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La moglie di Rigondeaux spera che il marito non subisca rappresaglie
05 Agosto 2007
 

Farah Colina, moglie del pugile Guillermo Rigondeaux, confida che le autorità cubane non mettano in atto rappresaglie contro il marito, che sarà rimpatriato dal Brasile dopo aver tentato di fuggire dalla delegazione cubana durante i Giochi Panamericani di Rio De Janeiro. L’intervista alla moglie di Guillermo Rigondeaux è il classico esempio di dichiarazione preparata ad arte dal governo cubano per dimostrare al mondo il pentimento di un pugile incitato alla fuga dal capitalismo e dalla visione di una società dove i bambini lavorano. Riporto le sue dichiarazioni estrapolate dal sito internet cubano Encuentro en la red.

«Mio marito può avere sbagliato, ma non ha ucciso nessuno, non ha messo nessuna bomba e non è un terrorista. Ho saputo di quello che è accaduto solo dall’articolo comparso sul Granma e dalle riflessioni di Fidel Castro. Non ero al corrente di niente e non posso capire come è potuta accadere una cosa simile. Non so se gli hanno riempito la testa di illusioni, non lo so davvero, perché anche se è vero che abbiamo difficoltà economiche, mio marito ha sempre tenuto un tenore di vita modesto e umile. Ho potuto parlare soltanto pochi minuti con lui, ho saputo che sta bene e mi sono levata il dubbio che fosse stato sequestrato. Non so davvero cosa possa essergli successo, parlava molto, diceva che tanta gente voleva andarsene e lui era sconvolto dalla visione di bambini dell’età di nostro figlio che lavoravano per strada. Abbiamo difficoltà economiche e di altro tipo, nella nostra famiglia succedevano cose che non sarebbero accadute se Fidel Castro le avesse conosciute. Dovremo riflettere per sapere perché è successa questa cosa, soprattutto perché non debba accadere altre volte. Mio marito è sempre stato molto riconoscente alla rivoluzione e a Fidel, anche se tutti abbiamo necessità economiche. Non so se mio marito potrà tornare a combattere, ma la cosa più importante è che torni a Cuba per stare con me e con nostro figlio. Le autorità mi hanno sempre tranquillizzato e mi hanno detto che tutto sarebbe finito bene. Non importa se mi hanno tolto l’auto, so che dovevano farlo, perché era stata donata a mio marito per meriti sportivi. La decisione di Guillermo mi ha fatto star male, perché non ho mai pensato che potesse fare una cosa simile. In ogni caso so che mio marito si è pentito e credo che si sia comportato da uomo, perché non si è nascosto e ha affrontato le difficoltà. Sono sicura che non subirà rappresaglie».

Tutto quello che posso aggiungere è che non sapremo mai cosa pensa davvero Farah Colina, ma le cose che ha detto forse serviranno a salvare la vita di Guillermo Rigondeaux.

 

Gordiano Lupi

www.infol.it/lupi


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