Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Arte e dintorni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Alberto Figliolia. Tecnica mista - Come è fatta l'arte del Novecento
07 Maggio 2012
 

Le installazioni di Alexander Brodsky non finiscono mai di stupire per le dimensioni, le implicazioni, le suggestioni, l'uso dei materiali e quant'altro. Non fa eccezione Coma (terra cruda, ferro, zinco, olio da motore, taniche, video a tre canali) visibile nell'ambito della mostra Tecnica mista allestita al Museo del Novecento, che ha sede nel Palazzo dell'Arengario, accosto al Duomo di Milano.

È, quella ricostruita e reinventata da Brodsky, una città (Mosca l'imprescindibile modello, ma universalizzata e simbolica) di edifici in terra cruda collocati in una vasca di zinco, semisommersa e inondata da colate di olio nero da contenitori sospesi di lato e in alto. Una metafora splendida e oscura, come l'esistenza-ossimoro delle megalopoli contemporanee fatte di rumore e solitudine, di cieli e acque inquinate e di preziosi monumenti, di gente che lavora e s'affretta e di gente che muore, di macchine ed emozioni. A dire il vero, degli esseri umani parrebbe notarsi l'assenza. Grattacieli e dimore quasi come feticci. Un paesaggio apocalittico di pietre e strade, in orizzontale e in verticale. Una sfida al cielo e alla natura. Perduta? Forse, ma un soggetto con cui comunque confrontarsi.

I tre monitor su uno dei lati corti della vasca mostrano riprese di Mosca innescando riflessioni “sulla decadenza e sulla perdita d'identità delle metropoli contemporanee”.

A nostro giudizio, Coma è il “pezzo” pregiato della più che pregevole mostra Tecnica mista che consta di tredici opere della più varia ispirazione e intenti: dal fotomontaggio al collage (Mario Sironi con la straordinaria Venere dei porti: tempera e collage su carta riportata); dalla scultura da prendere a calci, arte in movimento fatta dallo spettatore-fruitore-rimodellatore, al video.

Entrano in gioco, inoltre, il movimento e i suoni, così come vengono utilizzati materiali anomali e plastica, la performance accoppiandosi ai supporti modificati.

Detto di Brodsky, suscita notevole impatto emotivo anche il video di Luisa Rabbia: One Way, 1'11'' di rara perfezione estetica, una riuscita commistione, nella sua misura breve, di fantasia e meditazione sulla vita. Una corsa in metropolitana – un dato reale ammantato di metaforico –, popolata di figure, icone, disegni, simboli, che si succedono dentro e fuori. Il video è realizzato con una fotocamera digitale, a uso amatoriale. La risoluzione della ripresa è volutamente bassa, in contrasto con i nitidi disegni inseriti nei fotogrammi con Photoshop, al fine di risultare sfuocata; ciò ne aumenta la/e suggestione/i.

Muets rouges/noirs (metallo, plexiglas, giornali, cenere di giornale), assemblaggio di Chen Zhen, è una doverosa e giustificata incursione nel sociale o politico: «Su una lastra di metallo due pile di giornali sono compresse da due piastre imbullonate. A lato sotto pesanti pietre sono inseriti resti di giornali bruciati. L'opera rimanda alla libertà d'espressione in Cina, i giornali imbullonati sono diretti riferimento alla censura in atto nei primi anni novanta in seguito alle repressioni dei movimenti studenteschi».

Curiosa e quasi rinfrescante l'Enciclopedia dei fiori da giardino di Andrea Mastrovito. Mentre la Natura modulare (sei elementi con serigrafie su metacrilato trasparente) di Gino Marotta è spiazzante, spos(t)ando la naturalità dei soggetti con (nel)l'artificialità del materiale, o viceversa.

«Questa mostra propone di gettare» scrive Marina Pugliese «lo sguardo dietro le quinte dell'arte del Novecento per capire come e perché gli artisti hanno inventato nuove tecniche, a partire dal collage, l'assemblaggio e il fotomontaggio o utilizzato nuove classi di materiali come la plastica o di dispositivi come il video. Ogni tecnica è esemplificata da un'opera delle collezioni del Museo del Novecento».

Un'arte, ci si passi l'espressione, di gran godimento per l'intelletto, e coinvolti pienamente corpo e sensi. Il divertimento non sempre è nemico del pensiero critico.

 

Alberto Figliolia

 

 

Tecnica mista. Come è fatta l'arte del Novecento. Museo del Novecento, Palazzo dell'Arengario, Piazza Duomo Milano. Fino al 9 settembre 2012.

Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3 euro. Lun 14:30-19:30, mar-mer-ven-dom 9:30-19:30, gio-sab 9:30-22:30.

Info: Tel. 02 88444061, www.museodelnovecento.org


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy