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Violenza sul web: un'Authority nazionale non serve. Applicare le leggi che già ci sono
03 Gennaio 2007
 
In un'intervista al ‘Quotidiano Nazionale’ Anna Serafini presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia ricorda di aver proposto quasi due mesi fa l'istituzione di una sorta di Authority, commentando il decreto per bloccare il fenomeno della pedopornografia in rete.
L'Authority per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) già esiste e ha competenze anche su ciò che accade sul web. Uno strumento concreto sarebbe di dotarla di maggiori risorse e rendere vincolanti le decisioni e le delibere. Creare un altro organismo dai costi enormi destinato ad essere l'ennesimo rifugio politico e burocratico, non appare la soluzione migliore in un mercato che ha ben poco di nazionale.
Normative meramente nazionali non possono risultare altro che piccoli palliativi e i divieti potrebbero essere inutili e controproducenti, visto che questo mercato si realizza non solo negli esercizi commerciali ma anche su Internet.
Per quanto riguarda le misure per contrastare la violenza occorre solo mettere in pratica le leggi che già ci sono.
Per tutelare i bambini è necessario responsabilizzare i genitori con il supporto di campagne di informazione e di sensibilizzazione. Un genitore consapevole e responsabile ha un figlio che usa i videogiochi e non che viene usato da questi. Visto che sulle confezioni dei videogiochi ci sono informazioni che indicano l'età consigliata e i contenuti del gioco, è auspicabile che un genitore si legga "gli ingredienti" prima di comprarlo per i propri figli, allo stesso modo in cui si assicura del contenuto di quello che dà loro da mangiare.
Per tutelare più in generale gli utenti di Internet, l'arma vincente non è quella di bloccare siti violenti, ma quelli in cui si viola la legge. Regole e codici di autocondotta, promozione di campagne informative, educazione all'uso del mondo della rete, devono essere promosse e incentivate.
 
Donatella Poretti

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