalle scuole. Non avevo mai realmente disprezzato i sofisti, ma in quest’epoca oscura aborrisco quelli redivivi, che giocano con i soli valori e le certezze  che garantiscano la vita umana.

  

   Libertà di parola e libertà di crimini nazisti è ben diversa cosa, dear Mr Huhne. Le brutture della grande guerra hanno ferito la storia dell’umanità abbastanza da essere condannate da allora e per sempre (insieme ai criminali che le hanno perpetrate). I criminali odierni, che rinnegano il sacrificio immane di milioni di vite umane svalutate, abbrutite, affamate, calpestate, seviziate, violentate, vivisezionate, massacrate, incenerite e che difendono, ossequiano, rispettano, onorano, incensano, osannano e persino adorano i sadici mostri spaventosi responsabili dei crimini peggiori della storia, sono il cancro che divorava, allora, il cuore sano della società e che rischia, ahimè, di tornare a divorarglielo (con il beneplacito della gente come lei, Mr Huhne). Il male non fa sconti a nessuno: chi non è contro di lui è con lui. Questa è l’amara verità. Gl’ignavi causano all’umanità danni uguali (se non maggiori) a quelli causati dai suoi nemici dichiarati. Chi non prende posizione contro il male, lo avalla. Chi non aggiunge la propria forza al piatto della bilancia del bene non s’illuda di essere un giusto, mentre lascia bistrattare e morire il bene stesso senza muovere un dito.

  

   Töben è un pericoloso nazista dichiarato e ha scritto cose terrificanti, nella loro ‘dignità’ di proclama  farneticante. Essendo sotto l’occhio della legge,  viscidamente usa terminologie fintamente ipotetiche, nella sua lucida follia antisemita, e scrive frasi del tipo “se dovessi negare la sho’ah direi… ecc.”. Riporto qui di seguito due punti salienti estrapolati integralmente dal testo che gli ha guadagnato il mandato di arresto europeo e che non lasciano dubbi sulla natura ideologica della loro provenienza:

 

  

"I am operating under a Federal Court of Australia Gag Order that prohibits me from questioning/denying the three pillars on which the >Holocaust-Shoah< story/legend/myth rests: 1. During World War II, Germany had an extermination policy against European Jewry;

 

2. of which they killed six million; 

3. using as a murder weapon homicidal gas chambers. It is impossible to discuss the >Holocaust< with such an imposed constraint. I therefore am merely reporting on matters that I am not permitted to state. 

For example, if I state the >Holocaust< is: 

1. a lie; 

2. six million Jews never died, or 

3. the gas chambers did not exist

  

The problem is that these pillars are not set in concrete, though attempts at setting them in legal concrete have been under way for decades - without success.

      

   Per questo individuo (che mi rifiuto di definire uomo) l’Olocausto è ‘leggenda’/ ’mito’/ ’menzogna’ e coloro che lo hanno negato (cioè i responsabili di esso e che per esso non volevano essere condannati nel presente e nel futuro) sono eroi capaci di sacrificare la loro vita per i valori che contano e persino per la bellezza. Non  mi disturbo (anzi non mi abbasso) a riportare il resto di quella specie di ‘manifesto’ contro-natura. Mi limito a dire a Huhne che dovrebbe vergognarsi di fingere di difendere la libertà di parola e prendere coscienza del fatto che svicolare, in certi casi, può essere pernicioso quanto tradire.

      

  In Italia, un personaggio molto noto è sulla linea di Huhne e dell’Inghilterra (anche se credo che lui non lo sappia). Moni Ovadia ha chiesto a Marcello Lippi di comparire tra i testimonial di un dvd contro il nazismo e contro il fascismo. Tutto ciò che gli si chiedeva di fare era leggere qualche passo sulla sho’ah. La stampa già titolava la cosa con entusiasmo e nessuno si aspettava la doccia fredda della reazione dell’interessato. Sicuramente (io, almeno, così credo) i testimonial veri (Jovanotti, Ligabue, Antonio Albanese, Nicoletta Braschi) avrebbero preferito che Lippi si sentisse onorato di essere ‘incluso’ e non avrebbero immaginato che egli potesse definire ‘politica’ un’iniziativa che, per grazia di Dio, non è unica e può inserirsi in un intero universo di gesti-parola-testimonianza che hanno costellato gli anni passati (e che, spero, costelleranno quelli futuri senza sosta). Questo è ciò che Lippi ha fatto, invece, proprio questo (‘roba da non credere’). “Io non voglio avere a che fare con la politica/ non mi faccio mettere di mezzo”, ha detto Lippi, più o meno, e… sulle sue parole si potrebbero scrivere veri e propri trattati. Gli studenti che visitano le mostre sull’Olocausto e coloro che visitano i luoghi della deportazione ne escono schiacciati dalle immagini terrificanti che la storia tramanda (e non si sarebbero aspettata una simile risposta da chi fa parte del mondo di uno sport così vicino ai giovani). Le iniziative contro una simile mostruosità sono ovvie così com’è ovvio respirare. Non si può neppure pensare che sia necessario fermarsi a riflettere su certe posizioni, che fanno parte dell’essere o non essere puro e semplice. Chi esiste e ama la vita (anche altrui e non solo propria) si trova automaticamente nella celebrazione di essa e nel rifiuto degli stermini di massa, senza dover decidere da che parte stare. Non si può neppure parlare di barricate, perché la vita è la vita e ciò che è contro di essa è semplicemente parte del buco nero dell’universo. Gli esseri umani esistono in quanto fanno parte della vita (a parte i casi-limite abortiti da madre natura e lanciati verso il buco nero del nulla e del contrario della vita). Non c’è bisogno, perciò, di decidere se ‘stare dalla parte degli Ebrei’, perché le stragi patite dagli Ebrei appartengono all’umanità intera e a ognuno di noi, come ogni e qualsiasi genocidio o crimine commesso ai danni del genere umano (ovunque e contro qualunque popolo). Rifiutarsi di prendere posizione contro le colpe terribili dei criminali nazisti è irrazionalmente autolesivo e insano così come lo sarebbe strapparsi il cuore dal petto. Mi dispiace tanto che un personaggio noto e investito di ascendente sulle masse dei tifosi abbia saltato completamente la consapevolezza di queste verità importanti e che, anziché sentirsi onorato di dare voce al popolo italiano che non ha volto per i mezzi d’informazione, abbia fatto ‘scena muta’, credendo di evitare di ‘prendere posizione’. La cosa, se non fosse tragica, sarebbe sciocca, perché non ci sono destre, sinistre, rossi, gialli,verdi,bianchi e neri di fronte ai capisaldi della difesa dell’umanità: ci sono soltanto uomini. Non voglio pensare che Lippi non volesse perdere la tifoseria ‘nera’ estremista, ma mi sento semplicemente molto triste: il mondo dello sport e, in particolare, il mondo del calcio può sfoggiare loghi e pubblicità di ogni sorta e si fa ‘timido’ e ‘schivo’ per le parole della storia (?). È vero che le pubblicità offrono ‘contropartite’ tangibili e materiali (‘a breve scadenza’), ma è altresì vero che le parole della storia (da tramandare doverosamente) ‘pagano’ in errori-orrori evitati e in vite salvate (‘a lunga scadenza’).  

          

   L’umanità intera (ovunque viva e qualunque nome porti) ha bisogno di certezze e nessuna certezza è più impellente del diritto alla vita (primario per eccellenza al di sopra di tutto). Quel diritto è stato violato nel modo più  indicibile con l’olocausto e non possiamo e non dobbiamo permettere che i nazisti al danno aggiungano la beffa negando il tutto bellamente con una faccia di tolla che non si sarebbe creduta possibile.

   Grandi e piccoli (di qualsiasi estrazione-lingua-religione-cultura) hanno bisogno di convivere in armoniosa accettazione reciproca e di avere tempo-energie-atmosfere da dedicare alla conoscenza e alla crescita. Infausto è stato il giorno in cui la follia del razzismo estremo si è appropriata del diritto alla prevaricazione e al genocidio; mille milioni di volte più infausto sarebbe il giorno in cui l’umanità dimenticasse di cautelarsi contro simili mostruosità. Tutti devono vigilare, perché il male non è mai stanco di tramare nell’ombra. Oggi più che mai è tempo di farsi sentinelle di ciò che è giusto e biblicamente ‘buono’, perché il primo passo verso il crimine storico è la negazione della storia.

  

Bruna Spagnuolo

 

 

 

 


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