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Paolo Diodati: Odi caldi… odi freddi… lucida follia. Un IgNobel per la pace
Giuseppe Peano (1858 - 1932)
Giuseppe Peano (1858 - 1932) 
28 Ottobre 2009
 

C’è gente irascibile che negli scatti d’ira sembra odiare. Ma, sbollita l’ira, torna serena.

Chi dice “Perdono, ma non dimentico” e si riserva, in futuro, di tirare in ballo il nuovo e il vecchio.

C’è una notevole produzione cinematografica basata su minacciose affermazioni tipo “Io non dimentico” o “Dio perdona, io no!” Abbiamo, insomma, gli odi caldi che in alcuni rientrano e gli odi freddi che, come tutti i prodotti congelati e surgelati, si conservano nel tempo.

Un chiaro esempio di odi freddi, non a caso, è il nostro logico più famoso. Nessuno, più di lui, è fatto di odi freddi, fin nel DNA. Ne ha dato un’ennesima dimostrazione con una lettera inviata ai principali organi di stampa, il cui contenuto forse rappresenta un primato di intolleranza e di inciviltà logica e comportamentale. Questa logica non permette la coesistenza nello stesso elenco dei vincitori del premio Peano, del suo azzeccatissimo cognome con quello di Giorgio Israel.

Ma come ha fatto la giuria a non tener conto di tale incompatibilità e a compiere una simile gaffe, che getta ombre di superficialità sui suoi membri? Animo nobile e rispettosissimo della verità, per cercare di salvare la reputazione almeno di alcuni, il nostro ha provato a inventarsi e a spifferare subito alla stampa che c’era chi si era opposto alla premiazione di Israel. Ma quelli lo hanno drasticamente smentito. Avevano, ovviamente, discusso anche altre candidature, ma poi il premio al nemico era stato dato all’unanimità.

Figuratevi un po’, pur di prendere un premio, il nostro aveva accettato persino la consegna dell’Asino d’oro 2007 (abbiamo la sua lettera telematica). Ora ha restituito, o ha solo annunciato di volerlo restituire, il premio Peano!

Quale soddisfazione maggiore, per gli organizzatori dell’Asino d’oro?


Per rimetterlo di buon umore gli comunichiamo che è candidato, ufficialmente, a un nuovo premio: l’Asino d’oro 2009. Ufficiosamente, poi, a un secondo premio di cui parleremo in chiusura. Motivo dell’eventuale bis per l’Asino: autore de “La formula dell’evoluzione” (Le Scienze, Febbraio 2009, pag. 486), la più grossa bufala scientifica del 2009.

Il logico ha maldestramente cercato di inventarsi tale formula, inesistente, sperando in un impossibile “geniale colpo di sintesi”. Ci ha rifilato due banalissime identità che garantiscono il contrario esatto dell’evoluzione. Cioè una situazione statica. Cos’altro pretendere per concorrere all’Asino d’oro? Altro candidato al premio, Marco Cattaneo. Diventato direttore unico della rivista Le Scienze, è autore di un editoriale sull’intreccio quantistico in cui ripete pedissequamente alcune baggianate leggibili in rete e rese umoristicamente imbattibili in un lungo articolo di rassegna (Le Scienze, Maggio 2009, pag. 40). Ecco la sbalorditiva e rivoluzionaria affermazione: l’intreccio quantistico spiega come un pugno sferrato a Napoli, può rompere un naso a Milano. Gli interessati possono leggere in rete su Affaritaliani il mio articolo sulla Fintascienza del logico e della Formula dell’evoluzione e, su Tellusfolio, i due articoli sull’intreccio quantistico.


Autodefinitosi matematico impertinente, il logico è in realtà un polemista incontinente le cui attività non scientifiche sono in continuo aumento da più di 20 anni. Tali attività, come è ovvio per la nota legge della proporzionalità inversa tra attività scientifiche ed extra-scientifiche, hanno pressoché azzerato le attività accademiche per le quali ha ricevuto lo stipendio fino all’immeritato pensionamento. Ma diamo a Cesare quel ch’è di Cesare. Suggeriamo di evidenziare questa sua frenetica attività extra-scientifica con un adeguato Premio. E diamo un modesto, ma forse risolutivo contributo, per la soluzione del drammatico problema della sua presenza in liste con nomi inaccettabili, perché impresentabili. Anzi, impronunciabili.


Per quanto riguarda i premi, si potrebbe istituire il PIUI (Premio Internazionale Umorismo Involontario). Con la sua formula dell’evoluzione e con la motivazione per la restituzione del Peano, porrebbe una seria ipoteca al primo premio.


Per il tragicomico problema di inaccettabili co-presenze, gli consigliamo di restituire tutto quello che ha in comune con Israel. Potrebbe iniziare col diploma di laurea di dottore in matematica. Il titolo, purtroppo, gli resterebbe, ma sarebbe chiaro il desiderio di non essere contaminato da matematici come Giorgio Israel e come tutti quelli in camicia nera del ventennio. Poi di espatriare a Cuba, dove potrebbe diventare, forse, il più grande matematico italo-cubano vivente e ricevere ogni anno, il premio Fidel Castro, senza paura di inammissibili contaminazioni. Gli oppositori del regime gli darebbero il premio FSAC (Fidel Siempre Alè Castronerie).


In questo periodo ho riascoltato più di una volta, una delle frasi più originali, rivoluzionarie e irrealistiche nate nell’ambiente dei cristiani, cioè dei cretini secondo il verbo degli odi freddi. Risalente alle prediche del Primo Cretino e ripetuta in forma sintetica ed efficacissima da un cretino che lo seguì: quel Pazzo di Francesco d’Assisi. Questi rischiò l’unica cosa rimastagli, la vita, per predicare “ama anche il nemico”, addirittura a cretini e mussulmani in guerra tra loro. Sarà cretino e soprattutto utopistico, visto che la quasi regola sembra essere quella di non amare nemmeno l’amico, ma temo che, tolta la pace imposta col terrore, seguire tale precetto sarebbe l’unico modo per eliminare la guerra. Il che vorrebbe dire, guardando il presente e il passato, che la guerra è, appunto, ineliminabile. Ma, comunque, per le piccole e meschine nostre beghe quotidiane, potremmo anche sforzarci un po’, cercando di superare gli odi freddi ed eterni. Cercando, cioè d’essere più tolleranti e quindi più civili.

Vista la psicologia e il conseguente comportamento del logico per eccellenza, velocemente proiettato verso una lucida follia, è logico candidarlo anche al Premio Ig-Nobel per la pace. A chi dovesse obiettare che un premio simile sarebbe sproporzionato, avendo il candidato fatto ancora poco per meritarselo, rispondo che, nel suo piccolo, ha fatto e fa tanto, tantissimo. Inimmaginabilmente tanto.

E poi, ai Grandi, i Nobel possono essere assegnati anche sulla fiducia, come è avvenuto per Obama.

Se accettasse il consiglio dell’espatrio a Cuba, sarebbe una storia a lieto fine.

Per lui e per noi… ops… beh, esclusi i cubani!


Ho fatto leggere questo scritto a due colleghi di Facoltà, di assoluto prestigio. E ne ho parlato, occasionalmente, con altri della Facoltà di Lettere.

Uno ha commentato: “Divertente. Molto divertente. Ma gli odi freddi dovremmo farli sfogare! Il tuo finale… il buonismo… ma va là! Viva i chiarificatori odi caldi e odi freddi. Una bella guerra civile è una soddisfazione che non dovremmo negarci…”.

Appunto. L’Ig-Nobel per la pace sarebbe ben dato all’ispiratore di questi pensierini.

“Intanto bisogna vedere – le altre osservazioni – se ha inviato la comunicazione della difficile e strana restituzione anche alla giuria. E poi se il premio prevede anche una somma in denaro. In quest’ultimo caso, dovrebbe restituire la somma con gl’interessi maturati dal 2002 e i proventi, anche loro con interessi, del difficile calcolo dell’incremento delle vendite del libro, frutto della pubblicità ricevuta dal premio. Sospetto che… col cavolo che restituirà di fatto il tutto, cioè in definitiva, il premio!"


Paolo Diodati


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