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Valtellina e Valposchiavo. Parliamo di calcio per rompere il ghiaccio...
23 Febbraio 2007
 

L’intenzione riposta in questo spazio di rivista, come accennato nel primo numero del 2007, sarebbe quella di dare voce a tutte le persone che hanno qualcosa da raccontare in merito al rapporto fra valtellinesi e valposchiavini. In futuro cercheremo dunque di coinvolgere maggiormente entrambe le fazioni, accogliendo contributi esterni fra i più svariati. Nel tentativo di rompere il ghiaccio ho pensato di lanciare una tematica sul quale non ci si può sbagliare: il pallone!

 

 

Credo che l’amore per quella palla che rotola sull’erba, derivi dalla parte in me che si sente italiana. Mia madre mi ha raccontato più volte del nonno milanista, che una volta parecchi anni or sono, se ne andò alla fiera pentecostale accompagnato dalle sue tre nipotine in tenera età. Dopo alcune ore, eccoli di ritorno, con le tre che indossavano nuove e splendenti casacche rossonere. Uno scandalo all’interno di una famiglia composta prevalentemente da juventini. A Poschiavo da piccolo militavo in una squadra chiamata “mini Inter”, con cui ovviamente si affrontavano gli avversari del “mini Milan”. Inutile dire che se non tifavi per una delle milanesi, rischiavi il posto in squadra. Era il periodo di Brehme, Klinsman e Mattheus, altri tempi. Poi iniziai a capire di calcio, mi ribellai, e oggi tifo per la Vecchia Signora… ahimé.

Vi racconto questi fatti per rendere evidente come uno dei fattori che lega i poschiavini alla Valtellina e al resto d’Italia, è probabilmente il calcio. A Poschiavo nei bar si segue, anche piuttosto animatamente, il calcio italiano in TV. Raramente ho sentito di compagni della Valle che tifassero appassionatamente per il Basilea o il Grasshoppers. Certo, un occhio di riguardo lo si concede anche al calcio elvetico, soprattutto in ottica di compagine nazionale. Ai mondiali Zuberbühler e compagni han fatto bella figura, e gli europei del 2008 avranno luogo proprio in Svizzera e Austria. Un po’ alla volta ci si sta accorgendo anche del calcio nostrano, questo va detto, ma l’Italia e il suo richiamo calcistico sono ancora forti. I poschiavini più appassionati spesso affrontano trasferte non indifferenti sino a Milano, Bergamo o Torino, per seguire le proprie squadre per cui tifano da una vita. Fa un po’ strano parlare di calcio in questo momento, in cui ci si sta pian piano risvegliando dai postumi della “sbornia” degli scandali italiani, paradossalmente accompagnati dalla conquista del quarto titolo mondiale degli azzurri di Lippi. Credo che sia peccato però parlare di questo sport, riferendosi unicamente a un qualcosa che vive della luce dei riflettori, al professionismo. Vi è infatti una dimensione ancora più vicina a noi, quella del calcio giocato, delle partite all’oratorio per capirci meglio. Oppure ancora il calcio regionale, vissuto a Poschiavo con particolare passione e intensità. Le lunghe trasferte oltre Bernina a cui è chiamata la compagine locale, tenuta a spostarsi a volte sino nel Canton San Gallo, credo siano sinonimo di attaccamento alla pratica di uno sport che indiscutibilmente piace, anche alle nostre latitudini. Il settore giovanile può vantare più di 100 calciatori in erba. Per questioni logistiche più di una volta ci si è chiesti se non fosse opportuno includere la Valposchiavo nel panorama calcistico valtellinese, ma nulla di concreto è mai stato realizzato. Gli incontri sportivi che hanno visto protagoniste entrambi le fazioni, sono sempre stati di carattere amichevole, nulla di ufficiale. Un peccato forse, mera conseguenza di ciò che i confini di una nazione possono comportare a livello di condivisione. Chissà, magari un giorno…

Quindi, rapporto “calcistico” valtellinesi e valposchiavini... Per saperne di più rivolgiamo alcune domande a Renato Cirolo, un esperto del calcio regionale nostrano, che i lettori valtellinesi più vicini al mondo dello sport conosceranno di sicuro.

 

Innanzitutto ci parli della sua carriera calcistica, in breve?

Parlare di carriera è esagerato, diciamo della mia grande passione per il calcio. Ho giocato per una quindicina d’anni con l’Associazione Calcio Poschiavo (sempre in 3ª divisione), 2 stagioni in una squadra di Winterthur (anche 3ª divisione), 1 stagione nel FC Landquart (in 2ª divisione).

Nessuna esperienza in Valtellina?

Alla fine degli anni ‘70 inizio anni 80 ho partecipato a diversi tornei serali in Valtellina, alcune volte anche con degli amici Valtellinesi, primo fra tutti Adriano Panizza.

Qual è la prima cosa che le viene in mente se le dico “calcio valtellinese”?

L’ottimo livello di gioco degli anni '70 / '80 delle squadre di 1ª e 2ª categoria. Noi a quei tempi sognavamo di avere una squadra che tenesse testa a quegli avversari, superiori a noi specialmente per quel che riguardava il lato tecnico-tattico.

Quale crede fosse il rapporto sportivo che legava valtellinesi e poschiavini?

Parlerei più di rapporto di amicizia che si era venuto a creare tra i calciatori della Val Poschiavo e quelli Valtellinesi. I numerosi tornei serali estivi facevano si che ci si trovasse spesso a lottare sui campi di calcio. Terminati gli incontri, le ore che si trascorrevano assieme riuscivano ad avvicinarci talmente tanto che nascevano delle vere amicizie.

Crede che questo rapporto sia poi mutato nel tempo?

Il fatto che malgrado innumerevoli tentativi, non si abbia mai potuto partecipare ufficialmente ai campionati ufficiali in Valtellina con i nostri ragazzi, purtroppo non ci ha aiutato ad avvicinarci ancora di più al calcio valtellinese. Per fortuna non sono mancati diversi inviti a tornei e manifestazioni da parte di società valtellinesi (prime fra tutte l’US Bormiese e l’US Pontese). Questi incontri hanno aiutato a mantenere vivi i rapporto sportivi tra la Val Poschiavo e la Valtellina.

Quale crede possa essere il rapporto futuro fra questi due mondi calcistici così vicini l’un l’altro?

Mondi vicini e allo stesso tempo molto lontani, visto che si faccia parte di Federazioni diverse. Mi auguro che i buoni rapporti costruiti nel tempo possano continuare anche in futuro. Sarebbe auspicabile che i nostri ragazzi, almeno quelli più piccoli potessero partecipare ai campionati ufficiali in Italia. Si potrebbero così evitare le lunghe e alle volte molto travagliate trasferte oltre Bernina.

Ha un qualche amico valtellinese, magari calciatore, che vorrebbe salutare attraverso le righe di questa rivista?

Un caro saluto indistintamente a tutti quelli che mi conoscono, ringraziandoli per tutte le ore che ho avuto il piacere di passare con loro. Mi auguro che ci siano ancora molte occasioni per incontrare tutti questi amanti del gioco più bello e trascorrere con loro ancora tanti bei momenti.

 

Josy Battaglia

(da Tirano & dintorni, febbraio 2007)


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