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Una bestemmia la legge del taglione  
Perché considero pericoloso l’atteggiamento dell’onorevole Calderoli
Donna seppellita per essere poi lapidata
Donna seppellita per essere poi lapidata 
24 Marzo 2006
 
Rapporto fra Islam e Occidente: il pericolo della radicalizzazione del conflitto fra due civiltà diverse innescata da interessi politici minoritari, opposti ma convergenti
 
Anzitutto da cristiano che ha ricevuto la cresima di “soldato di Cristo” tengo a precisare che chi parla di “introdurre in Italia la legge del taglione” il cristianesimo evidentemente non sa nemmeno cosa sia! E come potrà mai difendere le “proprie radici cristiane” chi il cristianesimo non sa che cos’è? Tutto si potrà dire di Gesù ma arrivare a predicare la legge della vendetta e dirsi dei suoi, più che un’eresia è una bestemmia bella e buona! Un peccato mortale!
Fatta questa premessa vorrei spiegare perché ritengo che i comportamenti di Roberto Calderoli siano un pericolo per il nostro Paese: gli estremisti islamici e in particolare quella parte di loro che ha scelto la via del terrorismo, sa molto bene di essere una parte isolata e minoritaria del mondo islamico, per questo il loro obiettivo è esacerbare la disperazione e la rabbia di tutti i musulmani, per coagulare attorno a sé le masse islamiche, e orientarle allo scontro di civiltà verso l’occidente.
Per fare un esempio paragono i terroristi islamici al tritolo. Il tritolo, contrariamente a quanto si pensa, preso da solo non è pericoloso: lo si può fondere sul fuoco immerso nell’acqua bollente in una pentola e modellarlo tranquillamente in uno stampo quasi come un budino; basta evitare il contatto diretto con la pelle. Perché il tritolo diventi veramente pericoloso, serve un ulteriore elemento indispensabile: il detonatore. Solo con quello esplode. Ecco, io credo che gli atteggiamenti provocatori di Calderoli abbiano esattamente un “effetto detonante” sull’estremismo islamico che ho paragonato al tritolo, offrendo quel qualcosa che manca ai gruppi terroristici per poter coagulare attorno a sé l’intero mondo islamico e incanalarlo in un’esplosione di rabbia contro di noi.
Nella gestione di un conflitto, e ciò che viviamo è esattamente un conflitto, le provocazioni non servono, serve invece dialogo, sangue freddo, e grande capacità di discernimento per capire le posizioni e le strategie del nemico, e agire in modo da ostacolarlo o quantomeno non favorirlo. Proprio su questo ultimo punto si può notare invece una preoccupante sinergia fra gli obiettivi dei terroristi e questi atteggiamenti della Lega Nord, una sinergia che si esprime nella direzione del comune obiettivo di una radicalizzazione del conflitto in corso.
Calderoli mentre si prefigge con i suoi atteggiamenti provocatori di rafforzare il piccolo consenso elettorale del suo partito, spinge di fatto alla radicalizzazione del conflitto con l’Islam, che è esattamente l’obiettivo che i terroristi si prefiggono, offrendo loro il pretesto di cui hanno bisogno per estendere il consenso fra i musulmani e mobilitare le masse islamiche contro di noi. L’ho detto sopra e lo ripeto ora: nella gestione di un conflitto, le provocazioni spettacolari non servono, e la storia purtroppo ce lo conferma, molti ricorderanno la “geniale” passeggiata di Sharon sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, che scatenò la seconda “intifada”, che si protrasse per decine di mesi con centinaia di morti civili sia Israeliani che Palestinesi; altri ricorderanno gli scontri fomentati dagli ultrà alla partita di calcio del 13 maggio 1990 tra Dinamo-Zagabria e Stella Rossa-Belgrado, che segnerà come un anatema l’inizio della Guerra in Bosnia; altri ancora ricorderanno l’attentato di Sarajevo che molti anni prima innescò la prima guerra mondiale che provocò 12 milioni di morti europei, ce ne sarebbe abbastanza per capire che non è proprio il caso di mettersi a fare gli spiritosi; non c’era niente da ridere nemmeno quando un collega di partito del Calderoli diede dei “rutelloni” ai turisti tedeschi, facendo precipitare gli afflussi di tedeschi nei nostri alberghi che danno lavoro a tante persone semplici, che vivono lavorando, senza incassare i 18 mila euro mensili dei sottosegretari al turismo, pagati per fare gli imbecilli. Qui le cose sono ancora più gravi, aldilà della vicenda delle vignette; non ho il minimo dubbio che se continuerà una politica di questo tipo orientata alla radicalizzazione del conflitto esistente con l’islam, questa politica, inserita nella situazione attuale già di forte tensione internazionale dovuta alla “corsa all’accaparramento dei benefici residui” innescata dal peak point petrolifero, finirà per trascinarci in una guerra mondiale, che sarebbe la peggior sciagura nella situazione già di per sé critica che ci attende.
Con ciò non voglio negare l’esistenza di un conflitto, (per la verità ve ne sono diversi, più di uno essendo la situazione complessa: pensiamo solo a quello fra laici e credenti nello stesso occidente, o fra global e mewglobal) ma affermare che questo conflitto va gestito diversamente, non facendo i super-eroi ai telegiornali, mentre suore e missionari indifesi sono lasciati soli per il mondo ad affrontare con la loro vita nel nome di Cristo le rappresaglie; ma difendendo con fermezza il diritto.
Ci sono troppe ingiustizie, troppo gravi, nei paesi musulmani. Pensiamo solo alle lapidazioni per adulterio e confrontiamole alle parole di Cristo espresse proprio in uno di questi casi: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Troppe ingiustizie troppo gravi perché possiamo permetterci di far passare la ragione dalla parte del torto con provocazioni gratuite, ed ingiustificate. Provocazioni che non aiutano a risolvere il conflitto ma lo portano totalmente fuori controllo con effetti devastanti.
 
Carlo Trotalli

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