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Marco Pannella. Estromettere quanti occupano con la violenza il nostro Paese 
«In omaggio ai magistrati che osano compiere atti dovuti, mentre i massimi responsabili della tutela della legalità e della Costituzione operano in senso contrario, passo per ora dallo sciopero della sete a quello della fame»
19 Gennaio 2009
 

La Procura della Repubblica di Roma ha ieri reso noto di aver compiuto l’atto dovuto in relazione a due denunce Radicali contro violazioni del Codice Penale una da parte del Ministro Sacconi, l’altra da parte politico-parlamentare.

Sono personalmente convinto che il Paese si trovi dinanzi al sistemico operare di massime istituzioni costituzionali contro la stessa Costituzione, contro lo Stato di Diritto e contro la democrazia. Per questo ritengo necessario che venga perseguito in modo deciso ed esplicito l’obiettivo che il popolo sovrano conquisti un nuovo Regime, mettendo fine dopo sessanta anni all’attuale, così come accadde dopo il ventennio di Regime fascista. Infatti, i fondamentali diritti umani, civili, politici fissati dalla legalità internazionale da quella costituzionale italiana sono tolti, negati al popolo sovrano e stanno facendo di nuovo precipitare il Paese nell’abisso antidemocratico, oligarchico, violento e distruttore che molti individuano e denunciano, ma pochi sono accreditabili come volti a, e capaci di, realizzare in tempi politici e con laica nonviolenza questa radicale RIFORMA, nonché la necessaria estromissione della classe dominante, occupante con la violenza il nostro Paese.

Abbiamo per decenni ammonito, e siamo vissuti in coerenza con questo monito, che dove si realizzi strage di diritto lì incombe anche strage di vite, di popolo. Non riteniamo che fatti e misfatti ricorrenti e ormai abituali in questo Regime ci smentiscano, tutt’altro.

Continuiamo a lottare, condannati alla clandestinità politica per impedire che si saldino fra il “popolo” sovrano e la Resistenza Radicale la consapevolezza piena, che esistono su tutti i principali sentimenti, obiettivi, convinzioni appartenenti al vissuto, storico e individuale del popolo, la concreta possibilità storica di affermarsi, ponendo fine al dominante regime antidemocratico, partitocratico, corrotto e corruttore, dopo oltre mezzo secolo di disastrosa gestione del territorio morale, civile, e fisico italiano.

L’Italia non vive nella condizione di deserto, ma in quello di una giungla e delle sue legge mortali. Per questo, in questa giungla, ritengo che il semplice gesto con cui la Procura della Repubblica di Roma ha ritenuto opportuno di rendere noto che, in ossequio alla obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale, a di già compiuto l’atto dovuto di ritenere perfino noi Radicali degni di essere considerati come cittadini, e come tali di non essere discriminati, sia un evento.

Le massime autorità della Repubblica non lo hanno fatto, non lo fanno. Anzi si schierano a sostegno dei comportamenti che essi stessi avevano deprecato definendo come obblighi inderogabili il loro superamento. E condannano quanti si comportano per unanime riconoscimento secondo diritto, mentre non usano una sola parola di critica a quanti in questa vicenda operano manifestamente ed indubitabilmente contro i loro obblighi ed i loro doveri.

È per questo, è per rendere grazie ai magistrati che ci e mi hanno ritenuti non altro che titolari della dignità e dei diritti minimi di cittadini di questa infausta Gehenna, consapevoli che non hanno per ora altro che un atto da loro dovuto, che converto il mio sciopero della sete in sciopero della fame, raggiungendo in tal modo i duecento “cittadini ignoti” che stanno conducendo la iniziativa nonviolenta in difesa della Legalità:* in supplenza, non inedita, di coloro che, dovendolo, la feriscono e la oltraggiano.

 

Marco Pannella

(da Notizie radicali, 19 gennaio 2009)

 

 

* Vedi qui l'elenco dei cittadini che hanno aderito allo sciopero della fame

 

Qui per aderire all'iniziativa nonviolenta

Perché il Parlamento cessi da operare da fuorilegge...”


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