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Class action. Verso il regime autoritario e sfascista con l'appoggio dei media?
03 Dicembre 2007
 

Una volta si diceva “l'ha detto la televisione” e qualcuno abboccava sulla presunta verità di tale fonte. Poi è stata la volta di alcuni media, nel nostro caso il quotidiano Corriere della Sera, e anch'essi sono caduti nel sofà del potere. Il caso della class action è terrificante.

Chi leggerà queste righe non si illuda, magari apostrofandoci come castastrofisti ed estremisti, perché le nostre valutazioni non le leggerà mai sul quotidiano Corriere della Sera, noi non vendiamo né potere, né idee, siamo solo “quattro bischerotti” (come si dice a Firenze) coi propri 400-500 mila contatti giornalieri al proprio sito Internet e non dichiariamo soci fasulli e numeri inventati di sedi per far credere che siamo importanti e conquistarci un posto al sole per prendere i soldi di uno Stato compiacente del gioco fasullo delle parti.

Con chi ce l'abbiamo? Con una firma di punta dell'economia di quello che viene considerato il più venduto quotidiano italiano di informazione, Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera. Sull'inserto economia in edicola oggi lunedì 3 dicembre non abbiamo mai letto un così alto concentrato di inesattezze e parole al vento, e per questo ce ne occupiamo. Il nostro, nell'editoriale di punta dell'inserto (in alto a sinistra nella prima pagina), sotto il titolo “I consumatori: più sigle che anima”, si pone il problema della rappresentatività della associazioni di consumatori che avranno il diritto di promuovere una class action se la Camera confermerà in merito il testo del Senato. E dice: «L'elenco compilato dal ministero dello Sviluppo Economico ne prevede sedici». Noi crediamo che prima di scrivere si abbia il dovere di informarsi, altrimenti si stravolge la realtà, che nel nostro caso non è un «elenco compilato dal ministero», ma un elenco di quelle associazioni che, fatta domanda per farvi parte, sono state accettate nel Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti). Quisquilie? Non ci sembra, perché non si tratta di un elenco compilato dal ministero (che fa sottintendere una valutazione dello stesso), ma un elenco di quelle associazioni che hanno deciso di prendere i soldi dello Stato e di essere dirette dallo specifico ministero. Il mondo è più ampio di come lo descrive Giuseppe Sarcina. Che, dopo alcune sue valutazioni strampalate sulle più o meno conosciute associazioni tra quelle del Cncu, dopo aver genericamente esclamato che le differenze tra un'associazione e l'altra sono a lui ignote (informarsi fa fatica...) si lancia in una esortazione: «una grande associazione sarebbe molto più autorevole e molto più forte». Consigliamo a Giuseppe Sarcina di fare la medesima esortazione per partiti politici, sindacati, associazioni varie di categoria, etc. non garantiamo la sua immunità culturale...

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

Qui il nostro settore del sito Internet dedicato alla class action


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