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Class Action. A che gioco sta giocando il Governo? 
Uno sgambetto a Bersani, Parlamento e parte della maggioranza?
10 Novembre 2006
 

 

Il vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli ha fatto sapere che è in arrivo un collegato alla Finanziaria che dovrebbe contenere anche la nuova legge sulla "Class Action". Se collegato sarà, dovrà essere approvato entro il 15 novembre, proprio pochi giorni dopo che la commissione Giustizia della Camera aveva avviato l'iter per le varie proposte in materia che sono state presentate.

Sulla "Class Action", siccome è sicuro che la legge contenuta sarà quella del Governo, mi domando a che gioco stia giocando il medesimo Governo, visto anche che il decreto Bersani sulle liberalizzazioni dello scorso giugno, per la "Class Action" prevedeva un iter legislativo ordinario. Il Governo, invece, teme che l'eventuale testo unico che potrebbe sfociare dalla commissione non sia di proprio gradimento, e quindi cerca di imporre il suo. Tra l'altro, si tratta di proposte di legge che sono tutte della maggioranza, anche se profondamente diverse tra loro. Si dividono in due tronconi:

Le prime (Governo, Maran-Ds/Ulivo e Buemi-RnP) prevedono che l'azione giudiziaria collettiva sia utilizzabile solo dalle camere di commercio, dalle associazioni professionali e da un numero ristretto di associazioni dei consumatori finanziate dallo Stato. Per ottenere il rimborso -a causa collettiva vinta- è previsto che ogni singolo partecipante promuova una causa individuale. Inoltre non vengono fornite indicazioni sullo svolgimento del processo, facendo intendere un necessario successivo intervento del ministero della Giustizia.

Le seconde (la mia presentata insieme a Daniele Capezzone su un testo preparato dall'Aduc-associazione per i diritti degli utenti e consumatori, e quelle di Fabris-Udeur, Pedica-IdV e Grillini-Ds/Ulivo che si rifanno al medesimo testo dell'Aduc, ma con lievi modifiche), prevedono invece che chiunque, dietro accettazione del magistrato, possa adire la causa collettiva (singoli cittadini e le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno: ad es. nella tutela delle donne e dei bambini, della salute, della natura, dell'investimento e del risparmio, ed ancora nella protezione dalla mafia, dal racket, dall'usura, dalla droga, dalla pedofilia e dalla pedopornografia, solo per citarne alcune). Il rimborso, inoltre, avverrebbe automaticamente alla fine della medesima causa grazie ad uno specifico curatore amministrativo nominato ad hoc. Tutta la fase processuale, per impedirne anche gli abusi, è disciplinata.

Il gruppo di proposte di legge pro-Governo, al contrario di quanto sostiene la Costituzione, l'Unione Europea e tutte le normative dei Paesi democratici, prevede il potere di azione giudiziaria non a chiunque ed un sorta di ben servito ad alcune corporazioni. Mi chiedo se è questo che voglia il Governo e quella parte di RnP e Ds-Ulivo che sostengono la sua posizione.

Se dovesse passare la proposta del Governo, sarebbe meglio che la "Class Action" non ci fosse, perché si avrebbe solo un risultato: aver creato una nuova casta di privilegiati ad adire in giudizio, con relativi vantaggi economici e di potere dei medesimi a svantaggio di tutti gli altri. La mia battaglia perché ciò non avvenga sarà durissima, anche perché non ho intenzione di seguire le "Class Action" solo nei film americani.

 

Donatella Poretti


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