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Giuseppina Rando: Nota a margine su “A un passo” di Angelo Andreotti
Vincent Van Gogh,
Vincent Van Gogh, 'Natura morta: Vaso di Iris su sfondo giallo' 
13 Giugno 2014
 

Lui… così vicino al suo sogno.

 

Animata da una profonda spiritualità, la scrittura di Angelo Andreotti è di quelle che tendono all’ascesa e si nutrono di silenzio e di riflessione.

Emblematico il racconto A un passo, che, pur dando ampio spazio alla inquieta e complessa interiorità del personaggio (lui), mantiene la leggerezza e le sfumature di un sogno svanito all’alba.

Natura, realtà e desiderio fluiscono e si amalgamano nell’armonia dell’impostazione, degli assunti e della straordinaria creatività espressa nell’equilibrio non solo formale, ma giocato anche tra ragione e sentimento.

 

Le figure di lui e lei, si muovono sullo scenario di una tarda sera d’estate, nell’area del giardino di lei… dove lui riposa su una sdraio… Appaiono in una dimensione surreale, da sogno.

Lui è in preda al tormento fisico e spirituale di un amore inespresso (sarà questo grumo di emozione chiusa a pugno nella bocca dello stomaco, che preme e lo costringe a contenere un tremore profondo e remoto, continuo...).

Lei, bella e affascinante, sguardo solido e fiero, sulla sdraio di fronte, (con una mano regge il bicchiere di whisky con il ghiaccio ormai quasi sciolto, piccolo ...con l’altra mano tormenta il colletto della camicia) sta come in attesa che qualcosa …accada.

 

In un breve lasso di tempo sfilano in sequenza immagini istantanee, semplici, efficaci.

Qualche allusione all’eros tangibile e… rarefatto…: l’azzurro degli occhi di lei.

..Un azzurro sorridente. Ampio. Da starci dentro, come in volo, appunto. Le labbra belle carnose, rosa acceso anche senza il rossetto si muovono cullando quasi le parole. Le lambiscono, le circuiscono per rinvigorirle, le porgono all’ascolto, ne mimano il significato. Sembrano vezzeggiarle prima di lasciarle andare. Lui ne è incantato e quasi non ne ascolta la voce, peraltro armoniosa, pur di concentrarsi su quella danza di aria e carne.

Vorrebbe, eccome se vorrebbe… quelle labbra… È da tempo che vorrebbe… è da sempre.

 

Eros non disgiunto dal pathos .

Pathos intessuto di ritorni come ogni amore che tormenta: amore che appare e, all’improvviso, scompare, quasi non fosse mai esistito, per poi… ritornare ad occupare pensieri e desideri.

Amore lieve come una piuma, come polvere che turbina nell’aria e presto non ci sarà più.

 

Leggerezza e complessità, in fondo, (sembra voler dire l’autore) fanno parte della vita di ciascuno di noi chiamati, ogni giorno, alla responsabilità della decisione...

Leggero è il sogno. Pesante e complessa, a volte, la scelta.

Lui, così vicino al suo sogno si ferma, a un passo. Perché? Non è dato saperlo.

Forse… per lasciare intatta e splendente, nell’azzurrità del cielo, la bellezza del sogno.

 

Giuseppina Rando


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