Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gianfranco Cordì, La Differenza.
Jacques Derrida
Jacques Derrida 
23 Settembre 2006
 
 

Il giovane collaboratore di Tellusfolio in questo breve scritto coniuga i suoi specifici interessi su “Globalizzazione e politica” (titolo fra l’altro di un suo recente agile volumetto) con alcune riflessioni sull’attuale metamorfosi del potere. Interessante. (cds)

 

«L’altro, certo, non è io- e chi lo ha mai sostenuto?- ma è un Io,

e questo anche Levinas è costretto a presupporlo per sostenere

la sua tesi» - Jacques Derrida, La scrittura e la differenza

 

 

LA DIFFERENZA

 

1. Il potere oggi seduce. Il filosofo del diritto norvegese Thomas Mathiesen ha scritto che il modello di controllo e contenzione di tipo Panottico («Panopticon» è un termine coniato da Jeremy Bentham1 e reso noto da Micheal Fouacult2) oggi è stato sostituito dal modello del «Synopticon»3. Ovvero da un sistema di potere fluido, mobile, morbido e leggero che si insinua in ogni singolo interstizio della società e che viene tenuto assieme da un mastice del tutto particolare: lo spettacolo4. Il filosofo situazionista Guy-Ernest Debord enumerò nella sua opera che porta appunto il titolo «La società dello spettacolo»5 una fenomenologia attraverso la quale quel «rapporto sociale tra persone, mediato dalle immagini»6 che è lo spettacolo tende a perpetuarsi. Nel mondo, dopo gli attentati dell’11 Settembre un tale sistema di potere di tipo Sinottico è divenuto molto più visibile rispetto a quanto fosse mai avvenuto prima nella storia anche recente. Telecamere di sorveglianza agli incroci delle strade, intercettazioni telefoniche (su apparecchi fissi e mobili), controlli circostanziati e specifici su ognuno dei nostri pc (effettuati tramite particolari file di testo detti cookies) che possono portare alla luce ogni singolo passo della nostra navigazione in rete, credit card (o altri tipi di carte di pagamento come quelle di debito o Bancomat, a saldo, le revolving oppure le carte privative dette altrimenti Fidelity Cards) che permettono la totale identificazione del proprietario attraverso i suoi dati, dati contenuti in una banda magnetica e/o un microchip: ecco alcune delle Procedure più sviluppate messe in atto dal «Synopticon» per controllare, contenere e reprimere qualsiasi movimento (anche solo sospetto o presunto tale) di ogni singolo cittadino non più di questa singola nazione del pianeta ma della sola società globale che tutti ci troviamo oggi ad abitare.

2. Globalizzazione non vuol dire solamente pensiero unico, capitalismo esteso a tutto il mondo. Globalizzazione è anche qualcos’altro. Il globale cortocircuita con il locale. In qualsiasi punto della superficie del pianeta il globale tende ad intersecarsi, compenetrarsi o comunque influire su quel particolare termine del discorso filosofico-politico che viene detto il locale. Se globalizzazione vuol dire essere ovunque, globale è quel qualcosa che può venire reperito ovunque. A Tahiti tanto quanto a Sydney, a Buenos Aires tanto quanto a Praga o a Francoforte o a Roma. Questa caratteristica della globalizzazione genera alcune reazioni. Tali reazioni fino ad oggi si sono manifestate in due forme distinte e separate. Da una parte c’è quella reazione che facendosi forte di alcuni valori (facenti parte, antropologicamente, della tradizione) si rifà all’appartenenza ed alla (presunta) identità: il clan, la razza, la tribù, le religioni (di qualsiasi tipo esso siano, anche le più strampalate, cervellotiche ed arbitrarie vanno bene purché esse vengano praticate da un discreto numero di persone. L’esempio delle sette facenti capo a taluni telepredicatori che si vanno diffondendo sempre più negli Stati Uniti d’America ci fa capire bene di cosa stiamo parando), i miti e finanche le etnie. Da questo punto di vista dunque la data dell’11 Settembre può essere considerata a ragione come una particolarissima conseguenza (certamente anche parecchio spettacolare nella strategia e nell’esecuzione dei tre attentati, rispettivamente alle due Twin Towers ed al Pentagono realizzati da Al-Quaeda) ad una reazione che appartiene al primo braccio della forbice di cui dicevo. La reazione del secondo tipo è costituita (volendo fare qualche esempio) dalle manifestazioni di Seattle (1999, in occasione della terza riunione ministeriale della World Trade Organization o W.T.O.), Davos (2000, in occasione del World Economic Forum o W.E.F.), Washington (2000, in occasione della Riunione Annuale del Fondo Monetario Internazionale o F.M.I.), Praga (2000, in occasione del Vertice della Banca Mondiale), Nizza (2000, in occasione del Vertice del Consiglio Europeo), Melbourne (2001, in occasione del World Economic Forum o W.E.F.), Napoli (2001, in occasione del Global Forum sull’E-government), Genova (2001, in occasione del Vertice dei G8), Bankok e Nuova Delhi (2001, in occasione della Quarta Conferenza Ministeriale della W.T.O., svoltasi a Doha nel Qatar), Barcellona (2002, in occasione del Summit del Consiglio Europeo), Johannesburg (2002, in occasione del World Summit dell’O.N.U. sullo Sviluppo Sostenibile), Porto Alegre (2002, in occasione del secondo World Social Forum), Firenze (2002, in occasione del Primo Forum Sociale Europeo), Cancún (2003, in occasione della quinta Conferenza Internazionale della W.T.O.) e Mumbay (o Bombay, 2004, in occasione del quarto World Social Forum).

Questa reazione di secondo tipo recupera e fa suoi (ovviamente a modo suo) i valori di uguaglianza, solidarietà e di più equa redistribuzione della ricchezza. In questo senso (certamente, con una certa approssimazione che non pregiudica però il senso del nostro discorso) questa reazione può essere definita come una risposta alla globalizzazione che si orienta nella direzione indicata dai grandi sistemi filosofici del razionalismo, dell’illuminismo e dell’idealismo moderni.

È certo che queste due reazioni (quella tradizionalistica e quella moderna o, naturalmente, come dopo Lyotard abbiamo imparato a dire: post-moderna) si scagliano entrambe contro la globalizzazione considerata come un presente con cui dover fare senza dubbio i conti.

Ma (dato che come abbiamo visto oggi il globale si incontra col locale) entrambe queste reazioni rappresentano, in realtà, due forme di resistenza all’invadenza del globale.

Ora, se mettiamo assieme tutto quello che abbiamo detto sin qui, ci rendiamo conto di qualcosa.

Il globale oggi viene in qualche modo combattuto e rigettato. C’è chi respinge il globale aderendo a qualche forma di pensiero irrazionalistico (giungendo finanche al tribale) e c’è chi lo contrasta facendo appello (all’interno delle proprie rivendicazioni) ad alcune idee e ad alcuni concetti classici del razionalismo Occidentale.

Un razionalismo, questo, che ha profondamente piantato le sue radici dentro la nostra cultura ed il nostro modo di pensare.

Dunque i popoli della terra (ed i singoli individui) hanno cercato di rispondere all’invadenza del «Synopticon» attraverso due diverse strategie.

La loro «libertà», la libertà dei popoli e degli individui della Terra, la libertà che ognuno può ancora dire di possedere all’interno del «Synopticon» è andata alla fine ad incanalarsi in due modi distinti di espressione.

Essi sono, volendo seguire la classificazione da me fatta: irrazionale il primo e razionale il secondo.

3. Chiediamoci però adesso: quanto può essere libero un individuo nel «Synopticon»?

4. Dentro al «Synopticon» ogni individuo è avvinto, irretito, affascinato, sedotto7. Gli esseri umani si gettano nelle braccia del potere con un sorriso. Ma lo spettacolo oltre che svago e divertimento è pur sempre lusinga. Apparentemente, ad ogni individuo sembra di star sfogando i propri istinti, soddisfacendo i propri bisogni ed appagando i propri desideri in uno stato di grande libertà personale. Ma concretamente istinti, bisogni e desideri di ognuno dipendono (nella loro natura ed essenza) anche dal libero gioco dell’economia globale e quindi delle grandi aziende multinazionali (adesso addirittura transnazionali) o corporations la cui amministrazione è controllata (attraverso il meccanismo della compravendita delle azioni) da tutta una serie di holdings che operano all’interno del mercato finanziario internazionale. Il «Synopticon» dà forma a questo potere (oltre che ai poteri scientifico, tecnologico, energetico, mediatico, sociale, pubblico ed ovviamente: anche al politico) incaricandosi, attraverso il suo «Apparato»8, di orientare e far convergere istinti, bisogni e desideri umani su alcuni generi di beni, cose e persone. Il «Synopticon» effettua questa operazione per mezzo delle Reti. Lo «spettacolo», mastice di tutto il sistema, connette (diventandone il modello) tutto questo dispositivo alla «vita socialmente dominante»9. Il potere quindi controlla, dirige, lusinga e tenta. L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse (libro pubblicato nel 1964) contiene al suo inizio una frase divenuta molto celebre. «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico»10. Se nel 1964 questa non-libertà era «prevalente» solo nella «civiltà industriale avanzata» oggi essa è «prevalente» su tutto il pianeta. È globale. Gli esseri umani cercano di soddisfare i loro istinti, i loro bisogni ed i loro desideri. Il risultato di ciò è un guadagno costituito da un piacere momentaneo e privo di consapevolezza. Oggi l’uomo è un edonista. Ed è così perché è stato voluto così dal mercato mondiale. Come è stato acutamente detto11, la globalizzazione non è abitata da uomini maturi, essa piuttosto è popolata da fanciulli. La libertà che tutti noi possediamo nel «Synopticon» è appunto quella di cui è in possesso un essere umano non ancora capace di comportarsi in modo razionale e misurato. E proprio una libertà del genere è quella che (come suo effetto) produce i due tipi di reazione che ho descritto sopra.

5. La libertà dei fanciulli è quella di cui è in possesso un essere umano la cui personalità non è ancora completamente formata e strutturata.

6. Nel «Synopticon» ogni individuo dovrebbe essere in condizione di poter esprimere soltanto una libertà di questo genere; nessun’altra. Ci si abbandona al godimento istantaneo dei propri piaceri. Il dolore, l’angoscia, l’ansia, la sofferenza sono tutte questioni di cui non ci si deve occupare. E comunque, sono tutte questioni rimosse e relegate nel Regno delle Ombre della globalizzazione: ospedali, prigioni, centri di igiene mentale, case di riposo per anziani, indifferenza, assenza di empatia, solitudine, violenza, morte. Il controllo che il «Synopticon» distende su tutto il pianeta è leggero, morbido, fluido e globale. Ogni tanto, però, qualcosa sfugge a questo controllo. I due tipi di reazione che abbiamo visto. Ma il pianeta è globale. Il pianeta possiede un unico sistema economico. Ogni singolo luogo è interconnesso con ogni altro luogo. Ogni cosa ha un’accelerazione ed una velocità mai viste prima. Tutto è in movimento e in agitazione. La Terra è stretta, corta, vicina, messa in relazione, accessibile, interconnessa ed interfacciata ma non è ancora uniforme. Non è ancora una. Esistono cioè ancora degli spazi di possibilità dove potrebbe operare il cosiddetto locale. Ovvero tutto quel sistema simbolico (fatto di scambi commerciali, comunicazioni, tecnologie, linguaggi umani e artificiali, codici di interpretazione della realtà, sistemi di segni, culture particolari, oggetti e beni di consumo legati ad un determinato luogo) che va a configurarsi come altro rispetto alla globalizzazione; al globale. Per cui se dell’altro si deve parlare nella globalizzazione e se dell’altro si deve farne un oggetto di rivendicazioni e risposte all’invadenza del «Synopticon» c’è una sola cosa da mettere in risalto particolarmente.

E cioè che nella globalizzazione la libertà dell’individuo è vincolata ad un’unica via d’uscita pratica. Le politiche della differenza.

 

Gianfranco Cordì



1 Jeremy Bentham (Londra, 1748-1832), filosofo utilitarista, economista e riformatore sociale elaborò nel 1791 un progetto architettonico per un carcere modello che battezzò «Panottico».

2 Michel Fouacult, Sorvegliare e punire. La nascita della prigione, Einaudi, Torino, 1976.

3 Thomas Mathiesen, “The viewer society: Michel’s Foucault’s ΄Panopticon` revisited”, in Theoretical Criminology, 1997, pp. 215-34.

4 Cfr. Michael Hardt - Antonio Negri, Empire, Cambridge (Mass.), Harward University Press, 2000, trad. it. Impero: il nuovo ordine della globalizzazione, Milano, Rizzoli, 2002.

5 Guy Debord, La società dello spettacolo, Massari, Bolsena (VT), 2002.

6 Guy Debord, op. cit., p. 44.

7 «Oggi l’ubbidienza agli standard (un’ubbidienza, mi permetto di aggiungere, oltremodo elastica e perfettamente regolabile a standard quanto mai flessibili) tende a essere raggiunta attraverso la lusinga e la seduzione anziché la coercizione, e si mostra mascherata da esercizio del libero arbitrio anziché rivelarsi come una forza esterna», Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2005, p. 92.

8 Come detto esplicitamente da Umberto Galimberti nell’intervista che verrà pubblicata nello stesso volume.

9 Guy Debord, La società dello spettacolo, op. cit., p. 44. La citazione per intero è la seguente: «Lo spettacolo, compreso nella sua totalità, è nello stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente. Non è un supplemento del mondo reale, il suo sovrapposto ornamento. Esso è il cuore dell’irrealismo della società reale. Nell’insieme delle sue forme particolari, informazione o propaganda, pubblicità o consumo diretto dei divertimenti, lo spettacolo costituisce il modello presente della vita socialmente dominante».

10 Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale avanzata, Einaudi, Torino, 1967, p. 21.

11 Per esempio da Zygmunt Bauman in molti dei suoi libri dedicati a quest’argomento.


Foto allegate

Artemis Editore, 2005. Euro 12,00
Articoli correlati

  Gianfranco Cordì: Gli scritti di logica di Leibniz.
  Gianfranco Cordì: il tempo per Seneca.
  Gianfranco Cordì. «La fine della modernità» e l’inizio del pensiero «dell’erranza»
  Gianfranco Cordì. Charles Darwin, lo spietato
  Gottfried Wilhelm Leibniz, Saggi di Teodicea sulla bontà di Dio, la libertà dell’uomo e l’origine del male.
  Gianfranco Cordì
  Gianfranco Cordì. La morte, la terra e il «gran finale»
  Gianfranco Cordì. La prospettiva di Spengler
  Gianfranco Cordì. Lo sguardo di Antonio Saccà
  Gianfranco Cordì. L’ISOLA
  Realismo Meridiano
  Gianfranco Cordì: sinistra, destra e globalizzazione
  Gianfranco Cordì, povero Wittgenstein
  Kierkegaard e il «Singolo» ovvero solitudine e responsabilità
  Gianfranco Cordì. L’orizzonte del vagheggiamento
  Gianfranco Cordì, Indice estivo italiano mondialmente esausto.
  Gianfranco Cordì. I nostalgici del passato: Lukács viaggia nella storia della filosofia
  Gianfranco Cordì, lo Scetticismo antico.
  Gianfranco Cordì. In direzione della sintonia. Habermas oltre l’astratto
  Gianfranco Cordì. Emanuele Severino e il fraintendimento del senso del nulla
  Gianfranco Cordì. “Eclisse della ragione” di Max Horkheimer
  Gianfranco Cordì. Danilo Zolo e la paura
  Emanuele Severino, Antologia filosofica dai greci al nostro tempo
  Gianfranco Cordì. L’aggiornamento del concetto di superorganismo
  Anticipazioni: Gianfranco Cordì. Nuovo realismo & Realismo meridiano
  Gianfranco Cordì. Debole, fragile, limitato
  Gianfranco Cordì: Poincaré fra esperienza e convenzione
  Gianfranco Cordì. Hillman: una psicologia nuova o vecchia?
  Gianfranco Cordì. Il razionalismo esotico di Leibniz
  Gianfranco Cordì: Le “piste” di Platone. Per studenti e lettori di filosofia
  Gianfranco Cordì. In morte di Zygmunt Bauman
  Gianfranco Cordì. Se non la realtà. Gianni Vattimo contro il «nuovo realismo».
  Gianfranco Cordì, Kant e il progetto globale della pace
  Gianfranco Cordì. Un raggio di luce fa il giro della terra sette volte al secondo
  Gianfranco Cordì. “Sul leviatano” Le considerazioni di Schmitt
  Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia
  Gianfanco Cordì. Che cos’è la realtà?
  Gianfranco Cordì: Storia della sessualità di Michel Foucault
  Gianfranco Cordì. Sean Carroll, il perenne corso del «tempo»
  Gianfranco Cordì. Il ribelle meridiano
  Gianfranco Cordì. Scrutando l’interminabile: Emanuele Severino
  Gianfranco Cordì. «La forza della vita reale»: Carl Schmitt e l’eteroclito
  Gianfranco Cordì: Derrida introduce alla menzogna
  Gianfranco Cordì: La Trascendenza. E il Principio di Identità degli Indiscernibili in Leibniz
  Gianfranco Cordì: Introduzione a Spinoza che scrive il "Breve trattato su Dio, l'uomo e il suo bene"
  Gianfranco Cordì: Il trattato teologico-politico di Spinoza
  Gianfranco Cordì. Fare «filosofia»
  Gianfranco Cordì: "L'attrazione". Spinoza.
  Gianfranco Cordì: le "nudità" del Re. Discorso sulle parole della sinistra con un accenno alla sinistra delle parole
  Gianfranco Cordì: Sulla linearita del mondo. Globalizzazione
  Gianfranco Cordì: La doppia via dei Presocratici
  Gianfranco Cordì. Intero Barrow
  Gianfranco Cordì: Severino giudice della storia
  Giada Fornaciari, Del mare e dell'anima
  Gianfranco Cordì: Infinito e felicità negli atomisti antichi
  Gianfranco Cordì: L’affermazione dell'unicità divina in Senofane
  Gianfranco Cordì: Democrito e il mondo
  Gianfranco Cordì. I sensi, la ragione, la conoscenza: Locke
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy