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Ozono sulla soglia del livello allarme dei 240 microgrammi a Padova 
ADUC denuncia mancato rispetto obbligo di informazione alla popolazione
25 Maggio 2012
 

Padova – A Padova ozono sulla soglia del livello allarme dei 240 microgrammi. Il gas che caratterizza la stagione estiva segna il suo primo record negativo con 225 microgrammi per metro cubo d’aria, ai limiti della soglia allarme, proprio nel giorno in cui i due assessori all’ambiente, Maurizio Conte per la Regione Veneto e Alessandro Zan per il Comune di Padova inaugurano la “Settimana dell’ambiente veneto”. Quando l’ozono supera la Soglia Allarme è certo il danno alla salute per tutti i gruppi di popolazione, anche per una breve esposizione. A tutela della salute della popolazione la legge impone agli amministratori un preciso obbligo di comunicazione adeguato e tempestivo via radio, televisione, giornali, internet e tabelloni stradali quando questo gas supera i 180 microgrammi e si avvia verso la Soglia Allarme. Un obbligo che rimane lettera morta poiché nessuna comunicazione è stata fornita, infatti, dal 9 al 12 maggio, giorni di picco dell’ozono, la Regione non ha diramato nessun comunicato. Non lo ha diramato il Comune di Padova, nonostante il sindaco sia direttamente investito del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualità dell’aria. La pagina web del settore Ambiente è ferma all’ozono dell’anno scorso e ci indirizza al sito dell’Agenzia regionale di protezione ambientale Arpav. Sicuri di trovare all’Arpav il bollettino delle previsioni sull’ozono ci dicono, invece, che siamo in anticipo e che verrà fornito nelle prossime settimane.

Ci chiediamo se quella che la legge definisce Soglia di Informazione, proprio perché l’amministratore deve mettere in guardia la popolazione del rischio sanitario per bambini e anziani, non sia diventata “soglia del chi se ne frega” visto che non viene rispettata.

Del resto, in Veneto nessun Comune ha ancora attuato il Piano Regionale di Tutela della qualità dell’aria così come gli impone la legge. Ne consegue che l’inquinamento atmosferico peggiora di anno in anno, Padova ha già toccato le 57 giornate di superamento dei limiti di polveri sottili delle 35 concesse in un anno intero, e sappiamo che l’ozono estivo è l’equivalente delle polveri sottili invernali. Ne consegue, come ripetono autorevoli esponenti della medicina pubblica, che l’inquinamento ambientale è la prima causa del 15% delle malattie respiratorie croniche, mentre può essere un’ulteriore aggravante per i soggetti già malati, provocando un peggioramento delle condizioni cliniche nell’ordine del 40% negli adolescenti e fra il 30 e il 60% negli adulti. Nei tre giorni successivi a un picco di inquinamento si registra un aumento di decessi del 2,3% in inverno e del 7,6% in estate.

A questo punto tentiamo la strada degli organismi sanitari cittadini, la Usl di Padova fa pur parte dei tavoli zonali della Provincia in materia di inquinamento ambientale ed ha un servizio di prevenzione ambientale.

Niente pure qui: nelle pagine web del sito la parola ozono o polveri sottili non esiste. Non ci resta che tornare ai nostri due assessori, alle loro settimane dell’ambiente, delle notti verdi e delle città sostenibili, solo per citare le ultime parate di propaganda che ci propinano. Una propaganda che ha sostituito l’informazione corretta al cittadino con l’imbonimento all’elettore. E che introduce una continua lesione al concetto dello Stato di diritto che presuppone che l'agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti.

 

Maria Grazia Lucchiari, delegata Aduc Veneto


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