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Lucio De Angelis. Che bello andare a teatro e sentir parlar d’Amore e non di gossip od altre vacuità!
20 Ottobre 2009
 

Che bello andare a teatro e sentir parlar d’Amore e non di gossip od altre vacuità!

La stagione dell’Argentina di Roma si è aperta con un capolavoro della letteratura teatrale di fine Ottocento Cyrano de Bergerac, che ha come protagonista uno dei più grandi talenti del teatro italiano: Massimo Popolizio (foto). In questa messa in scena l’Attore fornisce l'ennesima prova di maturità artistica con la sua gamma interpretativa che tocca tutti i tasti della sfera emotiva e va a sfociare nella commozione vera del monologo finale.

Tutto l'ensemble attoriale, dal quale svetta Dario Cantarelli, è di primo ordine e la regia di Daniele Abbado sostiene con eleganza e rigore lo spettacolo. Ricordiamo Viola Pornaro, Elisabetta Piccolomini, Stefano Alessandroni, Luca Bastianello. Le scene ed i costumi di Graziano Gregori confermano ancora una volta il talento dello scenografo, che è un vero e proprio artista figurativo.

 

La storia di questo testo è rocambolesca e stupefacente quanto il suo protagonista: Cyrano, un vero acrobata della parola, un funambolo del verso, un poeta e pensatore. Cyrano è un incantatore di donne ma innamorato infelice, anzi, innamorato senza speranza alcuna della cugina Roxanne, corrisposto solo nell'ombra dell'equivoco; la giovane è innamorata di Christian, al quale Cyrano presta le proprie arti poetiche.

Quello che “affascina” di più nell’interpretazione di Popolizio è la sua formula magica nel presentare al pubblico un uomo arguto e intelligente, ma schernito dalla natura con un nasone invadente, che proprio per queste sue doti riesce a conquistare la donna che ama col fascino della parola scritta che può più dell'immagine; col mito dell'amore non corrisposto e che vibra nell'ombra per non offendere.

Christian parla e scrive imbeccato da Cyrano, per conquistare Roxanne, dando vita ad un triangolo amoroso che si protrae fino alle ultime righe del lavoro. Soltanto in punto di morte Cyrano trova il coraggio di uscire da un'ombra durata quindici anni, per svelarsi a Roxanne e a sé stesso, concludendo in tal modo il suo rocambolesco percorso terreno.

Un amore, sembra dirci, non ha bisogno di essere condiviso per essere esemplare. Cyrano lo sconfitto, suggeritore della vita e dell'opera di altri, ci indica passaggi dell'esistenza che non conosciamo, mescola estetica e vita, vita avventurosa e vita letteraria. Quando se ne va, porta nel mondo delle ombre il suo gran naso, simbolo di libertà, indipendenza, diversità, marchio di un eroe che si batte fino in fondo anche contro l'impossibile, persino contro le tenebre.

Nel testo, la ricorrente metafora della luna simboleggia questa diversità di carattere utopico, fino alla famosa scena in cui Cyrano inventa “sei mezzi buoni di violare l'azzurro” e salire sulla luna. Resta la risonanza dell'agire di un personaggio in fuga verso l'eroismo di ogni gesto quotidiano, che assume su di sé la impossibilità di qualsiasi eroismo individuale. Un combattente già sconfitto in partenza, che lotta fino alla fine contro un destino tragicomico.

 

Rostand, unisce sapientemente forza intellettuale e stravaganze di comportamento del Cyrano originale - “rimatore, spadaccino, scienziato, musicista” - alla prestanza fisica della sua creatura, creando così un personaggio esagerato, ironico, travolgente, idealista e poco accorto uomo di mondo, nemico di qualsiasi ipocrisia e bassezza umana. Al tempo stesso, un essere coraggioso che soffre a causa del suo naso deforme, sorta di ode a tutti coloro che la società estromette perché non rispondenti ai canoni in voga.


L'immersione nel teatro classico con lo spettacolo Cyrano De Bergerac permette di indagare uno dei temi più affascinanti della letteratura: il duello, ovvero, il dovere personale di ristabilire onore e dignità anche rischiando la propria incolumità. Il 29 ottobre con À coups de nez: duello tra due Cyrano, tra la pagina e il fioretto, una performance di equilibrismo lessicale alternata tra azzardi metrici e giochi linguistici. Lo spettacolo evento, a cura di Claudio Longhi, propone sulla scena una serie di combattimenti alla spada, alla sciabola e al fioretto, esibiti dai 27 allievi del corso di scherma dell'Accademia d'Arte drammatica “Silvio d'Amico” per un viaggio nella storia del duello, del significato e dei codici di combattimento, dal cinquecento all'ottocento.

Dal terreno dell'abilità nell'uso delle armi si passa a quella dell'abilità letteraria, il 22 ottobre si svolgeranno i duelli verbali a colpi di rima attraverso l'esplorazione delle infinite possibilità che offre l'espressività del verso e della prosa messe a confronto in una contemporanea tenzone poetica: Libera nos rima: verso libero o verso schiavo? un contraddittorio fatto di declamazione di versi classici e contemporanei realizzato dai poeti Valerio Magrelli e Alberto Bertoni che si destreggeranno in un serrato scontro tra verso rimato e verso libero.

 

 

Teatro: Argentina

Città: Roma

Titolo: Cyrano de Bergerac

Autore: Edmond Rostand

Regia: Daniele Abbado

Scene e costumi: Graziano Gregori

Costumi: Carla Teti

 

con

Cyrano de Bergerac – Massimo Popolizio;

Rossana, una NobileViola Pornaro;

Cristiano di Nuevillette, un NobileLuca Bastianello;

Conte De GuicheDario Cantarelli;

Ragueneau, un NobileStefano Alessandroni;

Le BretGiovanni Battaglia;

Capitano Carbone, un PoetaAndrea Gherpelli;

Montfleury, Lignière, un CadettoMarco Maccieri;

Lisa, una Nobile, una SuoraCarlotta Viscovo;

La Governante, una Nobile, una SuoraElisabetta Piccolomini;

Bellarosa, un CadettoLuca Campanella;

Visconte di Valvert, un Poeta, un Cadetto, un MusicistaMauro Santopietro;

Il Seccatore, un Poeta, un Cadetto, il CappuccinoRoberto Baldassari;

Un Nobile, un Poeta, cadetto Bertrand, un MusicistaSimone Ciampi;

Un Nobile, un Poeta, un CadettoFlavio Francucci;

Un Nobile, un CadettoDavide Lora


Lucio De Angelis

(da Notizie radicali, 19 ottobre 2009)


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