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Iván García. L’isola senza sale
27 Aprile 2010
 

Dal blog Desde La Habana

 

 

Una isla sin sal

 

En 2009, a mi familia en La Habana envié dos cajas de medio kilo cada una con sal de Jura, donde se encuentran las principales salinas suizas. Se las envié para que vieran cómo envasan y venden en Suiza la sal y comprobaran su calidad. Este año tendría que enviárselas por necesidad, no por curiosidad. Porque la sal se ha perdido de las bodegas cubanas. Increíble de creer en una isla. Si lo dudan, lean esta crónica, enviada desde Manzanillo por Ubaldo Manuel León León, de la Red Cubana de Comunicadores Comunitarios (TQ).

¡Oiga! ¿Cuántos son ustedes en el núcleo?”, me pregunta Diana Ibis Borges Veloso, vecina de la calle Tomás Barrero entre Mártires de Viet Nam y Luz Caballero, en la ciudad de Manzanillo, provincia Granma. Diana se refería a cuántas personas en mi familia estamos inscritos en la famosa libreta de abastecimiento de productos alimenticios.

Somos cuatro”, le contesto, y ella me responde: “Pues va a tener que decirle a su esposa que vuelva a parir, para que puedan comer con sal. Desde hace unos  días,  he tenido que andar por el barrio, de puerta en puerta, mendigando un poquito de sal para cocinar. Imagínese mi alegría, cuando me enteré que habían traído sal a la bodega. Pero  la decepción fue inmensa cuando el bodeguero me dijo que la sal era solamente para núcleos con 5 personas o más.

Entonces recordé las palabras de un amigo que siempre decía: “¿Qué se puede esperar de un país que siendo una Isla, la sal no se vende por la libre?”. A lo que habría que añadir que actualmente casi ni se vende.

Les confieso que he llegado a pensar que como la población cubana envejece a pasos acelerados, porque las familias se niegan a procrear a causa de los problemas de vivienda, alimentación, salarios y desempleo, a algún sesudo del gobierno se le hubiera ocurrido la macabra idea de implantar este método bajo la sentencia de ¡Multiplicaos y os daré sal!

Aunque parezca ilógico, en Cuba nada lo es. Lo cierto es que si somos menos de 5 en la casa, como en el caso nuestro, no podremos comer con sal. Y no dudo que algunos ‘perritos falderos’ lo aprueben y hasta digan que es por el bien de la población, para evitar la hipertensión arterial.

 

Iván García

 

 

L’isola senza sale

 

Nel 2009, spedii alla mia famiglia all’Avana due casse da mezzo chilo ciascuna contenenti Sale del Jura, proveniente dalle rinomate saline svizzere. Decisi di inviargliele affinché potessero vedere come, in Svizzera, confezionano e vendono il sale e potessero provarne la qualità.

Quest’anno dovrei rispedirgliele per necessità e non più per curiosità. Perché il sale è scomparso dai negozi di alimentari cubani. Cosa incredibile da pensare per un’isola. Se aveste dei dubbi, vi invito a leggere questa storia di cronaca inviata da Manzanillo e scritta da Ubaldo Manuel León León appartenente alla Red Cubana de Comunicadores Comunitarios (TQ).

Senta! Quanti siete voi in famiglia?, – mi domanda Diana Ibis Borges Veloso, mia vicina di casa in via Tomás Barrero, fra Mártires de Viet Nam e Luz Caballero, nella cittadina di Manzanillo, provincia di Granma.

Diana si riferiva a quante persone della mia famiglia fossero iscritte alla famosa lista di rifornimento di prodotti alimentari.

Siamo in quattro – le rispondo e lei a me: – Be', mi sa allora che dovrà dire a sua moglie che dovrà fare un altro figlio, se volete continuare ad avere il sale per mangiare. Da alcuni giorni, sono costretta ad andare in giro per il quartiere mendicando, casa per casa, con la speranza che mi diano un poco di sale per cucinare. Ma la delusione più grande è stata quando il commesso mi comunicò che il sale ormai era solo per i nuclei familiari con minimo 5 persone.

Fu allora che ricordai le parole di un amico che mi diceva sempre: – Che cosa bisogna aspettarsi da un Paese, che pur essendo un’isola, non può vendere il sale liberamente? – A questo tocca aggiungere che attualmente il sale non si vende quasi più.

Vi confesso che sono arrivato a pensare, considerando che la popolazione cubana invecchia a ritmi accelerati e che le famiglie non fanno più figli a causa dei problemi di cibo, casa, stipendi e disoccupazione, che a qualche assennato dipendente del governo sia venuta la macabra idea di attuare questo nuova restrizione sotto il motto di: “Moltiplicatevi e vi daremo il sale!”.

Anche se questo può sembrare illogico, a Cuba non lo è. La verità è che se si è meno di 5 in famiglia, così come nel mio caso, non possiamo cucinare con il sale. E non dubito che qualche fedele servitore sia d’accordo con questo sistema e dica anche che è per il bene della popolazione, per evitare l’ipertensione arteriosa.

 

Traduzione di Barbara La Torre

barbara71282@gmail.com

http://barbara71282.wordpress.com


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