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La Scuola che vorrei!  
Letterina a Babbo Natale, spedita in ritardo. Sarà per l’anno prossimo: tanto, per quest’anno, se ne sono già viste di tutti i colori…
24 Dicembre 2005
 

La scuola pubblica che vorrei è una scuola capace di impartire a tutti un’istruzione di buona qualità, che dovrebbe essere rigorosamente laica, nemica di ogni credenza del tipo "Dio è con noi", estranea ai cosiddetti valori assoluti. Voglio una scuola laica perché la laicità è preziosa in quanto è la base stessa del riconoscimento dell’individuo, la base del sistema democratico. Non voglio una scuola messa dentro una cornice religiosa, che educa al conformismo.

Voglio una scuola dove si tenti di spingere all'apprendimento non in cambio di un voto, ma in cambio del piacere di sapere. Non un luogo che a suon di testi da assorbire, memorizzare e ripetere, distrugga lo spirito creativo dei giovani; ma un luogo che quei testi provi a farli vivere, assaporare, gustare ai ragazzi, facendoli sperimentare, ragionare, vivere.

Insomma una scuola piena di idee, di libri e di cultura. Una scuola che insegni a pensare e vivere in maniera diversa, di modo che -chissà- con gente cresciuta lì dentro magari il mondo di fuori, un giorno, sarà diverso. Invece la scuola d’oggi rispecchia la società, i suoi mali, il suo arrivismo; creando un circolo vizioso che porta omologazione e competizione, e per chi non si allinea, emarginazione e frustrazione.

Non voglio una scuola in cui la professoressa d’italiano dica, ad un bambino che fa confusione con la destra e la sinistra, «la mano destra è quella con cui ti fai il segno della croce», oppure in cui il professore di educazione fisica inviti i ragazzini a non indossare catene ai pantaloni o magliette troppo corte perché dio non ci ha creato per andare a scuola così conciati, oppure, ancora, la professoressa di musica inviti gli alunni ad imparare una canzone a menadito come l’Ave Maria (scuola media 2005).

Non voglio nemmeno una scuola intitolata a Giovanni Paolo II, che per l’inaugurazione riceva la benedizione del parroco, oltre a quella inviata da Papa Benedetto XVI (con indicazioni che in ogni aula sarà collocato il crocefisso, importante simbolo di vita cristiana) e dal vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini (da Il Giorno di domenica 18 settembre 2005).

Non voglio una scuola che per la festa degli alberi invita il parroco per la benedizione degli stessi (scuola elementare 2003).

Non voglio una scuola dove gli alpini organizzano la festa di fine anno scolastico con pranzo e messa (scuola elementare 2004).

Non voglio una scuola dove siano messi i bambini seduti davanti alla televisione a guardare il funerale del papa (scuola elementare 2005).

Non voglio una scuola dove nella scheda di valutazione compaia anche religione, cattolica per chi non l’avesse ancora capito, andando contro la legge, Testo Unico art. 309 (tante scuole della provincia di Sondrio, 2004).

Non voglio una scuola dove le prove INVALSI, prova di scienze, vengono previste durante l’ora facoltativa di religione cattolica, dimenticandosi che “qualcuno” non la frequenta, e così non può effettuarla (scuola media 2005).

Non voglio una scuola dove il professore, violando anche il diritto alla privacy, chiede al bambino: «Sei ateo od agnostico? E la tua famiglia è atea od agnostica?» (scuola media 2005).

Non voglio una scuola dove si chiede a tutti i bambini di preparare il presepe che rappresenta la sacra famiglia, non riflettendo sulla pervasività di un tale richiesta.

E qui mi fermo… ma si potrebbe continuare per innumerevoli pagine!


Sono la mamma di una bambina che frequenta la scuola media statale, abito in un piccolo paese della Valtellina, io e mio marito abbiamo deciso di non far frequentare a nostra figlia le lezioni di IRC (insegnamento della religione cattolica) perché riteniamo che la religione sia un fatto assolutamente personale, nostra figlia deciderà da grande quale scelta fare. Sono una dei soci fondatori dell’associazione Scuola e Diritti, associazione nata da un gruppo di genitori che, vista l’esperienza non proprio positiva vissuta nella scuola pubblica relativamente alla scelta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, hanno deciso di operare per sostenere i diritti costituzionali di tutti i cittadini, cattolici e non. In questi anni di attività ci siamo resi conto che molte persone sono d’accordo con noi ma per “timore” preferiscono tacere ed abbozzare, magari sbuffando e rodendosi dentro tra le mura di casa. Non è forse meglio unirsi per chiedere un maggior rispetto di tutte le posizioni, non garantiremmo così ai nostri figli una società più libera, più rispettosa e, in fondo, più pacifica?


Per contattare l’Associazione Scuola e Diritti:

scuoladiritti@libero.it – 0342 610787


Il 18 febbraio 2006 l’associazione Scuola e Diritti terrà la IV assemblea dei soci presso il Civico Museo di Storia Naturale di Morbegno, dalle ore 16:00. L’incontro è aperto al pubblico.


Antonella Pizzini



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