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CINA. D’Elia: Da quale pulpito viene la predica
14 Settembre 2006
 
Roma, 13 settembre 2006 – «Da quale pulpito viene la predica!» Così replica il Deputato della Rosa nel Pugno e Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia alle critiche per scarsa attenzione sui diritti umani rivolte da Fabio Rampelli di AN e da Mario Sechi de Il Giornale di oggi al Presidente del Consiglio Prodi e al Ministro Bonino in visita in Cina.
«Questi strenui difensori dei diritti umani a corrente alternata e dalla memoria corta», afferma D’Elia, «cosa hanno detto o fatto in occasione delle precedenti visite di stato in Cina, nel novembre del 2003, dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi e, nel dicembre del 2004, dell’allora Vice Presidente del Consiglio Fini, visite caratterizzate da un silenzio assoluto sulla violazione di diritti umani in quel paese?»
Paradossale la linea de Il Giornale che solo due giorni fa, dopo l’annuncio di Prodi che avrebbe affrontato in Cina anche la questione dei diritti umani, parlava di “eccessi di buonismo unionisti” che avrebbero “dilapidato lo sforzo che oltre 700 imprese hanno intrapreso per partecipare alla kermesse”.
Dispiace, poi, che anche i Riformatori Liberali Della Vedova e Taradash si prodighino oggi in richieste di intervento e consigli su cosa deve fare o non fare la delegazione italiana e non sentano l’esigenza di ricordare che due anni fa, quando il Dalai Lama è venuto in Italia, Berlusconi non ha trovato il tempo di incontrare la massima autorità spirituale e il simbolo della lotta del popolo tibetano per la libertà.
Prima di partire per la Cina, Emma Bonino ha fatto l’elenco delle gravi violazioni ai diritti umani lì perpetrate, il che ha subito suscitato preoccupazione da parte dell’ambasciata cinese a Roma. Il Presidente Prodi ha assicurato che tratterà la questione con le autorità cinesi. Se all’annuncio del capo della delegazione italiana seguiranno i fatti, ad esempio la richiesta di una moratoria delle esecuzioni capitali e della ratifica del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che la Cina ha solo firmato, sarebbe già una piccola ma significativa svolta nei rapporti Italia-Cina.
 
(da Notizie radicali, 13 settembre 2006)

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