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Roberto Malini. Giorgio e Toma
30 Luglio 2012
 

Il presidente Giorgio Napolitano ha 87 anni: un'età in cui in genere si pensa che un uomo si avvicini a valori quali spiritualità e compassione. Da sei anni è la più alta carica dello stato. Durante tale periodo, ha ricevuto una sola domanda di grazia da parte di un cittadino di etnia Rom: la domanda disperata di Nita Ciuraru detto “Toma”, il patriarca dei Rom di Pesaro, in carcere ad Ancona senza colpa: una condanna a nove mesi. Toma ha chiesto a Giorgio, contando proprio sulla saggezza e l'umanità dell'anziano presidente, di concedergli ancora il dono della libertà, non per se stesso - perché Toma è libero nella propria mente, nella propria anima di sognatore e di uomo buono e giusto - ma per sua moglie Mia.

Mia è gravemente malata ed è stata oggetto di tante violenze e discriminazioni, durante la sua esistenza travagliata. Senza il marito, non è in grado di lavarsi, di nutrirsi, di vivere decorosamente.

Finora Giorgio non ha ascoltato il suo appello. Le settimane passano e Toma soffre dietro le sbarre. Soffre indicibilmente sia perché è a propria volta malato, sia perché non può essere accanto alla povera Mia. È abituato a subire ingiustizie. Una volta mi disse: «Se Dio ragionasse come i gagé, l'inferno sarebbe pieno di Rom. Invece credo che molti Rom suonino i loro violini e le loro fisarmoniche per allietare proprio il buon Dio». Questa volta però Toma ci credeva: credeva che il cuore di Giorgio non sarebbe rimasto insensibile, di fronte al dramma di sua moglie. Credeva che se anche non gli avesse concesso la grazia («La grazia a un Rom?» ha commentato il figlio Ionut quando ha saputo della domanda. «Allora presto vedremo cadere la manna dal cielo e per un giorno potremo mangiare senza essere costretti a chiedere la carità!»), almeno avrebbe offerto, dalla sua posizione, un minimo di aiuto a a Mia: un rifugio temporaneo, un po' di assistenza.

Purtroppo, però, forse proprio perché è tanto avanti negli anni, Giorgio non sembra avere tempo per le lamentele di quel Rom malandato né di sua moglie, che anche stanotte dormirà coperta da una scatola di cartone, sotto le stelle e gli occhi di Dio...

 

Roberto Malini


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